Calabria, 15 milioni di euro per i dialetti e si litiga pure

Calabria, 15 milioni di euro per i dialetti e si litiga pure

COSENZA – Quando più di duemila anni fa i greci fondarono le loro Poleis (città-stato) in Calabria, non immaginavano che la loro lingua sarebbe sopravvissuta fino ad oggi. Invece solo nell’ultimo anno, pare che decine di migliaia di calabresi abbiano scoperto di conoscere il greco antico. E così la provincia di Reggio Calabria ha stimato 50mila cultori della lingua sul suo territorio, che la Regione ha prontamente deciso di tutelare. Come? Destinando loro dei fondi regionali, in buona parte tolti ad altre minoranze linguistiche calabresi.

In Calabria esistono due minoranze linguistiche e due comunità bilingui che vengono supportate finanziariamente nella conservazione e tutela della loro seconda lingua dopo l’italiano. La prima, per numero di abitanti, è quella albanese (o Arbereshe), circa 51mila persone e ha radici che affondano nel ‘500, quando profughi albanesi si stabilirono in Calabria. La seconda è quella grecanica, 11mila persone, residenti per lo più nella provincia di Reggio Calabria. La Regione, attraverso i progetti Pisr, tutela le “Minoranze Linguistiche ed Etnoantropologiche della Calabria”, finanziando gruppi e associazioni che valorizzano la propria seconda lingua.

I criteri di accesso alle sovvenzioni sono stabiliti dalla legge n. 482 del 15 Dicembre 1999 che dispone l’assegnazione dei fondi soltanto alle comunità in cui la lingua da tutelare è ancora parlata correntemente. Ma come racconta a Linkiesta il sindaco della comunità italo-albanese di Acquaformosa (CS) Giovanni Manoccio, secondo il primo cittadino, questa volta la Regione non ha tenuto conto dei criteri di assegnazione dei fondi. «La legge 482/99 afferma che vanno tutelate solo le aree in cui attualmente viene parlata la lingua», spiega «e non l’area culturale di riferimento in cui vive la popolazione, che nel frattempo potrebbe anche aver perso l’uso corrente dell’idioma».

La Provincia di Reggio Calabria avrebbe quindi sovrastimato la comunità grecanica come mai successo negli anni precedenti, portandola dalle solite 11mila persone a 48mila. «Per realizzare questa supervalutazione è stato stravolto il principio ispiratore della legge 482/99, inglobando l’area geografica di riferimento della minoranza grecanica, ben più ampia e popolosa dell’area in cui la lingua da tutelare è effettivamente parlata», afferma il sindaco di Acquaformosa.

Così la Regione Calabria facendo riferimento a questi nuovi dati, ha ripartito diversamente dal passato i circa 15 milioni di euro destinati alle diverse minoranze linguistiche. E se fino allo scorso anno la minoranza grecanica riceveva un finanziamento di 2 milioni di euro, da quest’anno ne riceverà circa sette perché gli abitanti “da tutelare” sono cresciuti improvvisamente. Al contrario, se gli italo-albanesi residenti in Calabria ricevevano fondi per quasi 12 milioni, d’ora in poi dovranno accontentarsi anch’essi di sette milioni di euro circa, nonostante il numero di chi si dice bilingue Arbereshe-Italiano non sia diminuito, ma rimasto stabile.

«Approvando il provvedimento che ripartisce diversamente i fondi per le minoranze, la Regione ha smentito se stessa perché nel Quadro Unitario della Progettazione Integrata (QUPI) precedentemente ratificato dalla stessa Giunta Regionale, aveva stabilito che gli Arbereshe erano quantificabili in 50mila residenti soprattutto nella provincia di Cosenza, mentre i Grecanici erano 11mila circa, quasi tutti residenti nella Provincia di Reggio», conclude il sindaco di Acquaformosa.

Col tempo riti e tradizioni si perdono, per via dello spopolamento, sopratutto dei giovani. Con i fondi pubblici erogati le associazioni che hanno diritto a riceverli pubblicano riviste bilingui, organizzano corsi di lingua nelle scuole, convegni e manifestazioni culturali. Quando non è fonte di sprechi e clientele, l’operato sul territorio di associazioni e centri di aggregazione simili, è utile e prezioso.

Per quale motivo la Regione ha modificato la distribuzione dei 15 milioni di euro? Se si guardano i dati relativi alle elezioni regionali del 2010, che hanno visto vincere la coalizione di centrodestra dell’ex-sindaco di Reggio Calabria Scopelliti, si scopre che proprio la Provincia di Reggio (dove il numero dei grecanici censiti è passato da 12 a 48mila) può essere considerata una delle zone dove il presidente della Regione è più forte. Su circa 310mila votanti nella circoscrizione di Reggio Calabria, Scopelliti ottenne nel 2010 oltre 212 mila voti, con quasi il 70% delle preferenze.  

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