Non sarà il governo dei «sindaci», ma poco ci manca. Perché l’esecutivo di Enrico Letta ha tante differenze rispetto al passato, dalle donne “all’internazionalità” dei ministri, ma soprattutto una forte componente: quella territoriale. Attaccamento al territori e alle autonomie locali. Mai si era visto un governo con un ministro che è il presidente dell’Anci, associazione dei comuni italiani.
Si chiama Graziano Delrio, lo definiscono un fedelissimo di Matteo Renzi, ma è soprattutto il sindaco di Reggio Emilia e vanta rapporti politici da destra a sinistra. Perfino con la Lega Nord di Roberto Maroni, che in queste ore strepita contro Cecile Kyenge, ministro «È di sicuro un fatto positivo» dice Attilio Fontana, primo cittadino di Varese e presidente Anci in Lombardia «speriamo che finalmente si possa fare qualcosa per i comuni. Se posso consigliare qualcosa a Delrio e a Zanonato è di non pensare troppo ai loro partiti…».
Dopo il renziano, infatti, il secondo elemento di attaccamento al territorio è il padovano Flavio Zanonato, nuovo ministro per lo Sviluppo Economico. Lo hanno chiamato il sindaco sceriffo, perché da sindaco di Padova non ha mai fatto sconti all’immigrazione, tanto che alcuni lo hanno perfino soprannominato un leghista nella terra, il Veneto, dove la Lega Nord ha un governatore di nome Luca Zaia. Cresciuto nel Partito Comunista, sostenitore e vero king maker delle aggregazioni nelle public utilities, Zanonato e’ stato tra i promotori della fusione di Acegas-Aps nell’emiliana Hera.
Sul piano delle politiche fiscali il primo cittadino padova si è battuto invece perche’ l’Imu fosse “attribuita integralmente ai Comuni”, manifestando contrarietà alla sua abolizione, perché «l’Imu in realtà è la tassa di condominio delle città, necessaria per il pagamento dei servizi ai cittadini». Non solo dall’Imu, ma su molte altre misure che riguardano le istituzioni locali, dalla Tares allo sblocco dei crediti, dovrà mettere mano il governo.
In uno dei suoi ultimi comunicati proprio Delrio spiegava che «il comparto dei Comuni è in avanzo e non produce più effetti negativi sui conti. Negli anni dal 2007 al 2014 il contributo finanziario dei Comuni al risanamento della finanza pubblica è stato di oltre 15 miliardi di euro. Deve essere chiaro che il prezzo sociale di queste manovre finanziarie è ormai insostenibile per la collettività e per le imprese». Secondo Delrio occorre integrare «il Def 2012 con i prospetti relativi ai singoli comparti, sia in termini di analisi dei risultati conseguiti, sia con riferimento alle proiezioni tendenziali per gli anni 2012-2015» e poi «esplicitare la distribuzione della manovra di bilancio per singolo comparto» valutando «i contributi forniti al risanamento e l’impatto sui pesi relativi all’interno della Pubblica amministrazione».
Ma non ci sono solo Zanonato e Delrio, due sindaci puro sangue nella squadra di governo. Anche Carlo Trigilia, ministro per la Coesione Territoriale, prende il posto di Fabrizio Barca, da professore di Scienze Politiche all’Università di Firenze ha portato avanti in questi anni politiche volte alla sviluppo e all’incremento del potere sui territori. Lo ha fatto con un libro «Politica, istituzioni e sviluppo: un approccio sociologico», mettendo in relazione il capitale sociale nell’istituzione locale.
Il professor Trigilia è un esperto delle economie e delle reti dei territori, del Mezzogiorno in particolare, e delle relazioni fra loro: «Su questi temi» ha detto a caldo «negli ultimi tempi ho insistito affinchè si modifichi in modo decisivo il rapporto tra Nord e Sud diversamente da come impostato finora». Tra i punti di partenza dell’azione del neo-ministro alla Coesione territoriale «ci saranno i fondi europei. Comincerò dalla massima valorizzazione per tutto il Paese di queste risorse, perché i fondi europei siano spesi e si vada a spenderli bene».
Non solo. C’è anche Massimo Bray, nuovo ministro della Cultura, pugliese, blogger, ma soprattuto presidente presiede il consiglio d’amministrazione della Fondazione La Notte della Taranta, che organizza il più grande festival europeo di musica popolare, dedicato al recupero della pizzica salentina e alla sua fusione con altri linguaggi musicali, dalla world music al rock, dal jazz alla sinfonica. Il festival è divenuto, negli anni, un riconosciuto modello culturale che, di edizione in edizione, non cessando di produrre nuove forme di elaborazione artistica, ha cominciato a produrre interessanti economie per il territorio.
E infine anche Cecile Kyenge, ministro per l’Integrazione, promette di investire molto sui territori, dove l’immigrazione si fa più sentire, nei distretti industriali come nelle comunità locali. «Dipenderà anche da noi» ha spiegato «ma non possiamo non realizzare alcune riforme prima di finire, come la legge elettorale, alcune priorità nel campo del lavoro. Soprattuttola legge elettorale e nelle mie priorità c’è lo «ius soli».