Il Pdl tifa Enrico Letta, il Pd preferisce Amato

Napolitano al rush finale. Notte di trattative. Letta in pole position

Giorgio Napolitano si prende un’ultima nottata. Stamattina, dopo essersi recato alla camera ardente di Antonio Maccanico, il presidente della Repubblica chiamerà al Colle il futuro presidente del Consiglio per conferirgli l’incarico.

Al termine di una giornata di rapide consultazioni al Quirinale, resta da sciogliere il nome del prescelto. Due le opzioni: Giuliano Amato ed Enrico Letta. A scanso di clamorose novità sembra definitivamente tramontata l’ipotesi Matteo Renzi, che pure aveva monopolizzato il dibattito politico per buona parte della giornata appena trascorsa.

Avanzata da una parte dei vertici Pd, accolta con favore dallo stesso sindaco rottamatore, la candidatura di Renzi è stata l’argomento principale delle discussioni in Parlamento. A frenare definitivamente lo scenario, si racconta, sarebbe stato Silvio Berlusconi. Preoccupato di dare troppa visibilità al futuro leader avversario. Ieri sera restava il dubbio se l’opzione del primo cittadino di Firenze fosse effettivamente finita sul tavolo del presidente Napolitano.

E così restano in pista Letta e Amato. Un testa a testa. Il vicesegretario Pd avrebbe il merito di dare al governo una indubbia connotazione politica. Esattamente quello che chiedono i berlusconiani. Ecco perché nel Pd non tutti vedono di buon occhio la sua nomina. Amato ha dalla sua l’esperienza e la caratura internazionale. Oltre ai buoni rapporti con il capo dello Stato.

L’investitura di Letta sarebbe gradita poi soprattutto alla Lega Nord di Roberto Maroni, che con un governo Amato non vuole avere nulla a che vedere. Anche se, circola voce in via Bellerio, il Carroccio avrebbe l’idea di astenersi in entrambi i casi. «Saremo all’opposizione», spiega un senatore di rango, ricordando che in ogni caso il lavoro svolto da Giancarlo Giorgetti come saggio non andrà perduto: la stima del presidente Napolitano per la mente economica della Lega resta immutata. 

In ogni caso il futuro esecutivo dovrà essere formato da ministri espressione diretta dei principali partiti politici. Salito al Quirinale per le consultazioni Silvio Berlusconi lo ha ripetuto al presidente (anche se in queste ore è Napolitano, dalla sua posizione di forza, a dare indicazioni ai partiti. Non viceversa). Pd e Pdl saranno rappresentate al governo in maniera equilibrata. Al termine di un incontro brevissimo il Cavaliere conferma la necessità di un esecutivo «forte, che possa prendere provvedimenti importanti». Soprattutto, un governo «duraturo, fondato su un accordo tra le forze politiche democratiche che sono in campo».

Oltre Pd e Pdl sarà garantita la rappresentanza anche dei montiani. Dopotutto il governo Monti è stato fortemente voluto proprio da Napolitano, difficilmente il capo dello Stato potrebbe rinnegare quella scelta. A scendere, semmai, sono le probabilità di una conferma alla Farnesina per il premier.

Intanto si torna a ragionare sulla squadra di ministri. Dal tecnico Saccomanni, ai politici Quagliariello e Violante. Potrebbe esserci spazio per il Pdl Raffaele Fitto. Ma anche per gli attuali titolari dello Sviluppo Economico e degli Interni Corrado Passera e Anna Maria Cancellieri. Di questo, soprattutto, si è parlato durante gli incontri di oggi di Napolitano con le principali forze politiche.

Situazione diversa per Vittorio Grilli, attuale ministro dell’Economia. In questi giorni era data per certo della sua permanenza in via XX settembre, ma dopo gli scandali comparsi sui giornali la sua sedia sta iniziando a traballare. In questa chiave, nel caso in cui dovesse essere Amato il premier incaricato, c’è chi pensa che possa essere proprio Enrico Letta il nuovo inquilino del ministero dell’Economia.

Nessun limite alla durata dell’esecutivo, se non il tempo necessario per completare le riforme indicate da Napolitano. È proprio dai provvedimenti indicati ieri dal presidente durante il suo discorso in Parlamento che si deve partire. Legge elettorale, riforme costituzionali, emergenza lavoro. «Il governo dovrà nascere sulla scia delle sue indicazioni» ha confermato Enrico Letta dopo un lungo faccia a faccia tra la delegazione Pd e il presidente.

Rapido l’insediamento dell’esecutivo. Al conferimento dell’incarico seguirà il giuramento della squadra di governo. Gli assistenti parlamentari sono già stati pre-allertati per le giornate di venerdì e sabato: i due voti di fiducia presso la Camera e il Senato potrebbero avvenire in quelle date. Entro la fine della settimana il nuovo governo fortemente voluto da Napolitano sarà operativo 

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