Monti a Che Tempo che Fa, Twitter lo promuove con riserva

Monti a Che Tempo che Fa, Twitter lo promuove con riserva

Michele Emiliano, sindaco di Bari e insieme al collega napoletano Luigi de Magistris fascia tricolore più attiva sul versante nazionale, durante la diretta di “Che tempo che fa” si sfoga su Twitter. Ad ogni risposta di Mario Monti a Fabio Fazio ha una stoccata pronta. Inizia facendo le pulci sulla grammatica: «Monti si gioca il congiuntivo da Fazio», subito ripreso da Giovanna Cosenza: «”Stiamo” è anche congiuntivo». Incassa. Non si perde d’animo e rilancia sui temi politici. È un crescendo: «Monti può parlare così perchè c’è stato Berlusconi e questo centrosinistra. Con un vero leader politico non sarebbe possibile». E poi: «Un commissario europeo svolge funzioni politiche su nomina di un governo e un premier è un politico. Come fa il Presidente del Consiglio e senatore a vita, già commissario europeo a dire di non essere un politico?» quando Monti ribadisce la natura tecnica del suo governo. Sulla vaghezza delle risposte del presidente del Consiglio arriva l’uno-due: «Non si candiderà? Non ha risposto con la stessa abilità a non dir niente di tutta l’intervista; Monti afferma il suo diritto ad essere vago nelle risposte».

L’hashtag #chetempochefa, già lanciatissimo (prima del premier da Fazio era andata Laura Pausini) con l’arrivo del presidente del Consiglio ha una ulteriore impennata. Giornalisti, opinion leader, tutti a seguire e twittare. Il direttore della Stampa Mario Calabresi e l’editorialista ex direttore del Tg1 e del Sole24Ore Gianni Riotta rilanciano in tempo reale le dichiarazioni di Monti. Ezio Mauro, direttore di Repubblica commenta: «Monti mi pare guardare più al lavoro che all’articolo 18».
Anna Masera della Stampa non è convinta: «Monti sull’articolo 18 gira intorno». Il tema del lavoro è quello ovviamente più sentito. Stefano Menichini, direttore di Europa: «Articolo 18 e Monti si agita sulla sedia». E ancora: «Sulla riforma del mercato del lavoro si tiene le mani libere, ma è molto attento a non provocare i sindacati». Sul fronte della critica, Gianlugi Paragone «La Pausini ce le canta Monti ora ce le suona»; Corrado Formigli («Dai Monti un po’ di cuore su») e Giorgio Mulè: «Vabbè, il solito Fazio e il solito Monti. Ma possibile che la parola “spread” non sia stata pronunciata in 40 minuti o me la sono persa?».

A intervista conclusa, i giudizi: «Bene» per Riotta; Dario di Vico del Corriere della Sera dice: «Complessivamente Monti mi è sembrato più in palla stasera che in occasione della conferenza stampa di fine anno» e Mario Calabresi retwitta aggiungendo un «condivido».
 

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