Anche con Crocetta in Sicilia non cambierà niente

Anche con Crocetta in Sicilia non cambierà niente

PALERMO – «Presidente, presidente, presidente». «Rosario, Rosario, Rosario, hip hip hurrà». C’è la ressa al comitato elettorale del neo presidente della Regione, Rosario Crocetta, in via Mazzini a Palermo. Ci sono amici, suppoter, giovani, e tutto lo stato maggiore del Partito democratico. Un signore scoppia in lacrime dall’emozione: «Guardi io ho sempre fatto battaglie per la sinistra, ma oggi mi sento felice e piango dall’emozione perché credo si sia realizzato un sogno». Alcuni ragazzi si abbracciano, è la prima volta che vedono vincere il Pd in Sicilia: «Sta cambiando qualcosa». «È allucinante quello che è successo», dice un militante del Pd. «È lo stesso sentimento che ho provato quando ho vinto il concorso all’università».

È questo il clima che del comitato elettorale di Rosario Crocetta. “Saro”, lo chiamano così, è lì a pochi metri, gli uomini della scorta lo proteggono da fotografi e giornalisti. È felice perché «oggi si cambia la storia della Sicilia». Lo scrutinio procede a rilento dalle 8 del mattino. Arrivati a metà, Rosario Crocetta è ben saldo al 31 per cento. «Il trend ormai si è attestato, Rosario è presidente!». Musumeci è dietro a inseguire, ed è ormai chiaro che Rosario Crocetta è il nuovo presidente della Regione Sicilia. 

Varca l’ingresso del comitato, sale le scale, ed entra in un comitato stracolmo di gente e giornalisti. Facce felici, abbracci a scena aperta. In sala arriva il capogruppo al senato dell’Udc, Gianpiero D’Alia, uno dei big sponsor di “Saro”. «Noi abbiamo bisogno di far cambiare l’immagine di questa terra, e Crocetta è l’uomo giusto», dice D’Alia. Poi sull’asse Pd-Udc: «Non so se è esportabile o meno a Roma ma è un modello vincente. Con Crocetta abbiamo trovato l’equilibrio tra Pd-Udc».

Ma ecco Rosario Crocetta: è lui «il nuovo presidente della Regione». Il Pd è il secondo partito dell’isola con il 13,6%, e le liste civiche “Crocetta presidente” hanno superato lo sbarramento del 5%. «Potremmo raggiungere la maggioranza assoluta solo con le nostre liste», spiega il senatore Pd Beppe Lumia, big sponsor dell’operazione Pd-Udc. Perché la frammentazione,e l’exploit del Movimento cinque stelle, prima partito in Sicilia con oltre il 18%, fanno sì che Crocetta non abbia la maggioranza. Stando ai dati giunti fin qui, il numero di deputati a sostegno di Crocetta oscilla fra 40 e 44, sotto lo soglia dei 46 che consentirebbe l’asse pd-Udc-Api di governare senza problemi.

Tant’è che la domanda che è stata fatta a Crocetta con più insistenza è stata la seguente: «A chi chiederà il sostegno per potere governare, si servirà dei deputati di Raffaele Lomabardo?». Insomma ci sarà l’inciucio con Lombardo? “Saro” rimbalza la domanda al mittente: «Troveremo una convergenza sugli atti senza inciuci. Non me ne frega niente di Lombardo». Poi una stoccata a Beppe Grillo: «Io sono veramente rivoluzionario, non lui che blatera».

Anche il segretario regionale Pd Giuseppe Lupo: «Noi abbiamo sconfitto Lombardo, Micciché, Musumeci e la destra di Berlusconi». Certo, «avremmo preferito partire dall’alleanza dei progressisti ma quella di oggi è una vittoria emblematica».

I partiti della sinistra radicale non entraranno a Palazzo dei Normanni. Sel e Idv non superano lo sbarramento del 5%, e resteranno per un altro legislatura a fare opposizione dal Palazzo. Giovanna Marano, candidata di Sel-Idv, si ferma al 6 per cento. A questo punto, non trovando sponde a sinistra, il neo presidente Rosario Crocetta, forte dell’alleanza Pd-Udc, dovrà bussare alla porta del Lombardo di turno. È davvero cambiato qualcosa?

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