IL CAIRO – Mohammed Mursi, il nuovo Presidente dell’Egitto, esponente della Fratellanza, avrà poteri ridotti rispetto a quelli di Hosni Mubarak ed dei suoi predecessori. La Giunta militare è riuscita a salvaguardare i suoi interessi – militari ed economici- e a limitare quelli del successore del Rais.
La dichiarazione costituzionale, scritta dallo Scaf- Consiglio Supremo delle Forze Armate- subito dopo il referendum di marzo, annulla la Costituzione del 1971. Inoltre, qualche giorno prima l’annuncio del nuovo Presidente, lo Scaf ha emanato un emendamento che estende i poteri politici della Giunta fino a quando non ci sarà una nuova Costituzione e garantisce ai militare pieni poteri legislativi ed esecutivi. Gli articoli della Dichiarazione Costituzionale evidenziano chiaramente la volontà di limitare, il più possibile, i poteri di Mohammed Mursi.
L’articolo 56, ad esempio, dice che la Giunta ha il “potere di legiferare”; «Ha il diritto di promulgare le leggi» e «mettere il veto […]; «rappresenta lo Stato fuori il Paese, firma trattati e accordi internazionali»; E ancora, sempre nell’articolo 56, si legge «il Consiglio ha il potere di delegare il suo capo e si suoi membri». I militari, dunque, non solo si autogestiscono ma impediscono al Presidente autonomia nella politica estera. Ora bisogna vedere se Mohammed Mursi, sostenuto dai Fratelli Musulmani, entrerà in conflitto con il Consiglio Supremo delle Forze armate sulla Costituzione oppure se si limiterà ad accettare, così come disegnata dai militari, la spartizione del potere.
Sono diversi gli articoli della Costituzione del 1971, vigente al periodo di Mubarak, scomparsi nella Dichiarazione Costituzionale. Mubarak poteva emanare una legge «in circostanze eccezionali» (articolo 118), proporre delle leggi (articolo 109), dissolvere il Parlamento e creare nuove leggi in sua assenza ( articolo 147). Nessuno di questi articoli è stato salvato.
Un altro cambiamento fondamentale riguarda la rimozione dell’articolo 150: stabiliva che il Presidente era anche il Comandante Supremo delle Forze Armate; Viceversa, una serie di emendamenti nella dichiarazione costituzionale, pubblicati il 18 giugno, stabiliscono che il Consiglio militare al potere nomina i propri membri, in modo indipendente, senza interferenza esterne. Modifiche che, di fatto, mettono al riparo la Giunta dalle scelte del nuovo Presidente islamista. Inoltre Mursi, a differenza di Mubarak, non è più il Comandante Supremo delle Forze di Polizia ( articolo 184).
Ancora non è chiaro chi assumerà questo ruolo. Solo lo Scaf può decidere questioni legate alle Forze armate: tra cui la nomina dei comandanti o l’estensione della carica, rendendo così il Consiglio Supremo delle Forze Armate svincolato da qualsiasi potere e completamente autonomo. Non finisce qui: il Presidente neo-eletto non potrà dichiarare guerra senza l’approvazione della Giunta. Se ci saranno disordine all’interno del Paese, Mursi dovrà chiedere il permesso allo Scaf prima di prendere qualsiasi decisione. Il candidato dei Fratelli Musulmani non ha nessun tipo di controllo sulle armi o sulle forze armate.
La Giunta militare ha curato, nel minimo dettaglio, alcuni passaggi chiave prima della nomina di Mursi. Il primo, forse il più importante, è la nomina del Capo della Corte Costituzionale. Quest’ultimo è l’unico organo in grado di interpretare gli articoli costituzionali, la maggior parte dei quali sono vaghi e da definire. Prima che l’Egitto avrà una Costituzione completa, la Corte potrà determinare e delineare ulteriormente i poteri presidenziali e militari.
I militari, dopo la caduta di Mubarak, hanno stabilito che i capi della Corte vengono nominati dall’assemblea generale dei giudici per motivi di anzianità e non dal Presidente come avveniva prima. Questo ha permesso loro di confermare la nomina del nuovo capo della Corte Costituzionale, il giudice Maher El-Buheyri. Mohammed Mursi non potrà rimuovere El-Buheyri: ai sensi dell’articolo 57 della Dichiarazione costituzionale «[…] i giudici non sono soggetti a rimozione». Altro dato interessante è che i membri del Consiglio di Difesa Nazionale, che hanno il compito di decidere i modi di garantire la sicurezza e la sicurezza del paese, sono già stati nominati dalla Giunta.
A piazza Tharir prima dell’annuncio del nuovo presidente, uno striscione recitava «È chiaro che l’Egitto non ha eletto il nuovo Presidente ma la Regina d’Inghilterra».