Un portale per distribuire “dal basso” film e documentari, privilegiando le autoproduzioni e puntando tutto sulla condivisione libera dei contenuti attraverso il Creative Commons. È con queste premesse che, il 18 aprile 2013, è andata online Distribuzioni dal Basso, una piattaforma ideata e progettata dalla casa di produzione indipendente emiliana Smk Videofactory.
Il fondatore, Andrea “Paco” Mariani, ha una certa esperienza nel campo dell’autoproduzione: ha scritto (insieme a Nicola Zambelli) un documentario in Palestina – Tomorrow’s Land – che ha girato l’Italia e l’Europa grazie a metodi di autodistribuzione e ora sta realizzando Green Lies, dedicato agli aspetti meno chiari e trasparenti dell’economia “verde”, che si sta finanziando attraverso il crowdfunding.
Andrea, da dove nasce l’idea di lanciare un portale di questo tipo?
La scelta di lanciare il progetto di Distribuzioni dal Basso nasce contemporaneamente da una riflessione e da una esigenza. Riflessione sul fatto che crediamo i tempi siano pronti per contribuire alla costruzione di un network nazionale di freelance e operatori nati in questi anni all’interno dei percorsi di Creative Commons e di crowdfunding in Italia. Un’esigenza, cioè quella di rendere gli esperimenti di autodistribuzione attuati da realtà simili alla nostra in questi anni, un percorso identificabile e stabile sul lungo periodo. L’intento è fare in modo, in altri termini, che DDB diventi nel corso del tempo non solo un riferimento per registi e freelance ma anche un punto di incontro di questi ultimi con sale cinematografiche, circoli, scuole e centri sociali e culturali, ai fini di stimolare la distribuzione e la circolazione dei progetti proposti da DDB.
Come selezionate il materiale che verrà distribuito sul sito?
Il team utilizzerà due filtri: uno di natura “redazionale”, in cui ci assumiamo la responsabilità di stabilire quali contenuti sono inseribili o meno nel sito DDB. Un filtro di natura legale: verranno accettati solo film che siano licenziati nelle diverse formule del Creative Commons, dando particolare attenzione ai progetti nati con produzione di crowdfunding. Sul sito sarà attivata comunque una pagina “Come funziona DDB” che spiegherà nei dettagli tutti gli aspetti del funzionamento del sito, sia dal punto di vista dell’utente che da quello del regista.
Di solito il crowdfunding serve a finanziare un progetto da realizzare. Stavolta, invece, finanzierà progetti già ultimati. E’ uno strumento comunque adeguato allo scopo?
Crediamo vivamente che sia così. In questi anni portali come Produzioni dal basso hanno dimostrato che un modo diverso di produrre cinema indipendente è possibile. Soprattutto finalmente il concetto di indipendenza assume un carattere chiaro e non vuoto come poteva esser sino a qualche anno fa, assumendo al suo interno meccanismi di autoproduzione rodati e funzionali allo scopo. Si tratta ora di sperimentare modalità che possano sostenere la circolazione di questo tipo di progettualità indipendenti. Trovare in altre parole un comune denominatore alle tante esperienze di autodistribuzione realizzate in questo ultimo periodo in Italia. Fare network. Nella consapevolezza che internet crea costantemente nuovi spazi di scambio di informazioni e storie.
Com’è nato il rapporto con Produzioni dal Basso?
Parlare di patrocinio è errato perchè eccessivamente formale. Per la nostra esperienza, Produzioni dal basso è sempre stato un punto saldo di riferimento, fin dai nostri primi passi. Quando nel corso degli anni le nostre valutazioni ci hanno portato a pensare “Distribuzioni dal basso”, ovviamente PDB è stato il primo interlocutore a cui ci siamo rivolti. Per sapere cosa ne pensassero loro e per farci consigliare tutta una serie di aspetti che loro, per esperienza, possono meglio aver in chiaro. Politici come tecnici. Quindi si tratta concretamente di un confronto aperto e continuativo. Stiamo valutando insieme anche forme di dialogo tra i 2 portali, ma questi aspetti sono ancora in fase di valutazione.
Cosa vi differenzia da portali simili già esistenti?
La particolarità del nostro progetto è tutta nella scelta politica della struttura: licenze Creative Commons e strumenti di donazione. Il supporto economico è importante, ma vogliamo provare a costruire delle relazioni economiche nuove che si allontanino dai meccanismi classici di vendita.
Tu sei un giovane filmmaker che si è ritrovato a confrontarsi col mercato di distribuzione in Italia. Cosa funziona e cosa non funziona?
La domanda è molto complicata e difficilmente vi si può rispondere in poche righe. Quello che possiamo metter sul tavolo di riflessione è sopratutto l’aspetto generazionale: senza troppa retorica sappiamo bene di esser stati la generazione “lasciata fuori” dai giochi. Per ragioni politiche di natura varia. Se questi nuovi modelli, sia produttivi che distributivi, possono contemporaneamente riscattare la nostra generazione e mettere in discussione le logiche stesse dell industria culturale di questo Paese, ci auspichiamo allora che ci siano sempre più esperimenti ed esperienze dal basso come è stata la nostra fin dal primo giorno. In questo nuovo mondo in divenire, il concetto di “concorrenza” non fa parte del nostro vocabolario.