I democratici assegnano la vittoria a Joe Biden, i repubblicani dicono che è stato un pareggio. Secondo un sondaggio effettuato dalla rete CBS, il 50% degli elettori incerti hanno trovato più convincente il democratico, il 31% Ryan. Biden è stato aggressivo e passionale, non ha commesso errori, ha attaccato l’avversario con caustica ironia, e ha evitato le sue tradizionali gaffe. Ryan è stato abile e solido, ma talvolta sfuggente e non è sempre riuscito ad arginare l’energia e l’esperienza del vicepresidente in carica che pure ha 27 anni più di lui (69 a 42). Nel secondo dibattito elettorale, quello che opponeva i numeri due, il candidato democratico ha vinto ai punti, con discreto margine.
Biden ha fatto quello che Barack Obama non fece la settimana scorsa nel primo dibattito con Mitt Romney: ha ribattuto colpo su colpo, ha interrotto l’avversario, lo ha attaccato sui suoi punti deboli. Ha preso in mano il dibattito fin dal primo minuto, ha intavolato scambi accesi e talvolta spettacolari, ha azzardato battute al limite del fair play. Come quando ha accusato Ryan di usare argomenti “malarkey”, cioè falsi e menzogneri, o di dire solo “a bunch of stuff” (un cumulo di robaccia). A quel punto la moderatrice è intervenuta per chiedere che cosa intendesse dire con quell’espressione inusuale. Ryan è intervenuto con pronta ironia: «È irlandese», scherzando sulle origini del suo avversario. Hanno riso tutti, anche Biden.
Il candidato democratico è sembrato in lieve difficoltà in occasione della prima domanda sul recente attacco terroristico in Libia, dove persero la vita l’ambasciatore Usa e altri tre americani. Si tratta di una ferita aperta per l’opinione pubblica americana e Ryan ha attaccato di petto, affermando che la crescente insicurezza degli americani è causata dagli errori della Casa Bianca. Ma a parte questo momento di incertezza, in politica estera Biden è apparso più sicuro e convincente, specie quando si è parlato della guerra in Afghanistan e della crisi siriana.
Per lo sfidante repubblicano, il momento più difficile è arrivato quando Biden ha ricordato una dichiarazione di Romney (rubata da una telecamera) secondo cui il 47% degli americani confidano nell’aiuto dello stato e non si sentono responsabili della propria vita. Ryan ha risposto in modo debole: «Mitt Romney è un brav’uomo che ha a cuore il 100% degli americani. Il vicepresidente sa che, talvolta, le parole non vengono fuori dalla bocca nel modo giusto».
Ci sono stati scambi duri sull’economia e Ryan è stato abile a restare sul vago, senza entrare troppo nel merito delle proposte estreme che fanno di lui il campione del Tea Party, fautore a oltranza del mercato libero e dello “stato leggero”. Una lunga schermaglia sul futuro della Social Security e del Medicare, due istituti che garantiscono la pensione e l’assistenza sanitaria agli anziani, è finita nelle sabbie mobili dei tecnicismi. Allora Biden ha concluso, con gli occhi fissi alla telecamera: «Gente, usate il vostro senso comune: a chi credete su questo argomento?». Quando Ryan, per suffragare le proprie proposte fiscali, ha ricordato che tagli alle tasse furono decisi anche da John Kennedy e Ronald Reagan, Biden è intervenuto con una risata: «Oh, ora sei John Kennedy?».
Molti repubblicani temevano che dal dibattito emergesse l’estremismo delle proposte economiche di Ryan, che a luglio fu scelto da Romney per galvanizzare l’ala conservatrice del partito in un monento in cui i sondaggi erano in caduta libera. Ma Ryan è stato abile a difendere le proprie idee iperliberiste senza entrare nel dettaglio di proposte che potrebbero spaventare la classe media. Su alcune questioni spinose è parso generico. Per esempio non ha spiegato come sarebbe possibile ovviare al gigantesco buco di bilancio causato dai tagli fiscali proposti da Romney. È probabile che Obama, nei prossimi dibattiti, cercherà di mettere all’angolo il suo avversario proprio su questo tema.
La vittoria ai punti da parte di Biden sarà sufficiente a invertire le sorti di una campagna che si sta mettendo male per i democratici? Probabilmente no. Ma è probabile che riuscirà a fermare un trend negativo e a spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dall’incolore prestazione di Obama ad alcune contraddizioni della proposta economica della coppia repubblicana.
Romney è ormai in vantaggio nei sondaggi: di due punti secondo Gallup, di quattro secondo Pew Research. In particolare, leggendo con attenzione il sondaggio di Pew, si trova un elemento chiave per interpretare l’ondata di insoddisfazione nei confronti dell’attuale presidente. Oggi 47 americani su cento pensano che Romney abbia idee innovative per uscire dalla crisi, solo 44 su cento pensano la stessa cosa di Obama. Di fronte a una crescita economica anemica e una disoccupazione troppo alta, gli americani cercano nuove idee. La settimana scorsa Obama ha dato l’impressione di non averne. Alle elezioni mancano 25 giorni. I prossimi due dibattiti decideranno chi salirà alla Casa Bianca.