Portineria MilanoLe scope di Maroni contro Monica Rizzi, la badante del Trota

Le scope di Maroni contro Monica Rizzi, la badante del Trota

Le scope contro le badanti. Dopo l’espulsione della vicepresidente del Senato Rosi Mauro, detta anche la «badante» di Umberto Bossi, la nuova Lega Nord di Roberto Maroni continua a «fare pulizia» nei corridoi della sede di via Bellerio. E ora muove i manici contro l’assessore regionale lombardo allo Sport Monica Rizzi, sponsor e «badante» del Trota Renzo Bossi alle elezioni regionali del 2010, già indagata per una laurea fasulla (abuso di titolo) e un presunto caso di dossieraggio dalla procura di Brescia. In caso di dimissioni di quella che i leghisti chiamano «Monica della Valcamonica» potrebbe aprirsi un piccolo rimpasto nella giunta di Roberto Formigoni. E per la Rizzi non ci sarebbe scampo: inserita nella seconda parte del listino alle regionali per fare spazio a Nicole Minetti non troverebbe posto neppure come consigliere regionale.

Questa mattina Maroni ha incontrato il governatore lombardo nei suoi uffici. La questione è delicata. Il Celeste ha annunciato ai cronisti che non si è parlato di rimpasto durante la riunione. Ma la «fase 2» del Carroccio (copyright Maroni) passa anche per le dimissioni della Rizzi, a cui fu già chiesto un passo indietro durante un consiglio federale dell’estate scorsa: a formulare l’invito fu nientemeno che Bruno Caparini membro del consiglio di amministrazione di A2a e tra gli economisti «bresciani» del Carroccio più ascoltati in via Bellerio.

Lunedì prossimo è previsto, intorno a mezzogiorno, un incontro del gruppo leghista insieme con Bobo e Roberto Calderoli. «Roba da mezzogiorno di fuoco» chiosa qualcuno. A convocare il meeting è stato il capogruppo Stefano Galli che però non si sbilancia: «Normale riunione come ce ne sono state a centinaia. Questa volta ho chiesto semplicemente che a partecipare ci fossero i due nuovi triumviri». Eppure qualcosa si muove. Al Pirellone le bocche sono cucite. La partita è tutta interna al Carroccio. Alcune voci danno la Rizzi in sicura uscita, anche se lei continua a sostenere il contrario: «Sarà di certo un momento di confronto e approfondimento da parte di tutti». Resisterà? O anche la «badante» del Trota farà la fine di Rosi Mauro?

Uno dei punti su cui i barbari sognanti insistono sono le vecchie indagini della procura di Brescia e quelle che in questi giorni si sono aperte in ben sei procure sull’ex tesoriere leghista Francesco Belsito. La Rizzi in questi giorni si è difesa dicendo che su di lei non c’è più nulla di rilevante dal punto di vista giudiziario. Lo ha detto pure in un’intervista al Giornale di oggi. «Il pm di Brescia che seguiva quelle inchieste infamanti ha comunicato la chiusura al mio avvocato. Niente a mio carico, denunce fondate sul nulla, solo per infangare me e la Lega», ha spiegato. In realtà la chiusura non è l’archiviazione delle indagini. Tanto che Marco Manuel Marsili, ex collaboratore della Rizzi, sarà ascoltato martedì di pm bresciani proprio sulla vicenda della laurea.

Oltre a questo però, la procura di Brescia potrebbe presto incrociarsi con le indagini su Belsito. Nelle carte del Noe di Napoli, infatti, la segretaria leghista Nadia Dagrada viene intercetta con l’ex tesoriere mentre parla della campagna elettorale del Trota. Da tenere a mente che nel comitato elettorale che gestì la candidatura di Renzo, c’erano oltre alla Rizzi, pure il compagno Alessandro Uggeri e la stessa Mauro. «Soldi, soldi per la campagna elettorale del fanciullo e del trota», dice Belsito. E la Dagrada chiede: «Hai le carte di cio’ che hai pagato?». E lui risponde: «E no, perchè gli davo a lui e alla Rizzi, e a lei portavo cash». Piu’ avanti nella conversazione la Dagrada aggiunge: «Se le cose peggiorano devi trovare un giustificativo». E lui esclama: «Come c… faccio!».  

La Rizzi tramite il suo legale Alessandro Diddi ha smentito. «Non ha mai percepito nemmeno un centesimo dal sig. Belsito nè per la campagna elettorale di Renzo Bossi né in nessun altra occasione. La situazione è esattamente al contrario. Come tutti gli eletti della Lega, l’assessore versa puntualmente al partito un quota mensile dal primo giorno in cui è stata eletta e questo è comprovato da bonifici permanenti».

Ma le scope di Maroni sono in azione. «La pulizia è finita? Diciamo quasi finita», chiosava oggi Bobo. E di certo non mente. In caso di dimissioni la Rizzi non troverebbe posto in consiglio regionale. Il suo nome insieme con quello di una altro leghista, l’assessore Giulio De Capitani, slittò nella seconda parte del listino bloccato quando fu inserita all’ultimo Nicole Minetti, l’igienista dentale di Silvio Berlusconi. Per questo motivo, la Rizzi fu ricompensata con l’assessorato. Chi prenderà il suo posto? Per il rispetto delle quote rosa un nome inizia già a circolare. E’ quello della sostituta del Trota, Clotilde Lupatini che in meno di un mese passerebbe da essere una semi sconosciuta a sedere nella giunta di Formigoni.