I politici vanno in vacanza? E chissenefrega

I politici vanno in vacanza? E chissenefrega

Durante le festività natalizie i politici vanno in vacanza. Chi al mare, chi in montagna, chi in qualche città d’arte. La terribile scoperta è di qualche giorno fa, uno scandalo destinato a provocare dimissioni di massa. Basta sfogliare i quotidiani di questa settimana per scoprire tutti i dettagli dell’odioso malcostume. Lo sfrontato coordinatore Pdl Denis Verdini ha trascorso le ferie di Capodanno con la moglie, in una baita svizzera. Non pago di aver affamato gli italiani con il decreto Salva Italia, Mario Monti si è spinto oltre. Portando l’intera famiglia a Roma. Il presidente del Consiglio è stato avvistato nei pressi del presepe di Piazza San Pietro, mentre – racconta indignato il cronista di turno – si faceva fotografare con i nipotini tra gli sguardi ostili dei cittadini.

Ma il vero affronto è avvenuto oltre l’Equatore. Come svela il Corriere della Sera il presidente del Senato Renato Schifani e il leader Udc Pier Ferdinando Casini hanno deciso di passare le ferie addirittura alle Maldive. E mica da soli. Nello stesso albergo c’erano anche l’ex sottosegretario Stefania Craxi e il senatore Francesco Rutelli. Per non parlare del presidente della Camera Gianfranco Fini, che sembrerebbe essersi concesso una bella vacanza nei mari del Sud. L’indignazione è bipartisan, ovviamente. Dell’inquietante fenomeno se ne occupano giornali di destra e di sinistra. Ognuno tira acqua al suo mulino: Libero pubblica le foto in costume da bagno di Casini e Rutelli, Il Fatto quotidiano preferisce le immagini di Schifani e consorte. La notizia, però, non l’ha bucata nessuno.

I politici italiani vanno in vacanza. E chi se ne frega. Perché, a loro le ferie sono vietate? Intendiamoci, in Parlamento gli scandali ci sono, e sono pure tanti. In molti casi deputati e senatori lavorano poco e guadagnano decisamente troppo. Alcuni privilegi, poi, sono francamente inaccettabili. E allora? Se non si vogliono vedere leader politici al mare si chieda agli uffici di presidenza delle due Camere di vietare le ferie. Fino a quel momento, nonostante tutto, i parlamentari restano cittadini liberi. Liberi persino di andare in vacanza, se il Parlamento è chiuso. Vogliamo fare le pulci ai signori della casta? Bene, benissimo. Indigniamoci per lo spessore della loro busta paga. Non per come spendono i loro soldi. Denunciamo gli sprechi ingiustificabili che ancora caratterizzano la vita parlamentare. Non le banalità.

«Capalbio e Fregene d’inverno sono tristi, vuote e fredde», ha scoperto stamattina con angoscia il Fatto quotidiano. Ma perché i giornalisti a gennaio vanno al mare sul litorale romano? Per vendere qualche copia in più i quotidiani si sono ridotti a pubblicare le fotografie di Gianfranco Fini in spiaggia. Che scoop. Da quando il governo tecnico si è insediato, i parlamentari avranno lavorato sì e no una manciata di giorni. Nell’ultima seduta della Camera prima della pausa natalizia, l’Aula di Montecitorio era vuota. Deserta. Una scena ridicola: il vicepresidente Rosy Bindi ha parlato da sola. Ecco lo scandalo. Ma lamentarsi perché i parlamentari scelgono mete vacanziere troppo esotiche è più redditizio. La tesi è impopolare, non ci sono dubbi. Eppure cavalcare l’onda spesso irrazionale dell’antipolitica è rischioso. Perché sparando a zero sulla “casta” – all’insegna del facile sensazionalismo – si finisce per giustificarne gli abusi. Si regala un alibi a chi non vuole rinunciare ai propri privilegi: quello della caccia alle streghe. Dietro cui nascondersi ogni volta che vengono sollevate questioni più serie delle vacanze di Natale.