MILANO – Di scene divertenti e un po’ paradossali se ne sono viste a Ludica e Cartoomics 2012, rispettivamente il festival dei “giochi” e il salone dei “fumetti” (intesi nel senso più ampio del termine, a comprendere cartoni animati, manga, anime, videogiochi, cosplay etc.) che si tengono annualmente a Milano nei vecchi padiglioni ancora attivi di Fiera Milano City, fra le fermate Amendola e Lotto, dal 16 al 18 marzo. Cartoomics è arrivata alla sua 19ª edizione quest’anno, mentre Ludica – già stata a Roma nel mese di febbraio – è alla sesta. L’ingresso alla fiera (un po’ costoso, in verità, 12 euro per chi non scaricava lo sconto di 4 sul sito) garantiva anche l’accesso a Hobby Show, il Salone delle Belle Arti e della Creatività Manuale (giustificando in tal modo il costo).
Per chi c’è stato, colpiva il gran numero di visitatori, specialmente nelle giornate di sabato e domenica. L’anno scorso sono stati 33mila. Quest’anno non erano certo di meno, forse di più. Che cosa si fa in una fiera del genere? E chi ci va? Innanzitutto si partecipa a un ritrovo spontaneo di persone appassionate a storie e personaggi amati. La grande immedesimazione è espressa dalla presenza di moltissimi cosplayers (persone in costume) non professionisti, che dedicano una cura certosina nel riprodurre le fattezze e i costumi dei propri personaggi preferiti (da Naruto alle guardie imperiali di Star Wars) e spesso lo fanno in gruppo.
Capitan Harlock incontra per caso l’Uomo Tigre
Le autrici esordienti Ilenia Provenzi e Francesca Silvia Loiacono presentano il proprio romanzo
Una zona interessante della fiera è rappresentata dall’Area Autoproduzione, promossa e organizzata da anni da Angelo Porazzi, autore e illustratore di giochi prodotti in proprio, fra cui Warangel (fra gli espositori dell’Area Autoproduzioni c’è stato anche il sottoscritto e LordMax, coautore di Sì, Oscuro Signore! Presenti a nome del Flying Circus). Fra chi espone in quest’area opinione comune è che Ludica sia innanzitutto un luogo d’incontro e di animazione, dove giocare insieme “in famiglia”. Le nuove creazioni nell’Area Autoproduzione non sono presentate infatti con intento commerciale, ma per il piacere del gioco e per dare al pubblico la possibilità di intervenire nel processo creativo che porta alla sua codificazione. Il termine tecnico è playtesting, la “prova di gioco” che permette il dialogo diretto dei creatori di giochi con i fruitori; in questo modo anche loro possono consigliare e contribuire alla creazione di giochi belli, divertenti e collaborativi.
Perché prestare attenzione a un festival della fantasia, del sogno, di ciò che non è immediatamente “utile”? Qualcuno potrebbe obiettare che infondo sono tempi di crisi e non ci sono soldi da spendere e da investire in fumetti, pupazzi o giochi. Ebbene, l’enorme pubblico degli appassionati sembra rispondere: forse è proprio in tempo di crisi che bisogna investire sulle energie creative, e non in senso puramente consumistico, in una sorta di fuga dalla realtà. I giochi e i personaggi fantastici possono ispirarci.
In questo senso, anche Cartoomics assume una dimensione veramente ludica e di partecipazione, e non si riduce a un evento puramente commerciale, per quanto la stragrande maggioranza degli stand siano commerciali o promozionali. Non mancano gli incontri con autori e disegnatori naturalmente, e numerose code davanti ai loro tavoli da disegno.
Fra le iniziative più interessanti di quest’anno vanno annoverate senz’altro la conferenza “I mille volti di Dylan Dog” e la mostra “Cinquant’anni vissuti Diabolikamente” per festeggiare le nozze d’oro del Re del Terrore con l’editoria fumettistica italiana. Né mancano le presentazioni di nuovi titoli “urban fantasy”, fra cui La Discesa dei Luminosi di Provenzi-Loiacono (Giunti) e Multiversum di Leonardo Patrignani (Mondadori). Insomma… non solo manga e sushi, ma un menù ricco anche di pietanze “nostrane”.