L’Isvap non poteva non sapere dei guai di FonSai, lo dicono i bilanci

L’Isvap non poteva non sapere dei guai di FonSai, lo dicono i bilanci

Fondiaria ha chiuso il bilancio 2011 con svalutazioni legate alle partecipazioni, immobili di proprietà e bond greci. Dai conti dell’anno scorso emerge però un aspetto molto più interessante: la rivalutazione di riserve R.C. Auto degli esercizi precedenti di 810 milioni di euro a livello consolidato. Qualcuno potrà obiettare che i rischi che prende sul mercato una società sono calcolabili fino a un certo punto, e sono soggetti ai capricci dei mercati, quindi “esterni”.

Tuttavia, la sotto-riservazione succede soltanto quando una compagnia assicurativa non comprende i rischi che corre e i costi che comportano i premi assicurativi sottoscritti. È dunque un problema interno, che l’Isvap dovrebbe monitorare da vicino per assicurarsi la correttezza delle assicurazioni nella valutazione dei costi e nel conseguente accantonamento delle riserve necessarie a coprirli.

Se uno guarda prima dei bilanci 2010 e 2011, esiste qualche indicazione sulla sotto-riservazione e la necessità di alzare le riserve, oppure i calcoli sbagliati sono arrivati come un fulmine a ciel sereno? E l’Isvap non sarebbe potuta intervenire prima?

Per dirla senza peli sulla lingua: il regolatore avrebbe dovuto porsi la questione già nel 2006, sicuramente nel 2008, perché dai conti è lampante che Fondiaria non ha accantonato riserve sufficienti. Per trovarne le prove, basta andare alla sezione che riguarda il rischio di riservazione e trovare i “triangolari dei sinistri”,  a pagina 341 del progetto di bilancio consolidato 2011. Questo triangolo mostra il costo stimato per i sinistri di ogni anno, che cambia quando l’azienda capisce meglio il livello effettivo dei costi. Prendendo l’esempio della tabella 2011, nel 2002 l’azienda stimava un costo dei sinistri di 2.949 milioni di euro, che nel 2011 è diventato 3.202 milioni di euro, un aumento di 253 milioni di euro. Questo per quanto riguarda il 2011, quando l’azienda ha dichiarato di avere dei problemi. Ma sfogliando il bilancio del 2006, la dinamica è la medesima. Il triangolo per quell’anno è rappresentato dalla tabella qui sotto:

Fondiaria Sai, Consolidato 2006, pagina 317

L’Isvap dovrebbe concentrarsi di più su questo aspetto, dal momento che il costo stimato nel 2006 per il 2001 e il 2002 è già più elevato rispetto al costo stimato iniziale, e che l’anno 2003 è iniziato a salire. E se guardiamo al 2008:

Fondiari Sai, Consolidato 2008, pagina 347

Nel consolidato 2008 il costo stimato, dal 2001 al 2006, è in crescita. La necessità di aumentare in modo consistente le riserve è un chiaro segnale di sotto-riservazione, soprattutto quando il costo finale, ed è il caso del 2001 e del 2002, eccede di gran lunga le stime iniziali.

Confrontando Fondiaria con altre compagnie assicurative ci si può fare un’idea migliore dei suoi problemi. Utilizzando i “triangolari dei sinistri” del 2008 come base, il costo stimato di Generali (che include tutto il ramo Danni a livello Europa e non solo l’R.C. Auto Italia) è progressivamente sceso dal 2001 al 2006. Idem per Unipol, con l’eccezione del 2002, anno in cui l’aumento è stato pari a soli 2 milioni di euro, guardando anche in questo caso tutto il Ramo Danni, non solo l’R.C. Auto.

Un esempio specifico: a pagina 113 del bilancio consolidato 2008 di Generali, si legge che nel 2001 il Leone di Trieste stimava in 11.381 milioni di euro il costo dei sinistri, nel 2008 invece i sinistri per il 2001 sono scesi a quota 11.281 milioni di euro, una diminuzione di 100 milioni. Al contrario, Fondiaria – Sai aveva stimato un costo dei sinistri di 2.686 milioni di euro per il 2001, cifra che nel bilancio 2008 è salito a 2.860 milioni di euro. Un aumento di 174 milioni di euro.

Di conseguenza, non solo in termini assoluti, ma anche nel confronto con le altre compagnie assicurative, sembra che Fondiaria Sai vada in netta controtendenza, aumentando le riserve quando gli altri le diminuiscono. Per questo l’Isvap avrebbe dovuto chiedere a Fondiaria di rendere più stringente la sua policy sulle riserve a partire dal 2008. È da notare che Fondiaria ha aumentato le sue riserve di 120 milioni di euro sulla base dei risultati 2008, e uno avrebbe pensato che l’Isvap avrebbe accesso un faro sugli sviluppi successivi e le stime precedenti dopo un annuncio del genere.

(analista indipendente)
 

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