Parma, il terremoto? ”Solo tanta paura, ma era un segnale politico”

Parma, il terremoto? ”Solo tanta paura, ma era un segnale politico”

PARMA – Sono stati i vigili del fuoco, e non gli analisti politici, a cercare di capire gli effetti del terremoto nei seggi di Parma. Questa mattina, prima che iniziassero le operazioni di voto, pompieri e Protezione civile hanno passato al setaccio tutte le scuole che ospitano le urne di questo storico ballottaggio tra il grillino Federico Pizzarotti e il democrat Vincenzo Bernazzoli. Tutte agibili.

Il sisma che ha squassato la notte dell’Emilia Romagna non ha infierito sulla città ducale. Né sulle persone e né sulle cose. Crepe e lesioni, invece, in provincia. Sono ancora in corso le verifiche nel Parmense. L’occhio è rivolto alla Reggia di Colorno, la Versailles emiliana, già sfregiata dall’ultimo terremoto del 27 gennaio. «Ma questo è stato più forte, una bomba di trenta secondi», commenta una barista di via Bixio, indaffarata a servire caffè ai clienti scossi quanto lei. Scontato ma inevitabile il ragionamento, un po’ naif, davanti alla tazzina nera e fumante.

«È un segnale. Vincerà Grillo, a questo punto. Vuole dare una scossa al Paese, proprio partendo da Parma: detto, fatto», scherza in maniera suggestiva un pensionato davanti al balcone. Anche lui come tutti qui in città (fa notizia chi non si è accorto di nulla, pochissimi) è sobbalzato dal letto quando ha visto mobili ballerini stile Amici e lampadari come i pendolini di Maurizio Mosca. È sceso in strada in pantofole, dopo una folle ricerca dei pantaloni-chiavi-cellulare, poi, salvo, ha cercato altri nottambuli per condividere l’ansia e la paura. Ragazze in pigiama e Nike («Ma quanto son brutta, ve’?»), coppie di anziani con i fagotti sulle mani che vanno a dormire dai figli («In casa abbiamo paura, siamo vecchi»), automobilisti che smaltiscono l’ansia facendo la spola per un’ora nella stessa via.

E poi i finti gnorri vestiti di tutto punto («Faccio due passi, non ho sonno», mentre parte il tic al labbro), universitari in bicicletta attaccati al cellullare («mi stanno chiamando da giù, sono i miei, si sono messi paura»). Immancabile il classico marziano che sì passeggia sotto la luna, ma non si è accorto sul serio, e se glielo dici ti prende per l’ubriacone del sabato sera («vai a lavurer»). Cartoline dalla Notte prima degli Esami di Parma. Buone per raccogliere suggestioni. Visto che la tragedia, quella dei crolli e dei morti, non è passata da qui, anche se per poco. «Le scosse hanno anticipato la rivoluzione: vincerà Grillo».

Oppure, di converso: «Queste elezioni decreteranno la fine della città, altro che Maya». All’alba la voglia di normalità si concilia col sonno che forse se n’è andato e non tornerà. Oggi e domani si vota. Alle 12, affluenza al 14% come nel primo turno. Presagi? Suggestioni? «Comunque vada non sarà un successo», taglia corto l’edicolante di piazza Garibaldi, scapigliato ma non per aderenze letterarie…
 

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