FROSINONE – «Comunicato per il cielo: Si prega di non buttare giù altro che non sia acqua o al limite manna…grazie», lo chiede Massimo, da Anagni, con cortesia e gentilezza, sperando che qualcuno – dall’alto – accolga il suo appello. A cinque giorni dalla nevicata che ha messo in ginocchio il Basso Lazio, e non solo, la gente è stremata e c’è chi, disincantato, rivolge le sue preghiere con il naso all’insù.
«Ho nove cani che rischiano di morire sotto la neve, è crollato tutto, qualcuno può aiutarmi con un trattore o con un altro mezzo? Devo portarli via». È il disperato appello lanciato sabato pomeriggio da Isabella, che vive nelle campagne di Ferentino, uno tra i comuni più colpiti. Tre giorni dopo è ridotta allo stremo delle forze, nessuno ha risposto al suo richiamo e lei, da sola, è riuscita a portare in salvo solo cinque delle sue bestiole. Lo ha fatto a piedi, con la neve che superava il metro d’altezza. Non si tratta di un caso isolato purtroppo: ci sono tantissimi allevatori che fanno la conta della perdita del bestiame e denunciano perdite superiori anche ai centomila euro.
Emergenza animali in Ciociaria ma – soprattutto – emergenza persone. Non è bastato far confluire i mezzi di soccorso delle province di Roma e Latina, e neanche l’impiego del personale dell’esercito, perché, a quasi una settimana dall’inizio della nevicata, la macchina dei soccorsi non riesce a fronteggiare le criticità di tutto il territorio.
Torna a connettersi con il mondo Andrea da Boville Ernica, che annuncia trionfante sul suo profilo Facebook, alle ore 17.15: «La Protezione Civile della regione Lombardia ha inviato un mega-gruppo elettrogeno nella mia zona, per far fronte alla mancanza dell’elettricità. Chapeau Formigoni». Ma non a tutti è consentito tirare un sospiro di sollievo. Fino a questo pomeriggio erano ancora 15 mila le utenze nel Frusinate sprovviste di energia elettrica.
A Castelmassimo, frazione del vasto comune di Veroli, centinaia di famiglie si apprestano a fronteggiare il sesto giorno senza acqua e corrente: «È da venerdì che chiediamo interventi, anche di privati – denuncia Lorenzo, 28 anni, che sfida chiunque a lavarsi i denti con l’acqua sciolta dalla neve – ma nessun aiuto». E c’è chi l’aiuto l’ha ottenuto pagando profumatamente, ma il risultato è stato solo temporaneo: «Sabato abbiamo pagato quattrocento euro per far pulire trenta metri di strada, ma ora è tutto completamente ghiacciato», dice Giulia, che vive all’ingresso storico di Ferentino. È andata meglio – si fa per dire – ad un gruppo di venticinque famiglie che, con cinque euro a testa, son riuscite a far pulire cento metri di strada grazie ad un trattore.
Se c’è un merito però che va riconosciuto alla neve è quello di manifestare in maniera plateale le potenzialità del web, soprattutto dei social network. È così che una tra le principali emittenti locali scopre che, al fianco del bianco candore, è possibile cinguettare. «Ieri abbiamo creato il nostro profilo Twitter – annuncia durante una diretta video il direttore della testata – ed abbiamo già centinaia di follower. Scriveteci, così noi twitteremo le vostre segnalazioni».
Lodevole poi il servizio di alcune testate locali online, che offrono costantemente aggiornamenti sull’avanzamento dei soccorsi e sulle zone ancora a rischio. Da segnalare anche l’operato di piccole radio che realizzano lunghe dirette, dando voce a centinaia di cittadini, così come le pagine web di minuscoli centri (quello di Collepardo ad esempio, meno di mille abitanti, offre un notiziario telematico molto valido). Si svelano però anche gli scheletri nell’armadio: siti istituzionali completamente statici, quelli di alcuni comuni mostrano nella home i risultati delle Elezioni del 2006.
In tutto questo scenario, Facebook rimane l’unico motore funzionante al 100%. Erano da poco passate le 21 venerdì scorso quando Luca, un volontario della Protezione Civile in strada da più di ventiquattro ore con la macchina dei soccorsi, fotografa con il suo iPhone il crollo della copertura dello Stadio Casaleno di Frosinone. Subito pubblica sul suo profilo la foto del cedimento. In meno di mezz’ora l’immagine viene condivisa da più di cento persone. Si accendono i riflettori su un’emergenza che, fino a quel momento, per la maggior parte della popolazione aveva avuto tutti i connotati della fiaba.
Sono decine, e sempre più numerosi i gruppi creati sul popolare social network e che offrono un filo diretto per fronteggiare le criticità di ogni singolo comune. La rete fa innestare una vera e propria maratona di solidarietà. Le distanze si annullano e persone che a malapena si salutavano – pur vivendo nello stesso quartiere – eccole ora protese ad aiutarsi l’un l’altra, a colpi di click, ovviamente.
«A Ponte Grande è arrivato lo spazzaneve», scrive Aquila Reale, poco prima delle 17, sul gruppo Emergenza neve Ferentino. «Mandalo alla Cartiera, è da giovedì che sono isolati», replica immediatamente Emanuela. Si lanciano appelli per segnalare mancanza di latte per i neonati, si chiede a chi è più vicino di andar a verificare personalmente le condizioni di salute degli anziani, e c’è anche chi si offre di cucinare la polenta per tutti i volontari che, armati di pala, si prodigheranno per liberare le vie dei centri storici.
Ordinanze dei comuni intanto informano i ragazzi che le scuole resteranno chiuse, almeno per un altro paio di giorni. Tutta festa per gli studenti? Niente affatto, perché Facebook è ligio al dovere, e così una professoressa di una scuola media del capoluogo bacchetta gli scolari: «Visto che la vacanza si prolunga e gli esami si avvicinano – scrive l’insegnante taggando gli alunni di terza media – fate questi compiti. Storia: esercizi da pagina 166 tutti. Grammatica: pagina 570 n.1 e 2. Antologia lettura pagina 370 con tutti gli esercizi. Raggiungete per telefono tutti quelli che non hanno fb».
YouTube però non ci sta, e non vuole restare a guardare i successi del suo competitor. E così trova un modo per spopolare sul web, mettendo in rete un trailer, The Day after Frosinone, che vanta più di 7 mila visite. L’ultimo messaggio spetta però al magico mondo inventato da Zuckerberg. È di Roberto, 29 anni di Alatri il quale, appena rientrato a casa, mette in guardia tutti i suoi amici: «Un anziano ciociaro incrociato per strada ha detto chessa è chella ca dura tant. Tradotto: non dovrebbe migliorare a breve».