IL CAIRO – La TV di Stato egiziana, “Maspero”, filogovernativa e sotto l’influenza del Consiglio Superiore delle Forze armate (SCAF), manda in onda, in questi giorni, una pubblicità xenofoba. Si chiede fermamente alla popolazione di non fidarsi degli stranieri presenti nel Paese perché potrebbero rivelarsi delle spie. Lo spot fa perno sui sentimenti, diffusi dai media governativi già durante la rivoluzione di gennaio, di paura e insicurezza. Scaricando la responsabilità del caos nel Paese sulle “spie straniere” , pronte ad approfittarsi della situazione di instabilità politica.
In questa fase di transizione e durante tutta la campagna elettorale, il candidato sostenuto dal Consiglio Supremo delle Forze Armate, Hamed Shafiq- ex ministro dell’aviazione nel governo di Mubarak- punta a ristabilire la sicurezza in Egitto. Questo il suo cavallo di battaglia in questi ultimi tre mesi ed il primo obiettivo prefissato se sarà eletto Presidente. Il ballottaggio tra Hamed Shafiq e Mohamed Moursi, candidato sostenuto dai Fratelli Musulmani, si terrà il 16 e 17 giugno.
Nell’ annuncio pubblicitario, della durata di 40 secondi, si vede un giovane straniero entrare in un caffè e osservare un gruppo di ragazzi: sono in tre e discutono animatamente, sorseggiando del tè . Il narratore, fuori campo, parla dello straniero e dice: «Sa bene perché è venuto qui (in Egitto), ha scelto i suoi bersagli. Non avrà difficoltà a parlare con loro : gli egiziani sono conosciuti per la loro ospitalità e simpatia».
Il ragazzo, dunque, si avvicina, cerca e trova facilmente un dialogo con loro: «Amo gli egiziani», esclama. I tre si fidano e lo fanno accomodare al tavolo. Cominciano così a parlare dei problemi sociali e politici nel Paese. Una di loro afferma: «i trasporti non funzionano e stanno aumentando i prezzi dei beni a dismisura»; e un altro, «abbiamo diversi problemi in ambito politico». Il narratore fuori campo, allora, con voce sostenuta e ferma, esclama: «Con chi vi state lamentando?». E con un tono di estrema disapprovazione, aggiunge «perché aprite il cuore del Paese a Lui(lo straniero)?». Nel video si vede chiaramente che il giovane ascolta con attenzione, raccoglie le informazioni, e le invia immediatamente tramite il suo cellulare.
Il narratore, allora, spiega che è pericoloso confidarsi con delle persone che non si conoscono. «Non dovreste parlare con chiunque: non sapete nulla di lui né dell’organizzazione per la quale lavora. Non fidatevi». E infine sempre questa voce fuori campo esclama «controllate le vostre parole prima di pronunciarle. Ogni parola ha un prezzo. La parola può salvare l’Egitto». Poi l’esortazione finale, «Egiziani, per favore, state attenti. Questo succede veramente, prendetevi cura del vostro Paese».
I media ufficiali, quotidiani nazionali e tv di Stato, hanno ricominciato a suggerire ai cittadini egiziani di parlare poco con i forestieri. Il sospetto del complotto estero contro la stabilità dell’Egitto era una tattica usata dal Consiglio Supremo delle Forze Armate (SCAF) durante la rivoluzione di Gennaio. Anche in quella circostanza, “Maspiro” , la TV del regime, incitava la gente contro i giornalisti stranieri perché spie e sabotatori al servizio dei Paese occidentali, inducendo così la popolazione ad averne paura. «L’America vuole creare caos e rovesciare i valori e le tradizioni egiziane», una frase che riecheggiava spesso nella TV di Stato. Questi stessi sentimenti vengono nuovamente strumentalizzati dall’esercito, e dal suo candidato Shafiq, per riprendere le redine del potere politico in Egitto.