In Svizzera la neve non blocca niente, in Italia tutto

In Svizzera la neve non blocca niente, in Italia tutto

Non solo l’Italia, ma l’Europa è nella morsa del gelo e della neve. Con effetti devastanti, soprattutto nelle regioni meno ricche: in Ucraina il freddo ha ucciso oltre cento persone, nella vicina Polonia più di cinquanta, mentre nei Balcani la neve ha isolato interi paesi e villaggi. Ma l’ondata di gelo e neve ha investito anche la Svizzera. Nazione sì montagnosa, ma come l’Italia ben lontana dal Circolo polare artico.

«Da circa una settimana la Svizzera è completamente innevata, non c’è un paese dove non sia caduta della neve. E questo non accade tutti gli anni», spiega a Linkiesta il milanese Alexander Giordano, meteorologo della società elvetica Meteomedia AG (che gestisce anche il sito italiano meteo-allerta.it). Tra i centri più colpiti c’è San Gallo, nella Svizzera orientale.

Settantamila abitanti, famoso il tutto il mondo per l’omonimo convento, a San Gallo è caduto circa mezzo metro di neve. «E in fondo si tratta di un centro abitato a seicento metri d’altezza, non è poi così alto», spiega Giordano, che si occupa proprio del progetto “Unwetterzentrale Europa” (Centro di allerta meteo per l’Europa). La neve che ha investito San Gallo, dice, «ha creato problemi di viabilità automobilistica, ma non è successo nulla di paragonabile a quanto accaduto a Roma». Insomma, niente catastrofi. E questo vale ancora di più per Zurigo, per sua fortuna meno colpita. Il 9 febbraio, nella campagna circostante, si sono registrati dieci centimetri di neve. La mattina dopo, in una zona alquanto centrale della città, circa otto.

«Come tutti gli anni d’inverno qui a Zurigo nevica e fa molto freddo. È naturale», dice il romano Fabrizio Macrì, della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera. E aggiunge «Non ci sono stati però disagi degni di nota, tali da riempire le pagine dei giornali. Se c’è stato qualche incidente è stato isolato. La città funziona normalmente, come negli altri periodi dell’anno». Insomma, la capitale finanziaria della Confederazione è “open for business.” «La Svizzera, più del Centrosud italiano, è abituata ad affrontare il freddo e la neve. Quello che è successo in Italia in questi giorni, qui accade tutti gli anni. Le amministrazioni locali si attrezzano e affrontano il problema, rendendo le città agibili come se fossero in condizioni di tempo sereno. C’è una maggiore preparazione nell’affrontare le intemperie, perché esse fanno parte della quotidianità, sono messe nel conto». E continua: «Personalmente, io non ho avuto alcun disagio. Tra l’altro per andare al lavoro non uso la macchina ma i mezzi pubblici, che funzionano normalmente. Anche l’aeroporto di Zurigo, in base a quanto mi risulta, non ha avuto grossi problemi».

Macrì ha ragione: secondo quanto riportato dal sito di informazione Swissinfo.ch, in 62 anni di storia l’aeroporto di Zurigo non ha mai chiuso per neve; dietro questo piccolo esempio di efficienza elvetica ci sarebbe una squadra di 350 persone specializzate nel fronteggiare le condizioni meteo avverse, e munite di tutto l’equipaggiamento necessario: spazzaneve, lancianeve, abbondanti scorte di prodotti chimici ad hoc. Un altro italiano residente a Zurigo, e che preferisce rimanere anonimo, racconta: «Da dieci giorni a questa parte qui ha fatto molto freddo, abbiamo toccato i -18°. Per fortuna non ci sono stati problemi di viabilità: sono subito passati a spargere il sale, e non c’è pericolo di scivolare neanche nelle vie più interne. A dire il vero le strade del centro città sono quasi biancastre, da quanto sale hanno sparso».

Non stupisce che Zurigo sia non soltanto un centro nevralgico della finanza europea, ma una delle città più vivibili e attraenti del pianeta. «I vantaggi di vivere qui si vedono in situazioni come queste: hai gli autobus che vanno, gli appartamenti ben riscaldati, l’acqua corrente sempre calda», continua il nostro connazionale «Tornare a casa senza problemi con questo freddo estremo, e sentirsi subito in un ambiente confortevole, è una bella cosa».

Campi innevati a Aran vicino Losanna (Afp)

Neve sulle strade di Candela in provincia di Foggia (Afp)

Paola Garieri, vicentina residente a Losanna ma impiegata nella capitale Berna, dove lavora per il Dipartimento federale delle finanze, spiega a Linkiesta: «Ha nevicato qualche giorno fa, il problema ora è il ghiaccio. Siamo sotto zero da settimane. In Svizzera la neve non è un’emergenza. Sono attrezzati, puliscono le strade, tutti hanno le gomme termiche. Il primo giorno di neve il mio treno del mattino aveva dieci minuti di ritardo. Qualche giorno dopo ha avuto lo stesso ritardo il treno del ritorno. Per il resto, io prendo il filobus a Losanna e il tram a Berna, e non ho mai avuto grandi problemi. Fa freddo, ci si copre e tutto va avanti come al solito, come in una normale giornata invernale». La Garieri precisa: «A Losanna, sui ponti, ci sono i sacchi di sale da qualche mese. Il freddo e la neve loro se li aspettavano. Non si è mai trattato di fronteggiare un’emergenza, ma di affrontare l’inverno. Certo, qui le città hanno i soldi per farlo. Nessuno considera la possibilità che le scuole o gli uffici chiudano. Si va a lavoro normalmente, e se il treno è in ritardo è un problema tuo, non c’è nessuna giustificazione».

Certo, il freddo in Svizzera è stato molto intenso, quasi anomalo. Come dice Giordano, «il freddo è fuori dalla norma anche per noi. La stazione meteo con il dato peggiore, nel Canton Svitto, ha misurato -45°. A Sankt Moritz il termometro ha toccato i -35°. Valori al di fuori della norma, assolutamente». Questo però non ha creato grandi problemi alla circolazione stradale o ferroviaria. «Noi lavoriamo molto strettamente con le ferrovie svizzere, le SBB», spiega Giordano. «Per loro facciamo le allerte meteo, e quindi loro sono preparati, sanno bene quando arriva il gelo, quando arriva la neve. Questo sistema d’allerta ha funzionato molto bene: i treni non hanno avuto grandi disagi». Secondo quanto riportato sempre da Swissinfo.ch, in questi giorni le SBB hanno mobilitato 360 nuovi tecnici per la pulizia delle piattaforme ferroviarie e dei tunnel; e in realtà avevano cominciato a prepararsi ai rigori invernali già in estate, controllando il buon funzionamento dei vagoni e del sistema ferroviario.

Insomma: neve, gelo e altre avversità climatiche non fermano la Svizzera. Che continua a funzionare come un orologio (salvo le rare eccezioni). Questo forse aiuta a capire perché la piccola Confederazione è il quinto Paese più competitivo del mondo. Nella graduatoria, invece, l’Italia è al quarantaduesimo posto: le Filippine e il Perù. Due Paesi molto meno ricchi e industrializzati.