Un disegno di legge per riportare in Italia i due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone ancora detenuti in India. Un trattato internazionale tra Roma e Nuova Delhi firmato lo scorso 10 agosto e approvato questa mattina con inusuale velocità dalla Camera dei deputati. Così procede a fari spenti e lontano dal clamore la trattativa del governo per rimpatriare i militari italiani.
In linea teorica il trattato approvato poche ore fa a Montecitorio non riguarda direttamente il caso dei fucilieri di marina arrestati lo scorso febbraio – con l’accusa di aver ucciso alcuni pescatori indiani – mentre erano in servizio antipirateria su una nave italiana. Eppure il governo è sicuro che l’approvazione del documento servirà a sbloccare la situazione e riportare in italia i due militari.
Il disegno di legge approvato a larghissima maggioranza – 428 sì e un astenuto – introduce la possibilità di trasferire in patria i condannati dei due paesi. Un accordo siglato due mesi fa dal capo del dipartimento giustizia del nostro ministero e l’ambasciatore indiano a Roma. Come ricordato dal sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura i diretti interessati sono 18 cittadini italiani attualmente detenuti nelle carceri indiane e oltre 100 indiani che stanno scontando la pena nel nostro Paese. «In tal modo – ha spiegato il relatore del provvedimento, il presidente della commissione Esteri di Montecitorio Stefano Stefani – sarà possibile che i cittadini italiani reclusi nelle carceri indiane possano tornare in Italia, evitando di essere sottoposti a quella “pena nella pena”, rappresentata dalle difficoltà di ambientamento, di comunicazione e di socializzazione che incontra chi è detenuto fuori dal proprio Paese».
È chiaro l’obiettivo dell’accordo, ratificato in tempi record dalla Camera e già trasmesso al Senato per il definitivo via libera. Stefani spiega: «Ritengo che non possa sfuggire a nessun collega l’importanza di migliorare, in questa materia delicata, il quadro giuridico pattizio bilaterale al fine di accrescere il livello di fiducia reciproca tra i due ordinamenti, chiamati in questa fase a dirimere la nota controversia dei marò italiani sotto processo nello Stato indiano del Kerala, che è seguita con apprensione e partecipazione non solo dal Parlamento, ma da tutta l’opinione pubblica».
«Bisogna lavorare con la giusta sensibilità – ha chiarito il dipietrista della commissione Difesa Augusto Di Stanislao – con la giusta determinazione, facendo sì che questa ratifica segni un passo importante nei rapporti tra i due governi e, soprattutto, che faccia conseguire quel risultato utile che tutti noi auspichiamo».
Non solo buoni propositi. È lo stesso governo a mostrare fiducia sulla buona riuscita dell’operazione. «L’accordo – ha spiegato in Aula il rappresentante della Farnesina De Mistura – come ha detto giustamente il relatore potrebbe essere molto utile – Lo ripeto, molto utile – per risolvere e affrontare casi complessi che ci riguardano da vicino».