Portineria MilanoIl Pdl l’ha capito da Bersani: per vincere alle primarie meglio un non iscritto

Il Pdl l’ha capito da Bersani: per vincere alle primarie meglio un non iscritto

Non è iscritta al partito. L’hanno pescata tra le maglie della buona società civile comasca, cattolica e operosa. È una commercialista stimata e inserita, o come viene definita sul lungolago «è un’ottima professionista». Laura Bordoli, candidato sindaco del Popolo della Libertà a Como, fresca di vittoria alle terze primarie nel partito di Silvio Berlusconi, (prima ci sono state quelle di Frosinone e Lecce, ndr), sembra uno di quei classici candidati da sempre vincenti contro quelli scelti da Pierluigi Bersani per il Partito democratico.

Da Giuliano Pisapia a Milano fino a Marco Doria a Genova e arrivando infine a Fabrizio Ferrandelli a Palermo, pure il partito di Silvio Berlusconi sembra aver capito come conquistare l’elettorato: scegliere non un candidato di partito. Succede così che a Como, dove il sindaco Stefano Bruni al suo secondo mandato sarà costretto a lasciare, i militanti pidiellini scelgano un candidato donna, nuovo volto per i comaschi, al posto di Sergio Gaddi, assessore alla Cultura del comune.  Per le malelingue il successo non è stato casuale. Lo stesso Gaddi lo ha ricordato nella conferenza stampa di oggi, spiegando che l’ala comunale del Pdl ha sostenuto la Bordoli assicurandole poi un notevole appoggio nei gazebo. Ma i dati sono comunque molto particolari. Basta leggerli per capire che qualcosa anche nel tesseramento del Pdl non ha funzionato.

La Bordoli l’ha spuntata per 1.943 voti contro 1.483. Alle consultazioni, aperte dalle 8 alle 22 di domenica in 14 seggi, hanno preso parte 3.405 cittadini iscritti alle liste elettorali, dei quali soltanto 551 erano iscritti al partito di Silvio Berlusconi. «Ringrazio tutti i cittadini», ha detto la  Bordoli. «È stato un grosso risultato per noi e per il partito. Hanno votato moltissime persone senza tessera e questo dimostra il risveglio della cittadinanza». A Como il Pdl ha espresso il sindaco negli ultimi quattro mandati. Primo cittadino uscente è appunto Bruni, non più ricandidabile dopo due mandati consecutivi, che guidava una coalizione con la Lega Nord. Non più così apprezzato dalle cittadinanza, ai gazebo in molti hanno detto di votare per protesta, la sua ombra sulla Bordoli non ha comunque influito.  Alle prossime elezioni la Lega dovrebbe presentarsi da sola, ma non è detto che alla fine si riesca a trovare la quadra tra il leader del Carroccio Umberto Bossi e dall’ex premier Silvio Berlusconi. 

Dalle parti del Partito democratico i giochi sono già chiusi da novembre, quando Mario Lucini, capogruppo dei democratici in comune vinse con 1745, il 49,4% rispetto alle 916 di Gisella Introzzi (25,9%), alle 507 di Bruno Magatti (14,4%) e alle 344 di Marcello Iantorno (9,8%). Il dato più interessante riguarda i votanti che furono 3532, quasi cento in più rispetto a quelli. Dato, che secondo i democratici, testimonia il crollo nei consensi da parte del centrodestra comasco, che nel 2007 vinse le elezioni con il 25,5% dei votanti, contro il 15% del centrosinistra.