Una pizza con burrata e salmone affumicato. È questo il piatto forte dello Chez Gerdi di Formentera, ristorante più alla moda dell’isoletta delle Baleari, affacciato sul mare, con vista di Ibiza e ubicato dalle parti di Es Pujols, il centro abitato più importante, dove negli ultimi anni gli italiani sono riusciti a importare persino il “Pineta” di Milano Marittima, facendo diventare l’isola degli hyppie in quella degli “italiani in motorino”.
È questo il buen ritiro di Carlo Sama, ravennate, un tempo chiamato “Carlo il bello” per via della folta chioma, ex manager del gruppo Montedison, ma soprattutto il cognato di Raul Gardini, per tutti “il Contadino”, sposato con Idina Ferruzzi e morto suicida il 23 luglio di 20 anni fa a palazzo Belgioioso, a Milano. Per arrivarci bisogna percorrere un pontile lungo sulla spiaggia. All’entrata donne dai vestiti adamitici con zigomi siliconati accolgono i clienti in una sorta di collinetta dei sogni, tra luci soffuse, cuscinoni e candele, dove i pasti sono accompagnati da musica lounge all’ultima moda: per un primo, secondo e dolce possono partire fino 100 euro. Il vino meglio lasciarlo perdere.
Se c’è un protagonista di Tangentopoli uscito indenne da quegli anni è proprio Sama. La sua pena l’ha scontata, tre anni di cui tre mesi sono stati in carcere e 2 anni e 6 mesi in un centro di recupero per tossicodipendenti: servizi sociali. Insieme con Sergio Cusani e Luigi Bisignani depose di fronte al pm Antonio Di Pietro e delle centinaia di imputazioni che gli furono contestate (circa 146 ndr) alla fine molte si risolsero nel nulla. Negli ultimi anni ha concesso appena tre interviste, una al direttore del Giorno Giovanni Morandi, un’altra ad Antonio Signorini di Chi e l’ultima a Gian Antonio Stella del Corriere della Sera nel 2009.
Berlusconiano di ferro («Berlusconi non ci voltò le spalle»), criptico sulle risposte («l’assassino è quello con i guanti bianchi» disse rispetto a Tangentopoli. Cuccia? «Lo dice lei» Oppure di «errori ne ho fatti tanti ma quali sono li tengo per me» ndr), spesso impegnato a criticare il pm Di Pietro a cui però raccontò tutto o quasi, Sama su Gardini non ha mai speso troppe parole. «È morto da eroe» oppure «È quello che più mi manca». A distanza di vent’ anni, a Ravenna, però, si racconta che tra i due non sia mai corso buon sangue. Forse come capita a molti cognati, tanto che persino Libero, nel 2010, in pieno scandalo Montercarlo con la casa di Gianfranco Fini e dei Tulliani ad aprire le prime dei quotidiani, lo inserì forse un po’ forzatamente tra i cosiddetti «cognati» che creano problemi in famiglia.
Sempre impegnato, tra il Kenya, Montecarlo, la Spagna e il Sud America, dove si è dedicato, dice lui, all’agricoltura, si mormora che Sama abbia contribuito all’ultimo libro che Bisignani ha scritto insieme al direttore di Lettera43 Paolo Madron, “L’Uomo che sussurra ai potenti”. Anzi pare che diversi capitoli del libro siano stati concordati proprio nella casa di Sama a Ravenna. «Il cognato» di Gardini, secondo i protagonisti di allora, era un uomo in antitesi al più rampante Raul. Mite, meno imprenditore di “potere” con la voglia di cambiare il sistema, quando Gardini si scontrò con Enrico Cuccia e Mediobanca sul suo progetto di costruire il più grande polo della chimica in Italia, Sama prese le difese della famiglia Ferruzzi.
E anche lui, come i Ferruzzi, ha spesso preferito glissare sulla figura di Raul, uno che a suo modo aveva avuto una visione da portare avanti in un Italia ancora bloccata dal sistema dei partiti. Sposato con Alessandra Ferruzzi, secondo Vanni Ballestrazzi, il giornalista del Resto del Carlino amico di Gardini, nel pieno di Tangentopoli, 1993, era proprio «lui insieme con Bisignani a comandare» perché Raul era già stato fatto fuori due anni prima, nel 1991. Fatto sta che Sama, allora come adesso, era uno che sapeva farsi voler bene dal jet set come da molti giornalisti: pensare che durante tangentopoli ne aveva accusati tre, economici e tutt’ora sulla piazza, di prendere mazzette. Forse anche per questo motivo, in questi anni, il suo buen ritiro è rimasto intaccato. Di Sama non parla quasi nessuno. Ma tutti lo conoscono. Anzi, lo Chez Gerdi è a tutti gli effetti il ristorante dove la prima e la seconda repubblica s’incontrano d’estate.
Due settimane fa ci ha festeggiato il compleanno Christian Vieri, quarant’anni con torta da due metri e mezzo, bellezze come Elena Santarelli e Belen Rodriguez al seguito. Ma da Formentera e dal ristorante di Sama per mangiarsi una pizza con salmone e burrata passano un po’ tutti d’estate, giornalisti, sportivi e non. Ci è venuto Luca Cordero di Montezemolo, che ha soggiornato nel resort Es Rams, camere da mille una notte, messe a disposizione dallo stesso Sama. Di qui è passata Veronica Lario, l’ex moglie di Silvio Berlusconi. E poi Zucchero, Chiambretti, chi più ne ha più ne metta. Quasi che allora come oggi Sama, che gira per Formentera su un motorino con un casco dove è dipinta l’isola, conosca i segreti di tutti, ma che come al solito se li tenga per sè.
Durante il processo Enimont, quello della maxi tangente, «la maxi balla» secondo il leader del Psi Bettino Craxi, parlò apertamente dei soldi ai partiti. «70 miliardi sono andati al Psi, nella persona del suo segretario politico, Bettino Craxi. Qualche decina di miliardi è stata versata alla Dc per il tramite del suo segretario politico Forlani. La restante della tangente è stata versata a vari personaggi politici che avevano un peso nella definizione Enimont. Qualche miliardo è andato a Cirino Pomicino….», parlava così Sama, che poi spuntò fuori pure per un conto allo Ior con la moglie. Eppure di tutto quello poi non se ne seppe più nulla. E, forse, alla fine, a distanza di vent’anni non rimane che una pizza con burrata e salmone che forse a Gardini non sarebbe proprio piaciuta.
LEGGI L’INTERVISTA A SERGIO CUSANI IN OCCASIONE DEL DECENNALE DELLA MORTE DI GARDINI (Corriere della Sera, 17 luglio 2003)
«Vi racconto il mio amico Gardini, si sparò per proteggere i Ferruzzi»