Il ragazzo di 15 anni, dal fisico più robusto, non vuole che il bambino di 11 entri a giocare nel suo pezzo di prato. Allo stesso modo Google, il colosso del web, non vuole che una piccola startup italiana realizzi un prodotto simile ai suoi Glass, con funzionalità quasi equivalenti, alla metà del prezzo. Big G – un nomignolo che già di per sé dovrebbe far riflettere – probabilmente ha paura.
Ricapitoliamo. Da circa due anni Francesco Giartosio, Gianluigi Tregnaghi e Andrea Tellatin, sviluppatori ed esperti di realtà aumentata e ottica, stanno lavorando alla creazione di un paio di occhiali intelligenti, connessi allo smartphone e a internet, GlassUp. Che ora stanno mettendo sul mercato ad un prezzo concorrenziale: 399 dollari.
Google, nel frattempo, ha annunciato i propri Glass ad un prezzo molto superiore: 1500 dollari. Lo ha fatto oltre un anno e mezzo prima della messa in commercio, prevista per l’inizio del 2014, segno di come dalle parti di Menlo Park si sia sentito il bisogno di affrettare i tempi, nel probabile tentativo di porre la prima “bandierina” su un prodotto che non è in produzione soltanto nei laboratori di Google X.
A giugno 2012, la compagnia americana ha richiesto la registrazione del nome Glass negli ambiti attinenti all’informatica, alle periferiche per i computer (indossabili, e non), e in numerosi altri settori. Su questa base, nello scorso marzo, gli avvocati di Big G hanno chiesto al progetto italiano GlassUp di cambiare nome, sia della compagnia, sia del prodotto, perché, secondo loro, «confonderebbe i consumatori».
Da parte italiana, non si sono fatti certo intimorire, facendo pervenire una risposta decisa negli uffici californiani. «La realtà aumentata diventerà molto diffusa nel prossimo futuro; avremo occhiali AR, ma anche giacche, cappelli e molto altro», si legge in una e-mail scritta da Giartosio. «Voi non potete appropriarvi di queste parole. Abbiamo letto che Google sta sviluppando una scarpa tecnologica. Pensate davvero che potrete possedere la parola Shoe da questo momento in avanti?». Il nome, insomma, non si tocca.
Intanto, GlassUp ha messo in commercio i propri occhiali attraverso una campagna di crowdfunding su Indiegogo. Qui, con 299 dollari, se ne può acquistare un paio; per 399 si ottiene la versione più costosa, dotata di microcamera (simile a quella incastonata nelle lenti di Google). L’obiettivo finale è 150mila dollari, ma gli occhiali acquistati verranno spediti agli acquirenti in ogni caso. Nel febbraio del 2014, più o meno in contemporanea con l’entrata in commercio dei Glass di Big G. La sfida continua.