PALERMO – «Siamo in rimonta ma il rischio concreto è che al ballottaggio arrivino Ferrandelli e Orlando. L’Idv in città è al 12% ma Leoluca può arrivare al 28% con il voto disgiunto». A parlare – preoccupato – è un dirigente del Pd locale, alla fine della serata che ha visto ospite Massimo D’Alema al teatro Politeama per la campagna elettorale di Fabrizio Ferrandelli. Il vincitore delle primarie è sostenuto da Partito democratico e SeL contro Leoluca Orlando, più volte sindaco di Palermo in passato e che si candida per l’Italia dei Valori e Federazione della Sinistra. A sfidare entrambi Massimo Costa, candidato dell’Udc e Pdl.
E così, in soccorso del Pd palermitano, è arrivato D’Alema. In platea al Politeama è seduto in prima fila a fianco del segretario regionale democratico Giuseppe Lupo. Le prime file del teatro sono occupate dallo stato maggiore del Pd siciliano. Presenti Beppe Lumia e Antonello Cracolici, mancano i dirigenti più vicini alle posizioni di Dario Franceschini, chi segue il deputato regionale Pd Bernardo Mattarella e Davide Faraone, candidato alle primarie sostenuto dal sindaco di Firenze Matteo Renzi. Nel teatro non mancano le facce nuove, giovani e meno giovani. Anche se c’è chi dice: «La sala è piena sopratutto di persone delle varie province dell’isola che sono qui per D’Alema». Alle 17:45 la platea è piena e gli steward fanno accomodare nei palchi del Politeama.
Inizia a parlare il segretario provinciale di Palermo del Pd, Di Girolamo. D’Alema parla con il segretario regionale democratico Giuseppe Lupo, sostenitore fino all’ultimo di una candidatura unica al posto della divisione del centrosinistra fra Ferrandelli, vincitore di primarie discusse, e Leoluca Orlando. Dopo una mezz’ora, sale sul palco il candidato sindaco. «Grazie a tutti quanti, è un’emozione essere qui al Politeama. Noi abbiamo un compito arduo: riuscire a riconquistare i palermitani e non farli andare in altri territori. Noi sappiamo che dobbiamo cambiare questa condizione». Non manca un duro attacco all’avversario Orlando: «Servirà una squadra di persone che crei condizioni di sviluppo. Una squadra di governo composta da palermitani. È il “noi” che dà forza che vogliamo opporre ai tanti “io”». Lungo applauso. La platea è “antiorlandiana” per eccellenza: lo si capisce dal sostegno e dai «vai Fabrizio» che partono dai vari palchetti.
Alle 18:30 inizia a parlare Massimo D’Alema. Esalta il ruolo “decisivo” del partito democratico nella nascita del governo Monti: «Abbiamo scelto la responsabilità: prima l’Italia rispetto ad ogni aspirazione di partito. Quando qualcuno in Parlamento si lamenta, io dico: pensate chi c’era prima». Dopo una breve parentesi sulla crisi economica e quella dei partiti, attacca gli esponenti del Pd che avrebbero voluto annullare le primarie. «Una regola: se un partito indice le primarie le deve rispettare. Per ora non c’è una legge, ma deve far parte di poi dice etico. La politica è questa. Quando ti rode si prende il Maloox». Il mantra dalemiano è sempre lo stesso: «Il nostro avversario non è il passato remoto ma il passato recente». Si rivolge a Leoluca Orlando: «Bisogna saper invecchiare con serenità».
Infine D’Alema lancia un messaggio sull’alleanza, a livello regionale, fra il Pd e il governatore dell’MpA Raffaele Lombardo. «Io vedo da lontano che qui si è aperta una breccia e sarebbe stato sbagliato se il Pd non avesse approfittato. È evidente che la condizione attuale non è ciò che desideriamo. D’altronde mi pare evidente che la Regione non può essere governata da una persona che è sotto processo per reati di questo genere, ma credo che sia consapevole lo stesso Lombardo». Dopo tre quarti d’ora, D’Alema conclude il suo intervento. I sostenitori di Ferrandelli si alzano e applaudono calorosamente l’ex presidente del consiglio. Ma al Politeama c’è un dubbio che serpeggia: «Siamo sicuri che Ferrandelli arriverà al ballottaggio?».