«In settimana voglio concludere la giunta, i partiti lo sappiano: sono avvertiti, non posso aspettare i loro tentennamenti. I cittadini vogliono una giunta che passi all’azione. Non voglio uno scontro con i partiti, ma voglio dare un’occasione di rinnovamento è ora che ora la politica si apra». Rosario Crocetta, neo governatore della Regione siciliana, è in difficoltà. Sono passati più di venti giorni dalla “rivoluzionaria” vittoria dello scorso 28 ottobre, e la sua giunta è ancora in alto mare. Da ieri ha al suo fianco altri due tecnici: la funzionaria nissena di Confindustria Linda Vancheri, vicinissima all’attuale presidente degli industriali siciliani Antonello Montante, alla quale spetterà l’assessorato alle Attività Produttive, e il sostituto procuratore Nicolò Marino, destinato all’Energia.
Due nomi che si aggiungono a quelli di Lucia Borsellino, figlia del giudice ucciso da Cosa Nostra nel 1992 alla quale toccherà l’assessorato alla Sanità, e del cantautore Franco Battiato, cui spetterà la Cultura. Ma nelle ultime ore sull’assessorato affidato a Battiato si è aperto un giallo. «Battiato farà o non farà l’assessore?». Il musicista è stato chiaro: «Non posso certo occuparmi di sport o film commission». E sopratutto, aveva dichiarato: «Non chiamatemi assessore, chiamatemi Franco». Un modo come un altro per dire che lui non farà l’assessore come si intende nella vulgata del palazzo siciliano: non si occuperà degli aspetti burocratici dell’assessorato alla Cultura. E oltretutto, visti gli impegni professionali, non potrà farlo a tempo pieno. Tant’è che gli avvocati e i collaboratori del presidente della regione stanno studiando gli aspetti tecnici e giuridici relativi al ruolo che il cantautore avrà in giunta regionale. L’idea, al vaglio dei collaboratori e degli avvocati, sarebbe quella di «scorporare il Turismo dalla speciale competenza ai grandi eventi che l’artista vuole seguire per la Sicilia». In questo modo Battiato sarebbe un superconsulente per i grandi eventi, e l’assessorato Turismo e Cultura verrebbe affidato a un superburocrate del settore. Oggi l’artista incontrerà a Palermo il presidente della Regione per definire il ruolo nel governo.
Ma i problemi del neo governatore sono altri. In primis il suo partito di riferimento, ovvero il Partito democratico. Crocetta insiste per «una giunta di alta qualità», ma «senza politici». Il governatore è deciso a non mettere in giunta «deputati regionali, o ex deputati». Ma il segretario regionale Pd, Giuseppe Lupo, respinge il diktat: «È necessario che in giunta siano presenti politici che potranno essere o meno deputati. Non può essere certo il fatto di avere ottenuto migliaia di voti dagli elettori a far venire meno la competenza di persone di alto profilo che sono state candidate ed elette nelle nostre liste». Anche Antonello Cracolici, big sponsor di Crocetta durante la campagna elettorale, frena il neo governatore: «La rivoluzione si fa insieme e nel parlamento, cambiando le regole e riscrivendole, Questa è la democrazia senza la quale c’è il populismo».
Ai democratici, che in queste ore lamentano l’atteggiamento di Crocetta e il suo «presentismo mediatico», dovrebbero toccare quattro delle otto caselle ancora libere. «La spartizione dei posti Pd avverrà per correnti», assicurano. «Ma in queste ore tutte le correnti alzano l’asticella. Tutti vogliono un assessorato, o addirittura due assessorati. Per questo motivo si dilungano i tempi».
E l’Udc di Casini? Gli eredi della Balena Bianca puntano a tre assessorati, o a due assessorati e alla presidenza dell’Ars. D’altronde l’Udc, che ha raccolto l’11% dei consensi, è stato decisivo nella vittoria finale dell’ex sindaco di Gela. Oggi a Roma il capogruppo al Senato Gianpiero D’Alia riunirà la delegazione regionale per scegliere i nomi da proporre a Crocetta. Alcune indiscrezioni confermano che «l’Udc non gradisce assessori tecnici, ma politici di esperienza». Ad esempio, i nomi di Lino Leanza, rieletto all’Ars, e Giovanni Ardizzone, vicinissimo a D’Alia, circolano con insistenza, e trovano conferme anche fra i dirigenti regionali del partito di Casini.
Ma non è finita. Se quattro toccano ai democratici, e tre all’Udc, l’ultima casella, probabilmente quella dell’economia, verrà concordato dal governatore regionale con il governo nazionale. Un modo per vigilare sulle casse di una regione a rischio default. Dal Pd confermano: «Crediamo che una condivisione con il governo nazionale sull’assessorato all’economia sia di buon auspicio», spiega Giuseppe Lupo. «C’è la volontà da parte di Crocetta di trovare una personalità nazionale di alto profilo. Che possa piacere al governo nazionale», dicono i democratici. Ma dall’entourage del governo smentiscono: «È vero: c’è stato un incontro fra Crocetta e il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca. Ma è stato un incontro sui fondi europei».
Come finirà? Giovedì si terrà un incontro a Roma fra le forze politiche della coalizione che sostengono il governatore regionale, ovvero Pd e Udc, e Crocetta. Al summit dovrebbero partecipare anche Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini. «Non succederà nulla, non andrà a buon fine», spiega un parlamentare del Pd. «Ormai è chiaro che la giunta verrà completata dopo le primarie. Così Bersani non subirà critiche da parte di chi non riceverà alcuna poltrona. E in questo modo lo stato maggiore del Pd siciliano voterà compatto il segretario nazionale». Poi si vedrà.
@GiuseppeFalci