Per vent’anni, le ironie non si sono sprecate sul taglio di capelli di Kim Jong-Il (tranne poi dover ammettere che il dittatore nord-coreano aveva doti strategiche notevoli, riuscendo a rimanere ben in sella anche in un periodo di enormi sommovimenti a livello regionale e globale). Il rischio adesso è di fare lo stesso con gli aneddoti “divertenti” sul figlio, Kim Jong-eun, oppure al contrario di leggere nei suoi gusti culturali dei segnali che non ci sono. La cautela non è mai troppa nel cercare di capire quello che succede a Pyongyang, ma certo dei cambiamenti, quantomeno generazionali, sono in corso.
I fatti, prima. Negli ultimi dieci giorni sono tre. Quello che ha ricevuto più attenzione è l’organizzazione il 29 giugno di un grande spettacolo di balli e canti, cui il giovane Kim ha assistito con grande partecipazione ed entusiasmo, che ha avuto come protagonisti alcuni dei personaggi più celebri della Disney. Tutto fatto in casa, dato che nessun copyright è stato pagato alla società ononima (anzi, ci si può chiedere se questa avrebbe incassato i diritti, oppure se li avrebbe rimandati al mittente visto l’anticomunismo di Walt Disney!). Ma in ogni caso un evento che ha permesso di speculare sulla volontà del neo-dittatore di trasferire ai suoi cittadini gusti che presumibilmente ha avuto modo di acquisire durante gli studi a Gümligen e Liebefeld, nel canton Berna.
Tanto più perché a questa manifestazione culturale Kim ha partecipato, e questo è il secondo fatto, con una donna misteriosa. La dama bianca di Pyongyang, secondo gli esperti in materia (che auspicabilmente non sono gli stessi che interpretano le foto satellitari per capire se la Repubblica Democratica Popolare di Corea ha acquisito l’arma atomica), sarebbe Hyon Song-wol, ex cantante della Bochonbo Electronic Music Band. Con Hyon – che appare anche in immagini più recenti della Korean Central Television, in occasione delle visite di Kim a un asilo e al mausoleo del nonno, Kim Il-sung – Kim avrebbe avuto una liaison una decina di anni fa, al suo ritorno dalla Svizzera, contrastata però dalla famiglia (di lui, difficile pensare che qualcuno abbia chiesto l’opinione di quella di lei). In ogni caso, il fatto stesso che Kim si mostri in pubblico con una donna, e in più lo faccia in manifestazioni di popolo, sembrerebbe dimostrare un’attitudine più aperta rispetto al padre, che si manteneva invece a grande distanza dai suoi sudditi. Del resto una precedente apparizione era stata al luna park di Mangyongdae, quando il “grande successore alla causa rivoluzionaria dello Juche”, “incredibile leader del Partito, dell’Esercito e del Popolo” nonché “rispettato compagno che è identico al Comandante Supremo Kim Jong-il” si era indignato per lo stato pietoso delle giostre.
In attesa che Hyon dichiari con un tweet le sue prossime nozze, la terza notizia è meno glamour ma probabilmente più importante. Citando imprecisati motivi di salute, lunedì la Central News Agency ha dichiarato che il vice-maresciallo Ri Yong-ho, capo di stato maggiore dell’Esercito del Popolo, vice-ministro della Commissione Militare e membro del Presidium dell’Ufficio Politico, è stato sollevato dalle sue funzioni. Ri era il numero 2 dell’apparato militare dopo Kim e la decisione, tanto più il fatto che sia stata presa di domenica, solleva interrogativi. Può segnalare che Kim ha deciso di imprimere una svolta al regime, allentando la morsa cui lo avrebbe sottoposto la vecchia guardia – il sessantanovenne Ri è figlio di uno dei compagni di Kim Il-sung durante la resistenza ai giapponesi. Oppure che Ri – pur essendo stato vicino a Kim in tutte le sue apparizioni pubbliche dalla morte del padre a fine 2011 – si sarebbe opposto alla decisione del Partito dei Lavoratori di nominare i propri uomini alla testa delle Forze Armate, anche per limitarne l’influenza economica (soprattutto i profitti dall’esportazione di materiale militare e missili). Il conferimento del titolo di maresciallo a Kim, annunciato qualche giorno fa, sembra rafforzare questa tesi e quindi che il Partito stia prendendo il sopravvento sulle Forze Armate.
