Pier Ferdinando Casini accelera. Il leader dell’Udc è pronto a dar vita alla nuova formazione dei moderati. In tempi brevissimi. Domattina saranno azzerati i vertici del partito di via dei Due Macelli, sostituiti da un organismo meno articolato che possa guidare la transizione. Già all’indomani delle amministrative inizierà a prendere forma la nuova realtà. Il partito della Nazione, lo chiama l’ex presidente della Camera. Anche se nel Terzo Polo molti assicurano che sul nome si dovrà ancora trovare un accordo. Sigle a parte, dopo tante attese prende forma il progetto cui Casini sta lavorando da tempo. Quel contenitore dei moderati – più che un partito unico dovrebbe trattarsi di una federazione – in grado di attirare numerosi scontenti di centrodestra e centrosinistra, qualche esponente dell’attuale governo tecnico, ma anche realtà finora estranee alla politica.
L’annuncio, un po’ a sorpresa, è arrivato ieri sera. Intervenuto alla trasmissione tv Otto e Mezzo Casini ha annunciato la «novità». La creazione di un soggetto politico che potrebbe raccogliere l’adesione di alcuni ministri di Mario Monti. «Chissà» (ha detto proprio così), forse anche del titolare dello Sviluppo Economico Corrado Passera. Nonostante il progetto fosse in preparazione da tempo, la notizia sembra aver colto di sorpresa un po’ tutti. Le prime, dure, reazioni sono arrivate da diversi dirigenti Pdl. Evidentemente preoccupati che le sirene centriste possano sfaldare il fronte berlusconiano già a rischio dalla probabile débacle elettorale di maggio. Ma l’intervento di Casini ha colto impreparati anche gli alleati di Futuro e Libertà e Alleanza per l’Italia. E così in mattinata a Montecitorio, mentre i deputati votavano la quindicesima fiducia al governo Monti, i leader del Terzo Polo hanno avuto un lungo confronto nello studio di Gianfranco Fini.
Un incontro per coordinare i movimenti in vista del varo. Domani saranno azzerati i vertici dell’Udc. In prima mattinata la Costituente di Centro presieduta da Savino Pezzotta si riunirà all’auditorium della Conciliazione di Roma. Le ipotesi sono due: i vertici daranno pieni poteri a Pier Ferdinando Casini, oppure nomineranno un “comitato” con il compito di guidare il partito verso il definitivo scioglimento. La settimana successiva si incontreranno le dirigenze di Fli e Api. Tutto prima delle elezioni amministrative. La prossima tappa del percorso è prevista a Todi, tra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Un appuntamento organizzato dalla Fondazione Liberal. Una grande assise che, raccontano, rappresenterà «la chiamata alle armi». Sarà un appello a tutte le forze – politiche e non – interessate al progetto. È previsto per fine estate, invece, il grande congresso che chiuderà l’esperienza dell’Unione di Centro.
L’obiettivo di Casini è un grande accordo tra moderati. «Un partito laico, ma di ispirazione cattolica» ha chiarito il presidente Udc Rocco Buttiglione. Una realtà che scardinerà il bipolarismo muscolare degli ultimi anni, spiegano. Perché non nascerà in contrapposizione ad altre forze politiche. Una versione elaborata del Terzo Polo, in grado di dare continuità a questa esperienza governativa. «Le riforme che il governo Monti non riuscirà a portare a termine – spiegano dall’Udc – dovranno proseguire nella prossima legislatura». Nel 2013 l’Italia sarà ancora in emergenza, ripete spesso Casini. E sarà necessario prolungare l’attuale stagione politica.
Nelle intenzioni dei fondatori, la nuova formazione non sarà costruita attorno a una figura carismatica. Modello Popolo della libertà. Piuttosto avrà il compito di esprimere diverse personalità. Ci dovrà essere spazio per esponenti del mondo industriale, del sindacato. Ma anche per alcuni ministri dell’attuale governo. I nomi girano da tempo. Tra i più interessati al progetto ci sono Andrea Riccardi e Lorenzo Ornaghi. Tra i papabili anche Corrado Passera – uno dei pochi ad aver ammesso, seppure in privato, di voler proseguire la sua esperienza in politica – e la titolare della Giustizia Paola Severino. In calo le quotazioni del presidente Ferrari Luca Cordero di Montezemolo. Fortemente intenzionato a entrare in Parlamento, ma ancora indeciso. «Se sceglierà di mettersi in gioco – racconta un berlusconiano – lo farà con un suo progetto. Non accetterà mai di fare il gregario di Casini». Tutto da dimostrare. In realtà c’è chi dice che Montezemolo, fortemente sponsorizzato da Fini, sia in contatto anche con Silvio Berlusconi. In attesa di capire come meglio muoversi.
Nel frattempo Casini accelera. Fissate le tappe, studiati i dettagli, domani si parte. Preso in contropiede, il Pdl si interroga. Stavolta il partito è diviso in tre. C’è chi attacca frontalmente il leader centrista. Protagonista di un’iniziativa che, coinvolgendo alcuni ministri, mette a rischio la tenuta del governo. «Perché se i ministri diventano politici – ha spiegato il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri – entrano in contraddizione con il ruolo assunto». Ma c’è anche chi snobba il nuovo partito. «Nessun esponente di questo esecutivo potrà mai accodarsi a Casini prima della fine di questa legislatura – ragionava un berlusconiano alla Camera – E senza la presenza dei tecnici, il nuovo Terzo Polo non ha alcun appeal. Non spingerà nessun deputato a lasciare il proprio partito per aderire. Nessuno cambia casacca per la gloria: tutti vogliono conservare la poltrona anche la prossima legislatura».
E poi ci sono i curiosi. Quelli che alla fine un pensierino sul nuovo progetto casiniano lo stanno già facendo. La maggior parte tace. Qualcuno si espone. La coincidenza vuole che proprio oggi a Montecitorio girasse un documento, firmato da una trentina di parlamentari pidiellini. Una lettera aperta per chiedere una nuova linea politica al partito e una conferma della lealtà al governo Monti. Un’iniziativa nata attorno a Beppe Pisanu, lo stesso “frondista” che nell’ultima fase del governo Berlusconi aveva duramente criticato i vertici di via dell’Umiltà proponendo un’intesa con Casini. Il messaggio sembra essere stato raccolto: «Il documento del presidente Pisanu – dice in serata il leader Udc – è un utile contributo alla riflessione chei partiti devono fare sul futuro dell’Italia e sul destino del mondo moderato e liberaldemocratico». In attesa di trovare un nuovo nome, il partito della Nazione inzia a crescere.