Isole Borromee, un paradiso a portata di mano

Intervista al Conte Vitaliano Borromeo

La Rocca di Angera, l’Isola Bella e l’Isola Madre sul Lago Maggiore a Stresa: tre luoghi da vedere non solo per la loro bellezza naturale, ma anche per le meraviglie artistiche che racchiudono, tra ville, sale affrescate, giardini, collezioni di bambole antiche e arazzi del 1500. Tutte queste proprietà appartengono alla famiglia Borromeo, e sono aperte al pubblico che può raggiungerle e visitarle semplicemente acquistando un biglietto ed eventualmente organizzando una guida che lo accompagni attraverso i vari luoghi. 

Non c’è momento migliore per recarsi in visita in queste parti del Lago, dato che la famiglia Borromeo ha appena concluso una serie d’interventi di restauro che hanno riguardato praticamente ogni parte di questa proprietà: dalla Sala della Giustizia nella Rocca di Angera (affrescata dopo la Battaglia di Desio del 1227 dal “Maestro di Angera”), fino alla collezione di bambole, automi, case di bambola, abiti e carillon di ogni epoca, o il giardino medievale appena ricostruito dopo studi sulla botanica dell’epoca, tutti racchiusi nella Rocca, fino al restauro conservativo delle facciate di palazzo Borromeo all’Isola Bella, o il suo relativo Giardino Barocco, le cui dieci terrazze sovrapposte vanno a formare una piramide tronca e su livelli differenti, tutti collegati da scalinate e immersi in una vegetazione estremamente varia e mista di diverse specie. Sempre nel Palazzo dell’Isola Bella sono conservati i sette arazzi del Cardinale Mazzarino, capolavori della tessitura fiamminga del 1500, che i Principi Borromeo ricevettero in dono dal Cardinale Vitaliano VII Borromeo e che sono ritornati ora all’Isola Bella dopo due anni di intervento di restauro in Belgio. All’Isola Bella si può anche visitare la vasta zona sotterranea dotata di uno speciale micro clima che ha favorito lo svilupparsi di una numerosa colonia di pipistrelli. In soli tre anni, però, questi sono drasticamente diminuiti, arrivando da 1000 a 500: dopo un lungo periodo di studi, sono stati decisi degli interventi per favorire una nuova proliferazione della colonia.

Tra glicini, camelie in fiore, giardini medievali, palazzi interi restaurati, quadri, arazzi e persino zone sotterranee, è interessante notare la vita che necessariamente scorre intorno ad una tale proprietà, o che ad essa fa riferimento, ed è stimolante approfondire le politiche, i vantaggi e i motivi che stanno dietro e possono garantire una sua gestione aperta al pubblico e alle visite. Per fare ciò abbiamo parlato direttamente con il Conte Vitaliano Borromeo, che amministra e gestisce le Isole

Conte Vitaliano Borromeo, essere proprietari di tali meraviglie oggi è certamente motivo di onore. È però anche un onere? In cosa soprattutto?
Più che di onere parlerei di responsabilità: bisogna riuscire a mantenere attivo un patrimonio costruito in generazioni e generazioni. Ciò è anche, allo stesso tempo, motivo di orgoglio e di gioia: è bello potersi occupare di qualcosa perché lo si vuole poi passare ai futuri figli o comunque parenti.

Come si riesce ad adottare una politica di mantenimento economico di queste proprietà?
Forse noi siamo un po’ avanti rispetto ad altri proprietari terrieri perché abbiamo deciso di aprire le Isole agli altri, ai turisti. Se tutto il patrimonio artistico in Italia fosse gestito con un’attenta politica da parte dei privati, molte proprietà potrebbero certamente mantenersi meglio: il turismo opera anche come fattore di aiuto al mantenimento. Abbiamo deciso circa 50 anni fa di aprire le Isole, e siamo stati un po’ i precursori di questo modo di gestione delle proprietà. Si sta dimostrando uno degli unici metodi efficaci.

