Nel mondo analogico, quando l’economia procedeva a passi incerti, incespicando come una ginnasta inesperta in equilibrio sulla trave, gli investitori compravano oro. Oggi, mentre l’economia si esibisce in un triplo carpiato all’indietro, i cittadini stanno scoprendo un nuovo bene rifugio: la valuta digitale. La perdita di fiducia nelle banche, un sistema finanziario estremamente volatile e l’introduzione di prelievi forzosi sui conti correnti: tre fattori che, a Cipro come altrove, hanno spinto decine di risparmiatori a trasformare i propri soldi in Bitcoin, la cyber-moneta anonima e decentralizzata creata nel 2009 da un gruppo di programmatori conosciuto sotto lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto.
In Canada, secondo quanto riporta la BBC, c’è persino chi ha deciso di vendere la propria abitazione preferendo un pagamento in Bitcoin anziché in dollari: se volete acquistare il bungalow di Taylor More ad Alberta, due camere da letto due, dovete sborsare 7.054 Bitcoins. Il venti marzo, quando l’annuncio venne pubblicato per la prima volta, ogni cyber-moneta valeva 54 dollari (e l’appartamento 380mila). Oggi dopo nemmeno due settimane, il valore è quasi raddoppiato, arrivando a toccare quota cento dollari (e l’appartamento 705mila). La popolarità dei Bitcoin tra gli internauti è in grande crescita, ma il timore di una bolla speculativa è concreto; senza contare che la moneta digitale non è ancora protetta in modo adeguato dai furti virtuali, dalle truffe, dagli attacchi hacker.
La rinnovata popolarità dei soldi digitali negli ultimi mesi ha contribuito ad aumentarne anche la credibilità in termini di scambio: se fino ad un anno fa con i Bitcoin potevate comprarci solo la pizza, recentemente anche Reddit ha iniziato ad accettarli come metodo valido di pagamento, segno di come qualcosa stia davvero cambiando. Un ulteriore (per quanto involontario) attestato di credibilità è arrivato anche dal Dipartimento del Tesoro americano: il Financial Crimes Enforcement Network, che combatte il riciclaggio, ha esteso le leggi vigenti anche alla moneta digitale. Una delle particolarità del Bitcoin è la sua duplice orientamento: da un lato lavora come una comoddity money e una fiat money, il cui valore in una fase di “espansione monetaria” è uguale al costo marginale di produzione.
Presto, i 10,952,975 Bitcoins attualmente immessi nel mercato finanziario ( la “produzione” della moneta peer to peer, regolata da un algoritmo, dovrebbe calare anno dopo anno per arrestarsi del tutto nel 2140), potranno essere acquistati e venduti attraverso appositi bancomat “fisici”. L’idea è stata lanciata da Jeff Berwick, un imprenditore americano fondatore di StockHouse.com e di The Dollar Vigilante. Il Bancomat permetterà di trasformare i propri soldi “cartacei” in valuta digitale e viceversa, grazie ad un apposito sistema di transazione online. Secondo quando comunicato dallo stesso Berwick a Business Insider, il primo modello è stato già ultimato, e potrebbe venire attivato proprio a Cipro dove, secondo l’imprenditore, si è creato un “escosistema ideale” per testarne le funzionalità.
Prossimamente, però, i bancomat Bitcoin potrebbero arrivare anche altrove. A Los Angeles, dove è stato sviluppato il progetto, e in altri trenta paesi. Sono infatti già più di trecento, secondo quanto dichiarato dallo stesso Berwick, le “ordinazioni” arrivate da ogni parte del mondo. Si tratta di un dato tutto da verificare, ma se fosse vero? Potremmo davvero trovarci fuori di casa un convertitore di Bitcoin? E i nostri soldi sarebbero davvero investiti meglio in un conto Bitcoin che in una banca tradizionale, in una casa, o in chilo d’oro? Una domanda che si è posto anche Peter Cohan di Forbes, in un articolo intitolato: Are Bitcoins Safer Than Cyprus? Staremo a vedere. Nel frattempo, proprio grazie ai Bitcoin è stato finanziato un progetto che vorrebbe sviluppare una stampante 3-D in grado di produrre una pistola funzionante. Tremate, il futuro è già qui.