Fa caldo. Ma quanto caldo? Caldo, caldo, caldo! Ma più dell’anno scorso? Certo che sì: al caldo non c’è mai peggio. Sta per arrivare Caronte e siamo tutti qua boccheggianti. Mai stato così caldo. Eppure di lunghe estati calde ce ne sono state svariate, e sempre da record. Se fossero vere le dichiarazioni rilasciate di volta in volta, in genere improntate a chi la spara più grossa, dovremmo essere già ridotti a tizzoni fumanti.
Estate 1998, la vendetta di El Niño. Già, chi se lo ricorda più questo fenomeno atmosferico che tra dicembre e gennaio provoca inondazioni in Asia e poi estate caldissime dalle nostre parti. Sembrava la causa di tutti i mali atmosferici, la pulce che scatena la peste bubbonica climatica, oggi nessuno lo nomina più. Eppure in quella torrida estate tutti erano pronti a giurare che la colpa fosse tutta del Niño.
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«È un caldo anomalo. Procede a strappi, per onde, come se la terra soffrisse di improvvise vampate che non riesce a contenere. Da giugno le file alle fontanelle si allungano, i fatturati dei negozi che vendono freddo crescono, i balconi si riempiono di materassi. Poi per qualche giorno la temperatura torna alla normalità, tutti si rilassano sperando che il peggio sia passato, rinfilano il letto dentro casa. Allora l’afa attacca di nuovo, peggio di prima. Un tormentone infinito» scrive, immaginifica come sempre, la Repubblica in quel luglio 1998.
Non un luglio come tutti gli altri, no no. Un luglio eccezionale, il più caldo degli ultimi 600 anni, come dichiara l’allora ministro dell’Ambiente, Edo Ronchi. Una dichiarazione priva di fondamento, ripresa pedissequamente dal comunicato di un’università americana che non forniva alcuna prova a supporto dell’affermazione. Ma tant’è: tutti si affrettano a sproloquiare sull’estate più calda degli ultimi sei secoli. Il presidente americano, Bill Clinton dichiara lo stato di calamità naturale in undici stati degli Usa, e stanzia cento milioni di dollari per acquistare condizionatori e ventilatori destinati a famiglie bisognose e a rischio.
Il record dell’estate più calda degli ultimi 600 anni non oltrepassa i 605: l’estate 2003, giusto dieci anni fa, è un altro susseguirsi di record di calura. Qui si aggiunge anche una lunga siccità: le ultime piogge cadono il 2 giugno e fino alla seconda metà di agosto non se ne parla più. I boschi estivi sembravano autunnali pieni com’erano di alberi ingialliti e rinsecchiti dal caldo e dalla mancanza d’acqua. «Caldo record e incendi, l’Italia soffoca», titola in prima pagina La Stampa del 6 agosto 2003.
Temperatura record a Padova: 39,6 gradi; in realtà quisquilie rispetto alla temperatura percepita: 46 gradi, roba da Sahara, altro che Pra’ della Valle. Ovviamente con questo bel calduccio mezza Italia s’infiamma. «È emergenza: va a fuoco l’Italia delle vacanze», titola La Stampa dell’8 agosto. «Ieri, dopo i 29 incendi di mercoledì, gli aerei della Protezione civile (elicotteri e canadair) sono dovuti intervenire per spegnere 25 incendi sviluppatisi in tutta Italia. Di questi, poco meno della metà sono stati spenti, mentre sugli altri sono ancora al lavoro i mezzi del dipartimento». Un incubo, insomma.
Ma non è che nel resto d’Europa si stesse tanto meglio. In Spagna, per esempio, una persona muore e una ventina ricorrono a cure mediche per via della canicola. Le acque del Mediterraneo lungo la costa catalana raggiungono i 32 gradi, almeno cinque sopra la media stagionale. In Portogallo gli incendi boschivi uccidono 14 persone e devastano centinaia di chilometri di linee elettriche e telefoniche, lasciando 800 mila abitanti senza luce e 11 mila senza telefono. Ad Amburgo, in Germania, la polizia annaffia con gli idranti i coraggiosi che si erano stesi al sole per abbronzarsi.
In Francia, in una serie di città si raggiungono i 38 gradi, ma a Parigi, che non può mai essere seconda a nessuno, addirittura 40. Nei Vosgi vengono fermati alcuni treni locali a causa della dilatazione dei binari dovuta al calore. In Gran Bretagna, nella contea del Kent, temperatura da primato: 36,4 gradi centigradi, mentre in Belgio la canicola fa bloccare i trasferimenti di detenuti da una prigione all’altra, mentre la Croce rossa soccorre numerosi automobilisti rimasti bloccati lungo una delle principali arterie del paese.
E venerdì 22 agosto il ministro per la Salute, Girolamo Sirchia, annuncia che l’Istituto superiore di sanità condurrà un’indagine «per accertare il numero e le cause del sensibile aumento di anziani morti», causati dall’eccezionale ondata di calore dell’estate 2003; saranno quantificati in 4mila decessi.
Twitter: @marzomagno