Siete in contatto con gli altri proprietari di ville e beni storici?
Sì, soprattutto chi fa parte delle “Dimore Storiche”: è un sistema di scambi di esperienze, di opportunità e di conoscenza reciproca.

Che ruolo assume lo Stato nella gestione e amministrazione di questi bene storici? Aiuta o è anche meglio non chiedere il suo intervento?
Oggi l’amministrazione pubblica non ha fondi, è inutile chiedere dei finanziamenti. Semmai sarebbe importante che ci aiutasse abbassando le tasse. L’Imu è per noi una tassa deleteria, e chi non ha messo in piedi nel passato una organizzazione come la nostra non so come potrà mantenere la propria proprietà.

Deleteria anche perché attorno alle Isole create dei posti di lavoro, anzitutto nel turismo, ma quali anche?
Circa 80 persone più un Direttore Generale lavorano per noi a tempo pieno. Poi ci sono i restauratori magari contattati per uno specifico progetto, chi si occupa dei giardini e molte altre mansioni che ruotano attorno alle Isole. In particolare, tra gli addetti alla manutenzione degli immobili e quelli che curano la parte di giardino, ci sono in tutto circa 25 persone che, in base ad una tabella di manutenzioni ordinarie e straordinarie, operano quotidianamente nelle proprietà aperte al pubblico. Questi addetti vivono sulle sponde del Lago Maggiore. Le persone scelte per lavorare sulle isole e ad Angera sono fondamentalmente persone di fiducia che coniugano al “saper fare” un approccio sensibile ed attento nella cura di un patrimonio fragile e variegato. Per farle qualche esempio, il muratore deve essere un po’ anche restauratore ed il giardiniere non deve solo tagliare i prati, ma deve conoscere e saper curare piante difficilmente reperibili a queste latitudini. A seconda delle necessità, come dicevo pocanzi, però, ci appoggiamo anche ad aziende esterne di comprovata esperienza, come è successo ad esempio per gli Arazzi per cui ci siamo rivolti ad un centro di restauri belga.

Si può dire che intorno alle isole e alle proprietà esista un “villaggio” che di fatto vive per le esigenze di queste?
Direi che tutto sommato è vero; le isole sono un microcosmo attorno al quale operano tante persone animate da passione e buona volontà.

Dove in particolare è necessario un maggiore lavoro e una più alta necessità di organizzazione e coordinamento?
Gli aspetti logistici, i trasporti sull’acqua e il loro coordinamento sono quelli che richiedono maggior lavoro. È per questo che abbiamo una piccola flotta di imbarcazioni e molti dei nostri addetti hanno la patente nautica per muoversi con agio tra le due isole e organizzare i trasporti di merce e materiali vari; in alcuni casi abbiamo comunque bisogno l’ausilio di elicotteri per alcuni trasporti speciali.

Quanto contano le nuove scoperte tecnologiche, e quanto la fantasia e le nuove idee nella gestione di queste proprietà?
Più che di fantasia parlerei di visione prospettica del futuro, e quindi capacità d’investimento. Certamente internet aiuta molto, le nuove tecnologie diciamo, e allo stesso tempo è funzionale aprire un buon bookshop, una caffetteria. Se l’Italia sapesse usare con più accortezza e intelligenza il suo ricco patrimonio artistico, certamente ne ricaverebbe molti vantaggi. La Francia è un esempio da emulare e tenere presente: qui non c’è una mentalità dinamica e aperta come là.

C’è qualcosa che tiene a sottolineare per concludere quest’intervista?
Sì, che la mia famiglia si è sempre adattata per realizzare i cambiamenti necessari per mantenere un certo livello di indipendenza. Ovvero: non viviamo delle Isole, abbiamo altre attività, e quindi le Isole hanno una propria autonomia, ciò che ricaviamo dalle visite e l’apertura al pubblico è tutto destinato al mantenimento delle isole stesse.

Info: www.borromeoturismo.it, 0323-30556

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