Due percorsi che si intrecciano, due facce della stessa medaglia o due sistemi di potere che da decenni dominano in Sicilia? Soggetti in questione: Raffaele Lombardo, attuale governatore della Regione, e Totò Cuffaro, ex governatore della Regione Sicilia. Due (ex) amici, due “figliocci” del plenipotenziario democristiano Calogero Mannino. Entrambi cresciuti fra le fila della Dc, approdati prima al Cdu, e poi all’Udc di Casini. Lombardo ha deciso in seguito di lasciare il partito di Casini, e di fondare il Movimento per l’Autonomie. Ma nel 2008 Lombardo arriva a Palazzo D’Orleans, sede della regione Sicilia, grazie alla spinta della macchina elettorale di “Totò vasa vasa”, e al sostegno del Pdl targato Alfano-Schifani.
Nell’ultimo e mezzo la distanza politica e personale fra Cuffaro e Lombardo è cresciuta in maniera siderale. Cuffaro oggi è in carcere per favoreggiamento e violazione del segreto istruttorio, ad ogni modo è rimasto qualcosa del loro antico rapporto. Tant’è che con un delibera del 9 gennaio scorso il governatore siciliano Raffaele Lombardo ha confermato in un ruolo prestigioso alla Regione Sicilia Silvio Marcello Maria Cuffaro, fratello dell’ex-governatore. Per Cuffaro junior, già sindaco di Raffadali, è arrivata la proroga per altri tre anni all’incarico di vice direttore generale dell’Agenzia per l’impiego. Una struttura, si legge nel sito, che dovrà «incentivare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro», «promuovere iniziative volte ad incrementare l’occupazione», «favorire l’utilizzo dei soggetti più deboli nel mercato del lavoro, anche mediante l’individuazione e la proposizione di azioni positive”, “formulare ed attuare programmi di politica attiva del lavoro» e «svolgere azioni di informazione e di orientamento professionale».
A chiedere la proroga dell’incarico è stato l’Assessore regionale pro-tempore per la famiglia, le politiche sociali e il lavoro, al quale competono le nomine dell’Agenzia per l’impiego. Carica che dal 3 gennaio scorso è ricoperta dallo stesso presidente della regione, Raffaele Lombardo. Il quale, all’indomani delle dimissioni di Andrea Piraino, assessore regionale (quota Udc) per la famiglia, le politiche sociali e il lavoro, occupa il ruolo del dimissionario. Si legge nel testo della delibera, che è Lombardo in qualità di assessore pro-tempore che «propone di confermare» Cuffaro «in detto incarico, poiché in possesso di professionalità adeguate come da curriculum accluso». Il contratto durerà «un periodo di tempo analogo a quello precedentemente stabilito in contratto ed alle stesse condizioni economiche per quanto attiene la misura dell’indennità di posizione parte variabile».
Quali saranno «le condizioni economiche»? A Cuffaro arriveranno 116 mila lordi, che saranno così ripartiti: 41mila 807 euro di stipendio tabellare annuo, 7mila 354 l’anno di retribuzione d’anzianità, 7mila 747 l’anno di parte fissa della retribuzione, 15mila 493 euro di retribuzione di risultato e infine i 43mila 899 euro che rappresentano proprio quella indennità di posizione parte variabile che coincide con quella dei capi di gabinetto.