Gli studenti del terzo millennio sono già sulla strada dell’istruzione 2.0. Le piattaforme Mooc (Massive open online course) offrono lezioni a distanza, gratuite e alla portata di tutti. E si stanno diffondendo sempre di più. Il primo esperimento di una certa importanza è stato probabilmente quello del professore di Stanford Sebastian Thrun. Nel 2011 ha caricato online il suo corso sulle intelligenze artificiali e ha attirato oltre 160mila studenti provenienti da 190 paesi, ovvero quasi da ogni angolo del globo.
Mooc, la rivoluzione dell’alta formazione
L’anno successivo, forti di questa esperienza, sono apparsi diversi progetti ben finanziati e sponsorizzati dalle più importanti università. I più importanti sono gli statunitensi edX e Coursera. EdX, ad esempio, è il progetto studiato e lanciato dall’università di Harvard e dal Mit. In un anno di vita ha già coinvolto oltre seimila studenti cinesi. E questo nonostante condivida i propri video su Youtube che in Cina è accessibile solo a chi è abbastanza esperto da poter aggirare la censura. Lo scorso febbraio, inoltre, EdX è riuscita a coinvolgere altre sei università in tutto il mondo e sta già trattando per averne una anche in Cina.
Sempre a febbraio di quest’anno, il suo competitor Coursera ha annunciato di aver coinvolto 62 università tra cui una ad Hong Kong e una a Taiwan. Ormai la sua vasta scelta di corsi viene offerta in diverse lingue, tra cui il cinese, lo spagnolo, il francese e l’italiano. Andrew Ng che insieme alla collega dell’Università di Standford Daphne Koller ha fondato quest’ultima “azienda tecnologica educazionale” si è più volte dichiarato egualmente eccitato dalle possibilità offerte dalle piattaforme mooc: si porta l’istruzione di alto livello in posti che normalmente hanno un accesso limitato alla conoscenza e allo stesso tempo si offre alle università l’opportunità di far conoscere i propri corsi in tutto il mondo.
Coursera è stata fondata ad aprile 2012 grazie a un investimento di 16 milioni di dollari da parte di due grosse aziende e oggi, a un anno di distanza, la “start up” ha già registrato l’accesso di 2,8 milioni di studenti superando di gran lunga le sue concorrenti che non sono ancora arrivate al milione. E se si guardano le provenienze degli studenti, è facile predire un boom di questa nuova tecnologia in tutti i paesi in via di sviluppo. Se quasi il 40 per cento è di origine statunitense (ricordiamo che Coursera è californiana) seguono Brasile, India e Cina (ognuna con circa il 10 per cento degli studenti iscritti). Quella delle piattaforme Mooc, comincia ad avere tutte le caratteristiche di una rivoluzione del mercato dell’alta formazione.
La Cina e l’e-learning
NetEase, un’importante azienda che si occupa di internet e innovazione tecnologica in Cina, fa notare che il numero di corsi online sono raddoppiati rispetto ai seimila dello scorso anno. Secondo il suo rapporto, la sua piattaforma di elearning avrebbe registrato 4,6 milioni di iscritti al e oltre un milione di visite al giorno. Ma John Zhang, fondatore di un altro importante portale che si occupa specificatamente di lavoro, ha puntualizzato al South China Morning Post che NetEase si limita a veicolare corsi online senza curarsi dei servizi peculiari offerti dalle piattaforme mooc, ovvero l’esperienza delle classi virtuali e l’opportunità per gli studenti di ricevere crediti e feedback sui propri lavori. Zhang è convinto che le Mooc siano da prendere sul serio e che rappresentino «un momento storico per l’alta formazione». Le Mooc a suo dire «non sono semplicemente uno strumento complementare all’alta formazione esistente, ma aprono una nuova era di formazione online».
Il suo sito, Guolairen, ha lanciato una propria piattaforma mooc lo scorso ottobre. È la prima della Cina continentale e in soli sei mesi ha raggiunto centomila iscritti. Zhang ha pianificato un investimento di 30 milioni di dollari in tre anni, durante i quali si dice certo di riuscire a coinvolgere università importanti come Harvard, Columbia e lo stesso Mit per creare una piattaforma specializzata all’avanzamento di carriera dei giovani cinesi. Non solo. Guolairen si aprirà anche al resto del mondo ospitando corsi di lingua cinese e tibetana per stranieri.
Il futuro delle Mooc
Un’espansione questa delle piattaforme per i corsi di massa online e aperti a tutti, che sembra inarrestabile. E le aziende leader di cui parliamo stanno già pensando a come finanziarsi una volta esaurito l’investimento iniziale. Coursera ha già dichiarato che l’accesso alla piattaforma rimarrà gratuito, ma applicherà tariffe tra i 60 e i 90 dollari per accedere all’esame finale e farà pagare anche un servizio di autenticazione dell’utente che permetterà a quest’ultimo di accedere a determinate classi e di ottenere determinati certificati.
Anche edX ha pensato ad offrire ai propri studenti la possibilità a pagamento di un esame finale che venga certificato e ufficializzato dall’azienda. EdX sta inoltre esplorando il campo del business to business. L’idea è quella dell’economia di scala: vendendo lo stesso corso a diverse università che non lo abbiano attivato, il prezzo del servizio sarebbe sicuramente competitivo. Inoltre, sottolinea sempre il fondatore di Guolaren John Zhang, per le università che decideranno di mettere i propri corsi a disposizione delle innovative piattaforme Mooc non è da sottovalutare un effetto positivo sul proprio nome. Insomma, sembra che il mondo dell’alta formazione sia di fronte a una sfida. E che a partecipare ci sia solo da guadagnare.