Oggi la Chrysler ha chiuso gli stabilimenti per consentire ai propri lavoratori di esercitare serenamente il loro diritto di voto. La Chrysler, sì, quella guidata da Sergio Marchionne che negli Stati Uniti – lo ricorderete – ha subito un duro attacco di Romney ed è coccolata come un campione da Obama. Il primo, arrabbiato per quei soldi spesi per salvare una grande fabbrica americana (e un paio di milioni di posti di lavoro tra diretto e indotto). Il secondo, orgoglioso della scelta fatta e, ovviamente, non disinteressato al voto di quei due milioni. Oggi giorno libero, insomma. Domani riaprono i battenti: e di sicuro si parlerà molto di politica.
7 Novembre 2012