Ogni giorno ha la sua pena per la politica italiana. E non ha colore politico. Perché l’ignoranza spazia da destra a sinistra. E si concentra, oltre che durante le feste estive di partito, spesso sui social network dove il politico di turno immagina forse di circolare indisturbato tirando fuori il peggio che è in lui. Eravamo rimasti a Roberto Calderoli che dava dell’orango al ministro Cecile Kienge, oggi il bollettino di guerra quotidiano segnala tale Angelo Romano Garbin, tatuaggio di Che Guevara al braccio, consigliere veneto di Sel a Cavarzie che nell’attaccare un’altra leghista scrive su Facebook quanto segue. «Mollate la Valandro con venti negri».
Non c’è limite al peggio. E scoppia così un’insensata’’guerra’ xenofoba al contrario, nell’ignoranza più bieca, con Dolores Valandro già condannata dal Tribunale di Padova, per un suo post dove istigava alla violenza sessuale contro la ministro per l’Integrazione Cecilie Kyenge, mentre Garbin si ritrova già verso l’espulsione dal partito di Nichi Vendola. Un «grave episodio», hanno dichiarato le senatrici della Lega Nord, Emanuela Munerato e Raffaella Bellot, «non esistono offese di serie A e offese di serie B, specie se i parametri sono selezionati sulla base dell’appartenenza politica».
E gli organismi provinciali di Sinistra Ecologia Liberta di Venezia hanno avviato le procedure di espulsione dal partito. Ma rimane il problema. Ormai è un bollettino di guerra quotidiano, con consiglieri del Partito Democratico, del Movimento Cinque Stelle o del Popolo della Libertà e di altri partiti che sparano insulti razzisti e omofobi senza senso. Se questa è classe dirigente ha sempre più ragione il presidente della Repubblica: c’è un imbarbarimento che va fermato.