La stella montante a Pyongyang sarebbe Choe Ryong-hae, un altro figlio d’arte – il padre, Choe Hyon, è stato Ministro della Difesa dal 1968 al 1976 – la cui promozione a vice-maresciallo è stata annuanciata sempre lunedì. Certo, per quel che se ne sa, nulla esclude che Choe sia il protetto di Kim – anche se sarebbe un giovane turco un po’ attempato dato che è del 1948 o 1950, a seconda della fonte. Il Ministero per la Riunificazione, a Seoul, in un’analisi delle più importanti personalità politiche emerse nel Nord negli ultimi mesi, ha mostrato del resto una prevalenza di sessantenni – anche perché con Kim padre il Paese era governanto da una gerontocrazia di ottantenni.
Poche certezze, quindi. E non potrebbe essere altrimenti dato che la situazione attorno alla Corea del Nord è in costante evoluzione. Pechino è alle prese con una transizione politica difficile, resa ancora più complicata dal visibile rallentamento dell’economia, e si interroga sulla reale volontà di Pyongyang di accelerare le riforme economiche. A Seoul ci si prepara alle elezioni presidenziali e l’incertezza regna sovrana. Per il momento c’è un solo vero candidato, Park Geun-hye del Saenuri, il partito al potere. Park è figlia del dittatore anti-comunista che represse la sinistra coreana negli anni 60 e 70, ma non è chiaro se seguirà la politica dell’attuale presidente, Lee Myung-bak, che ha sospeso ogni rapporto politico con il Nord. Ma non è neanche chiaro se Park sarà poi veramente eletta, dato che il 19 dicembre si potrebbe trovare di fronte Ahn Cheol-soo, candidato senza partito che gode di grandissima popolarità – forse anche perché per il momento si è ben guardato dal precisare come governerebbe in pratica, e questo vale anche per le relazioni inter-coreane.
A Nord del 38imo parallelo la situazione economica è chiaramente complicata ma il regime non ha ancora l’acqua alla gola: dopo 2 anni di recessione, secondo la Bank of Korea (del Sud, cioè) il PIl sarebbe cresciuto dello 0,8% nel 2011. Ma certo potrebbe essere un breve momento di sollievo, dato che la cattiva gestione economica e la siccità che affligge in questo momento l’intera penisola lasciano presagire un raccolto insufficiente. E la decisione di lanciare un satellite ad aprile ha fatto naufragare il cosiddetto “accordo dell’anno bisestile” che, firmato il 29 febbario, avrebbe consentito alla Corea del Nord di ricevere aiuto alimentare americano in cambio del rispetto degli impegni a denuclearizzare il paese presi nel 1991 con la Corea del Sud, nel 2000 con gli Stati Uniti e nel 2005 durante i negoziati a sei.
Quali prospettive allora? Dopo aver visitato Myanmar, Lee ha chiaramente indicato che quel modello di transizione sarebbe ideale. Ma non è veramente fattibile – anche perché a Yangon esiste una tradizione, ancorché lontana nel tempo, di libertà economica e politica che Pyongyang non ha mai conosciuto. Altri pensano che la strada giusta sia fare come Hong Kong – unificazione ma con due sistemi diversi in cui i lavoratori del Nord non si troverebbero a competere direttamente con quelli del Sud. Oppure la Corea del Nord potrebbe finalmente decidersi a seguire i consigli di Pechino – molta perestroika, necessariamente a scapito delle risorse a disposizione dei militari, senza nessuna glasnost. Soluzione di cui del resto sarebbero contenti anche russi e coreani del Sud, che si sentirebbero legittimati a far passare per il Nord il gasdotto di cui si parla da anni. Probabilmente l’unica cosa di cui a Pyongyang vogliono essere sicuri prima di avviarsi su questa strada è la garanzia di non trovarsi poi di fronte a un tribunale internazionale una volta che hanno rinunciato alla dissuasione atomica …