«Storie vecchie, chi si ricorda più…..» L’anziano dirigente del Pci di Milano, piegato in due dal caldo di fronte a una granita o fa finta di non ricordare oppure l’ormai trentennale vicenda di corruzione del golf di Pieve Emanuele che vide come protagonista Paolo Berlusconi, fratello dell’ex premier, è una storia d’archiviare. Non la pensano così però al palazzo di Giustizia dove le lungaggini del processo civile hanno visto lunedì 17 giugno la condanna in appello dell’editore del Giornale. Dovrà versare 11 milioni 111 mila 500 euro al comune di Pieve: ha già annunciato di fare ricorso in Cassazione. Per il penale la condanna per il piccolo Berlusconi fu di un anno di reclusione per corruzione, divenuta definitiva in Cassazione il 6 maggio 1998.
La cifra è mostruosa – dovuta agli interessi lievitati – e dovrà essere spartita con i politici che ricevettero le mazzette in uno degli scandali dove fu coinvolta la Edilnord di Silvio Berlusconi durante Tangentopoli. Ebbene quell’amministrazione comunale era targata Psi, Pci e Pds, ma fu soprattutto un filo rosso, tutto comunista a consentire a Berlusconi jr di costruire il prestigioso Golf Club di Tolcinasco. La storia di perde nella notte dei tempi, ma vale la pena rircordarla per raccontare come si è costruito in quegli anni in Lombardia. E in una Milano da bere, rampante e di intraprendenti costruttori, che ormai non esiste più.
Siamo alle porte del capoluogo lombardo a metà degli ’80. Pieve Emanuele è una delle classiche cittadine dell’hinterland travolte dal boom dello sviluppo edilizio, zona sud del milanese, tra Rozzano, Fizzonasco e Basiglio, dove Berlusconi ha già iniziato a porre le basi per la costruzione di Milano 3. Da queste parti la Marchesa De Capitani Dozzio ha deciso di vendere il grande castello di Tolcinasco, con riserva di caccia annessa, circa 120 mila metri quadri di area, ereditato dal nonno Giuseppe De Capitani D’Arzago, ex podestà durante il fascismo e rappresentante del Partito Liberale Italiano. A comprare quei terreni («per un prezzo davvero a buon mercato» ricorda un vecchio amministratore lombardo) è proprio Berlusconi con la Società Europea Golf del gruppo Edilnord.
Siamo nel Parco Sud Milano, ci sono i vincoli ambientali, i Pgt da rispettare, ci sono ancora terreni coltivati, c’è il Corpo Forestale che si oppone alla costruzione di campi da golf e a modifiche della struttura originaria dei terreni. Ci sono da apportare varianti urbanistiche di ogni tipo. Ma Berlusconi jr e la Edilnord decidono di tirar dritto. E sanno di poterla spuntare. Da un pò di anni in via Paleocapa, sede del Biscione, è infatti arrivato Sergio Roncucci. È un ex comunista di Trezzano sul Naviglio, uno che quando Berlusconi portò i suoi fidati collaboratori da Papa Giovanni Paolo II, fu presentato così dal Cavaliere: «Santità, questo era un comunista, e lo abbiamo riportato sulla retta via».
Roncucci, geometra, responsabile relazioni esterne di Fininvest, collaboratore di Fedele Confalonieri – caso a voluto fosse stato pure consulente di un pm che indagò su Milano 2 – è l’uomo che sbriglia le matasse nelle amministrazioni comunali di sinistra e che finirà in carcere nel ’94 proprio nella vicenda del golf di Tolcinasco: confessò di aver pagato ai politici di Pieve Emanuele una tangente di 1 miliardo e 300 milioni per sbloccare i gangli dell’amministrazione. Quei soldi, come sta scritto nero su bianco nelle sentenze degli anni ’90, uscivano dai fondi neri dell’Edilnord. «Roncucci era quello che teneva i conti con il Pci…» ci rivela un vecchio politico repubblicano che si ricorda di quei tempi.
E come rammenta un vecchio articolo di Repubblica firmato da Luca Fazzo, ora giornalista del Giornale, citando i verbali di Roncucci, alla sede del Biscione «passava a ritirare quattrini una quantità di persone: il sindaco socialista di Pieve Emanuele Antonio Maresca, il responsabile di zona Sud del Pci Renato Pintus, l’architetto pidiessino Epifanio Li Calzi, tecnico urbanista del comune di Pieve. Al “compagno” Pintus, suo amico da anni, Roncucci racconta di avere passato anche cento milioni per la campagna elettorale del 1990. Quando i pubblici ministeri gli chiedono se avesse fatto tutto di testa sua, Roncucci dichiara: ho agito su disposizione di Paolo Berlusconi».
Adesso il Golf di Pieve Emanuele è uno dei migliori in Italia. 18 buche, appartamenti, riunioni del Rotaract e belle donne. E il valore attuale di tutto il complesso vale di sicuro molto di più di quei 11 milioni di euro di risarcimento. Come avevano scritto all’epoca i giudici del Tribunale Civile di Milano, risulta che l’intervento urbanistico nel comune era avvenuto «in assoluto contrasto con le norme del piano regolatore del 1985» e aveva procurato un «danno all’ambiente». Chi ci va d’estate dice «è sempre pieno di zanzare».