Sgomberare gli abusivi nelle cantine delle case popolari Aler, ma lasciare i giovani della Torre Galfa a fare cultura, ballare e discutere di arte. Sembrava questo il doppio binario con cui il comune di Milano stava affrontando l’emergenza delle occupazioni abusive nel capoluogo lombardo. Ieri in Aler è stato sgomberato un uomo che aveva occupato uno scantinato. Separato dalla moglie e senza il becco di un quattrino in tasca, nei mesi scorsi non aveva potuto far altro che piazzarsi nei bassifondi dello stabile dove aveva casa un tempo la madre: la polizia locale è intervenuta lunedì per chiudere e bonificare i locali. Stamane invece è iniziato lo sgombero della Torre Galfa, occupata dal collettivo Macao.
Fino a ieri, sulla Galfa, prefettura questura e Comune non avevano ancora trovato una soluzione. Fondiaria Sai, il gruppo proprietario di Salvatore Ligresti, ha presentato denuncia di occupazione il giorno stesso dell’insediamento dei giovani. E, a quanto assicurano dalla società, ha già proposto progetti per valorizzare lo spazio. Il rischio, poi, era che nella torre mezza diroccata qualcuno possa farsi male: chi si prenderà la responsabilità?
A rumoreggiare, intanto, hanno iniziato pure altre associazioni private, che in questi ultimi mesi hanno ricevuto minacce di sgombero, come il pronto soccorso in via dei Transiti. Pisapia ha continuato a ribadire l’estraneità di palazzo Marino. «Il tema dell’occupazione di una casa privata è una questione di ordine pubblico e devono prendere delle decisioni altri organi. Io proseguo il mio compito rispetto agli spazi pubblici». Ma l’amministrazione rischia di spaccarsi, con assessori che preferiscono non prendere posizione («È una questione delicata», dice un pezzo da novanta) e il capogruppo del Pd Carmela Rozza unica a chiedere lo sgombero immediato. Non sarà semplice. Ieri qualcuno ipotizzava addirittura che si andasse verso un nuovo Leoncavallo, con la famiglia Cabassi alle prese da anni con palazzo Marino per trovare una soluzione.
Pisapia non ha risparmiato bordate verso Ligresti e i suoi assessori. «Sicuramente una proprietà che lascia degradare un immobile così importante per la città non fa gli interessi propri, nè della città». Ma sulla gestione degli spazi pubblici liberi da assegnare, una ‘tirata di orecchì Pisapia l’ha fatta pure ai suoi assessori. In particolare a quello alla Cultura Stefano Boeri, tra gli architetti più vicini a Ligresti, ma pure tra coloro che per primo ha espresso solidarietà a Macao. «Probabilmente» chiosa Pisapia «c’è stata poca coesione e poca sintonia tra i vari assessorati, che lavoravano bene ma separatamente».
Per superare il problema, il primo cittadino arancione ha deciso di lanciare una commissione composta da personalità di altissimo livello «anche di diversa collocazione politica ma che hanno a cuore il futuro della cultura in città» per assegnare spazi pubblici dove promuovere iniziative culturali. E quanto alla possibilità di assegnare uno degli spazi inutilizzati a Macao, il sindaco ha spiegato: «Mi piacerebbe e invito i giovani di Macao, con tutti coloro che hanno un progetto, chiaramente seguendo le regole, a partecipare ai bandi e vinca il migliore»
Ma accetteranno i ragazzi? Ogni giorno migliaia di persone partecipano ad attività di ogni genere alla Torre Galfa, tra danza, arte e altro ancora, rivendicando il diritto a rimanere nello spazio occupato. Eppure qualcosa non torna. Come informa da palazzo Marino l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli: «La grave crisi che ha colpito anche Milano mette in grave difficoltà molte persone che si trovano oggi più che mai in grave stato di indigenza. Il Comune di Milano è pronto ad aiutare chi ha più bisogno attraverso i servizi sociali. Ma le situazioni di occupazione abusiva e in generale di illegalità non possono essere tollerate anche per la sicurezza degli occupanti stessi». Questo non valeva per la Torre Galfa?
Gli occupanti hanno già schierato l’avvocato Ugo Mattei a difenderli, «il Comune di Milano è diffidato dalconsentire l’impiego delle forze dell’ordine per un paventato sgombero dell’immobile occupato, considerato che deve ritenersi prevalente l’azione di valorizzazione dell’immobile rispetto allo stato di abbandono e di degrado cui esso stesso è sottoposto, di per sé idoneo a configurare un’ipotesi di abuso del diritto di proprietà. Tale diffida è altresì estesa al Prefetto e al Questore che solamente in modo gravemente lesivo delle proprie prerogative legali e costituzionali potrebbero procedere al di fuori dei limiti di legge e del controllo preventivo giurisdizionale ordinario».
«Si chiama Pisapia o Pilato?». È la domanda provocatoria che il capogruppo del Pdl a palazzo Marino Carlo Masseroli rivolge al sindaco Pisapia dopo quanto sostenuto oggi sull’occupazione della torre Galfa. «Pisapia dice di sentire altre istituzioni? Ma chi è il sindaco? Ha le idee confuse? Dica qualcosa di chiaro. La cosa peggiore – dice Masseroli – è che se ne lavi le mani. Passerà alla storia come un’altra figura non certo positiva della storia: il nostro caro sindaco si chiama Pisapia o Pilato?».
Poi, stamattina, presto è arrivato lo sgombero. E la storia è già da riscrivere.