Per noi vecchi e appassionati suiveur del Cavaliere, vedercelo in balia di un fantomatico piano definito «Rosa Tricolore», minuziosamente messo a punto da un semisconosciuto, tal Volpe Pasini (con lo stesso cognome c’è gente meno fancazzista che fa ottimi vini), che poi sarebbe un amico – figurarsi – di Dell’Utri e Verdini e che da modestissimo scrivano ha passato notti bianche per scrivere una delle relazioni più comiche della storia contemporanea, con il solo obiettivo di scavalcare le Olgettine nella considerazione del nostro Silvio Berlusconi, ecco, si diceva, per noi che gli vogliamo anche un gran bene, questo è uno dei momenti più difficili all’interno di un rapporto che dura ormai da una ventina d’anni (felici e non).
Essì, cari ragazzi, perché nel piano «Rosa Tricolore», opportunamente limato nelle segrete stanze della mega biblioteca di via Senato a Milano, dove Marcello Dell’Utri silenziosamente passeggia e si bea, è compreso anche un fantastico colpo di scena – tipo l’assassino è il maggiordomo. E l’assassino sarebbe proprio il sindaco di Firenze, che secondo l’astuta ricostruzione del Volpe (Pasini) verrebbe identificato come l’unico uomo politico in grado di rivitalizzare quel bollito di Silvio Berlusconi. Ma mica – occhio all’esprit de finesse – assoldandolo a destra, chè quello (furbo!) non accetterebbe mai, ma facendogli fare la sua bella lista civica – la lista Matteo – per poi convergere sulla medesima, con rara scelta di tempo. Fregandolo, insomma, che poi quello avrebbe i suoi bei problemi a scrollarsi di dosso un partito così ingombrante. Mirabile. Geniale.
Mirabile e geniale lo sarebbe anche nel caso opposto, visto che qualcuno ne dà tortuosissima interpretazione, per cui (il piano) sarebbe allo stesso tempo trama e ordito di un complotto rovesciato, ai danni proprio del Partito Democratico, che vedrebbe così pesantemente compromessa la “verginità” progressista del Matteo Renzi in vista del suo scontro con Bersani alle Primarie. Insomma, come la giri e la giri, una pirlata resta sempre una pirlata.
Ci sarebbe da concludere così, rivolgendoci con tutto l’affetto possibile al nostro vecchio amico Silvio: ma se lasciare le Olgettine ti fa così male, non è il caso di riaprire (ufficialmente) il Salone delle Feste di Villa San Martino?