De Benedetti, via Rasella e i meriti di Marchionne

De Benedetti, via Rasella e i meriti di Marchionne

La battuta, in fondo, era venuta in mente a tutti, anche a quelli più ostinatamente dalla parte di Sergio Marchionne. Ovviamente, e giustamente, però, nessuno l’ha pronunciata. Nessuno ha osato paragonare la decisione dell’ad della Fiat di mettere in mobilità 19 operai dopo il reintegro “giudiziario” di altri 19 a quel che accadde a Roma, in via Rasella. Ebbene, il muro è caduto oggi. E lo ha abbattuto un industriale, Carlo De Benedetti. Esagerando non poco.

Diciamo che un merito va sicuramente ascritto a Marchionne, ha fatto emergere in maniera clamorosa l’ipocrisia di gran perte del capitalismo nostrano. In questi giorni vi abbiamo offerto tanti punti di vista sul tema: dall’Ichino intervistato dal Foglio al Guerra che ha parlato col Corsera, a Massimo Cacciari che ha detto cose molte intelligenti a noi de Linkiesta. Oltre alle frasi del ministro Passera, il primo a parlare. 

È difficile avere un’idea netta in merito. Ci sono gli eccessi del manager, c’è la solita magistratura, c’è un sindacato che si ostina a non voler capire che il mondo è cambiato. E ci sono anche i presunti giganti del capitalismo italiano che talvolta si rendono ridicoli con frasi che forse neppure un operaio pronuncerebbe. Ecco, di questo va ringraziato Marchionne. Senza dubbio. 

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