Telecom, Tronchetti rinviato a giudizio mentre Sawiris è pronto a investire

Telecom, Tronchetti rinviato a giudizio mentre Sawiris è pronto a investire

Destini incrociati. Nel giorno in cui Telecom vola al rialzo (+4,20% a 0,72 cent) dopo la presentazione di un’offerta da parte del magnate egiziano Naguib Sawiris, ex numero uno di Wind – ma per una cifra inferiore ai 5 miliardi di cui si vociferava nei giorni scorsi, definita «inesatta» ed «eccessiva» dal diretto interessato, che pare entrerà sottoscrivendo un aumento di capitale da oltre 2 miliardi di euro – il presidente di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, viene rinviato a giudizio per ricettazione. Il provvedimento della procura di Milano si riferisce al presunto spionaggio illegale dell’agenzia Kroll ai danni di Telecom Italia, che si è costituita parte civile nel procedimento che partirà il prossimo 18 febbraio.

Una posizione, quella della Telecom guidata da Franco Bernabè, che viene respinta dal legale del manager milanese, Roberto Rampioni, che ha dichiarato all’Ansa: «Prendiamo atto che Telecom Italia si sarebbe costituita parte civile nel procedimento relativo alla ricettazione, ma riteniamo che non sia titolata a farlo in quanto la società non è persona offesa dal reato, né soggetto danneggiato». Secondo Rampioni «è importante ricordare fin da subito che il materiale pervenuto nella sede Pirelli, oggetto del contestato reato e comprovante lo spionaggio eseguito dall’agenzia Kroll ai danni di Telecom Italia, fu immediatamente inviato all’Autorità giudiziaria brasiliana e, successivamente, a quella italiana. È palese, peraltro, che tale comportamento fu certamente non in danno di Telecom Italia, ma volto a tutelare l’azienda».

Sempre a proposito di destini incrociati, oggi Mario Greco, amministratore delegato delle Generali, è stato cooptato all’interno del consiglio di amministrazione di Pirelli, al posto dell’ex Giovanni Perissinotto. Giova ricordare che il Leone di Trieste è tra i principali azionisti di Telecom attraverso la holding Telco, e allo stesso tempo detiene il 4,9% di Pirelli. Il comun denominatore è Mediobanca, di cui Tronchetti Provera è vicepresidente, è che è presente sia in Telco che nel gruppo della Bicocca, al 3,9 per cento. Fortunatamente, i soci “di sistema” possono tirare un sospiro di sollievo, almeno per il momento. I conti relativi ai nove mesi del 2012, diffusi oggi, evidenziano un utile netto in crescita del 22,7% a 308,3 milioni di euro, ricavi in crescita a 4,5 miliardi (+7,2%) e risultato operativo a quota 592,8 milioni (+31,4% anno su anno). Numeri che derivano dall’ottima performance del segmento Premium (fatturato a 1,6 miliardi al 30 settembre scorso, +23,5% anno su anno), che controbilancia il calo dei volumi, in contrazione del 7% rispetto allo stesso periodo del 2011. Ed è proprio questo segmento che, secondo quanto si legge nella nota stampa, controbilancerà la frenata, soprattutto in Europa. Sempre il comunicato recita che l’obiettivo sui margini, 800 milioni di euro, è stato aumentato del 13% rispetto al 12% precedente, ma quello sui volumi si riduce del 5-5,5 per cento. 

Il titolo ha chiuso a +1,46% a quota 8,6 euro per azione (il Ftse Mib ha chiuso a -0,39%), ma a preoccupare gli analisti sono due elementi: la posizione finanziaria netta che è peggiorata da 1,7 a 1,86 miliardi di euro e il fatturato. L’obiettivo per il 2012 è chiudere a quota 1,2 miliardi di indebitamento finanziario netto. Il fatturato 2012 è invece atteso a 6,15 miliardi di euro contro la promessa di 6,4 miliardi di euro fissati in precedenza. La società ha però diffuso i risultati a mercati chiusi, e nell’after hour il titolo è in calo dello 0,75% a 8,61 euro. Se la politica dei dividendi non riserverà dunque sorprese agli azionisti, altrettanto non si può dire delle tempeste legali che stanno attraversando i vertici della società.