Manifestare in Russia? La sanzione è più grave che per il racket

Manifestare in Russia? La sanzione è più grave che per il racket

Sono state necessarie 11 ore di dibattito alla Duma, la Camera Bassa dell’Assemblea Federale Russa, per ottenere un risultato di voto concreto sulla controversa proposta di legge che mira ad introdurre multe e sanzioni pecuniarie estremamente salate per chi organizza e prende parte a manifestazioni di piazza non autorizzate, ovvero senza il via libera delle istituzioni governative.

La norma, approvata frettolosamente nella notte tra martedì e mercoledì, è stata definitivamente approvata con 239 sì, 207 no ed un solo astenuto. Come da copione, le carte arriveranno oggi sulla scrivania del primo ministro Vladimir Putin, che dovrà firmare il tutto per trasformare in legge una proposta controversa e che non ha mancato di scatenare le ire delle associazioni per i diritti umani attive in Russia come Human Rights Watch, che parla di una «incredibile norma liberticida» e invoca l’articolo 31 della Costituzione, che garantisce indistintamente a tutti i cittadini senza precedenti penali la libertà d’assemblea e di aggregazione.

Oltre alla firma di Putin, sarà necessaria l’approvazione della Camera Alta, il secondo ramo del parlamento bicamerale russo, ma si tratta esclusivamente di pura formalità, poichè lo stesso Putin e i deputati di Russia Unita hanno da subito sponsorizzato e fatta propria l’idea di arginare e ridurre al minimo le proteste con mezzi legislativi.

Se l’iter burocratico farà il suo corso senza intoppi nelle varie commissioni, il disegno potrebbe diventare legge vigente entro il 12 giugno, data in cui è da tempo prevista una monumentale manifestazione anti-Putin promossa da opposizione politica, associazioni per i diritti umani e comuni cittadini che si riuniranno nelle strade di Mosca per esprimere il proprio dissenso. «Ciò non fermerà le nostre proteste», ha dichiarato alle agenzie stampa Boris Nemtsov, leader e deputato di Yeltsin-era, il partito che storicamente fronteggia con più veemenza Putin e Russia Unita negli ambiti istituzionali.

Il provvedimento, tuttavia, potrebbe avere proprio l’effetto sperato in vista del 12 giugno, quando per le strade della capitale si riverseranno circa 100mila persone. Le multe saranno salatissime. Per i singoli individui che organizzano o partecipano ad una manifestazione non autorizzata, la multa può raggiungere i 300mila rubli (circa 7mila euro) con 200 ore di servizio civile da svolgere in maniera complementare alla sanzione.

Per gli ufficiali e uomini che ricoprono cariche istituzionali, la cifra raddoppia: circa 600mila rubli. Il massimo della multa, invece, è riservato ai soggetti giuridici come aziende, enti e gruppi, la cui multa può toccare il milione di rubli, pari a 23mila euro. Per sciogliere le adunate, la polizia avrà a disposizione il consueto utilizzo della forza che da sempre la contraddistingue, con la possibilità di effettuare fermi fisici, prelievi ed identificazioni.

Nel 2007, è stata approvata una legge che legalizza l’utilizzo della violenza da parte delle forze dell’ordine, e anzi ne amplifica addirittura lo spazio interpretativo, tanto che per incappare in gravi guai, è sufficiente recarsi ad una manifestazione di massa camminando incappucciati o con il viso non totalmente esposto.

La cosa curiosa e al contempo molto preoccupante, è che per la legislazione russa la protesta va sconsigliata con pene e multe decisamente più severe rispetto a quelle riservate ai crimini più o meno comuni. La prostituzione è multata con 2.500 rubli (70 euro), il furto di autovetture con 120mila rubli (3.400 euro), la violazione di stoccaggio dei materiali nucleari vale solo 5.000 rubli (120 euro) di sanzione per i cittadini comuni, che possono anche praticare aborti senza alcun tipo di licenza medica per soli 80mila rubli di multa, pari a circa 2.000 euro.

Gli unici due reati che numericamente possono essere paragonati alle manifestazioni di piazza, sono la violazione delle precauzioni di sicurezza nell’utilizzo di materiali nucleari con conseguenti danni di tipo radioattivo (200mila rubli, poco meno di 6mila euro) e l’organizzazione illegale di giri di prostituzione, crimine punito con soli 500mila rubli. Un dato che se non tutto, racconta tanto della fobia russa per il dissenso.

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