Margherita Hack, se n’è andata senza “rincoglionire”

Uno degli ultimi incontri con i bambini

L’ho incrociata l’ultima volta lo scorso mese di marzo, Margherita Hack, in una delle sue mille orbite e voli interplanetari nelle galassie di bambini e ragazzi. Mi son messo lì, in ultima fila, e ho ascoltato.

È arrivata trafelata, con il suo passo grintoso, ancorché barcollante, si è seduta, ha lanciato un ghigno ai marmocchi in trepida attesa, ha chiesto un bicchier d’acqua, ha preso fiato, ha borbottato qualcosa e ha lasciato che non so chi introducesse l’incontro.

«Vedete, ragazzi – cominciò – quanto la scienza ci tiene in forma…».
Lei faceva sì con la testa.
«E ci permette – continuò – di invecchiare bene…».
«Senza rincoglionire!». Lo interruppe lei, prendendo la parola con decisione, gelando le maestre con quel verbo così audace, e riempiendo di entusiasmo duecento occhi curiosi di bambino.

E l’incontro cominciò, con la sua voce toscana carica di vita a descrivere le stelle come se fossero palline da tennis, a spiegare i pianeti come se fossero cocomeri, senza troppi congiuntivi, né formule a ingarbugliare il discorso. E tutto era chiaro e semplice: la Luna gira intorno alla Terra, che gira intorno al Sole, che gira intorno al centro della galassia, che… e poi un fotone qua e là, un po’ di idrogeno ed elio, gli anni luce più lunghi di un righello e il bello era che ogni similitudine aveva il suo senso e dava ancor più senso alle cose tutto intorno a noi.
In ultima fila ascoltavo, sorridevo e imparavo. E se ci ripenso sorrido di nuovo.

È morta senza rincoglionire, Margherita Hack, alla faccia di molti vivi quaggiù, e non andrà in cielo, giammai! Sarebbe un affronto alle sue idee, che il cielo è cosa seria. Piuttosto rimane negli occhi brillanti dei bambini e ragazzi che l’hanno conosciuta, come pure nei miei, bambino cresciuto da un po’.

Twitter: @andreavalente