Si avvicina il periodo da bollino rosso per il traffico sullo Stretto di Messina, e non ci sono buone notizie per le società che gestiscono il traghettamento isolano. L’Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza ha infatti avviato un’istruttoria nei confronti dei principali operatori che gestiscono il traffico dello stretto: Caronte & Tourist spa, Rete Ferroviaria Italiana spa, Blue Ferries srl, Meridiano Lines srl, Ustica Lines spa, Terminal tremestieri srl, e del Consorzio Metromare dello stretto per la possibile «esistenza di un’intesa unica e complessa tra gli operatori attivi nel mercato del trasporto marittimo nello Stretto di Messina, intesa volta alla concertazione sui prezzi, che hanno registrato incrementi significativi e contestuali» come si legge nel documento del provvedimento diffuso dall’antitrust.
Nello specifico a far scattare il campanello dell’autorità è stata l’evoluzione delle tariffe del trasporto passeggeri, avvenuti con modalità identiche e contestuali, che hanno portato ad un aumento dei prezzi del 150% in tre anni. Numerose sono state le segnalazioni da parte degli utenti nei confronti dell’Antitrust, in cui si lamentava un progressivo e rilevante aumento delle tariffe praticate dagli operatori che forniscono il servizio, nel periodo compreso tra il 2009 e il 2013. Alcune denunce hanno evidenziato l’adeguamento delle tariffe tra le società Blueferries (del gruppo Fs) e Caronte & Tourist e in più l’assenza di concorrenza che deriverebbe dalla politica di orari applicata dalla Meridiano Lines spa atta ad avvantaggiare Caronte e Tourist.
La presenza di tre operatori quindi, è solo formale: di fatto la gestione del traffico nello Stretto si prefigura come un vero e proprio duopolio, in cui a spartirsi la fetta di mercato sono principalmente Caronte&Tourist e RFI. Basta ripercorrere le vicende degli ultimi anni per rendersi conto di come si siano evolute le vicende del traffico sullo stretto in favore di questi due operatori. Nel duemila accanto a C&T e Rfi fa il suo ingresso nel mercato Meridiano, situazione che porta ad una modifica degli assetti di mercato. Viene innanzitutto realizzato il terminal Tremestieri (2006) dedicato al traffico merci – realizzato principalmente per alleviare la città di Messina dalla piaga del traffico gommato pesante – e gestito da un’impresa comune a cui partecipano C&T, Rfi e Meridiano.
Nel 2010 RFI, che operava principalmente per il traghettamento dei treni sullo stretto è entrata nel mercato con una sua controllata, Blueferries, che opera sia con le navi (con trasporto di passeggeri e di gommato), sia con mezzi veloci (attivi solo per il trasporto di passeggeri). In concomitanza con l’ingresso di Bluferries nella frazione di mercato del trasporto passeggeri è stato rilevato un considerevole aumento dei passeggeri trasportati da Metromare (controllata di Bluferries), con conseguente riduzione della presenza di RFI nel segmento di trasporto di autovetture a tutto vantaggio di Caronte&Tourist. Per Meridiano resta solo l’1% della fetta di mercato.
In questo contesto ha preso vita, nell’ultimo triennio, una strategia di gestione dei prezzi che ha favorito i due giganti del mare, penalizzato gli utenti – costretti giocoforza ad usufruire del servizio di traghettamento, quale unica modalità per raggiungere la sponda opposta, ad un costo eccessivo – e sfiduciato l’ingresso di nuovi potenziali concorrenti. L’entità del pedaggio da pagare per poter attraversare lo Stretto vari in relazione alla tipologia di mezzo utilizzato (automobile, moto, camper ecc.) e alla durata del biglietto (andata e ritorno in tre giorni, in trenta ecc). Sulla base dei dati che fornisce il provvedimento emesso dall’antitrust emerge come il prezzo richiesto da C&T sulla rotta Messina-Villa San Giovanni (20 minuti circa la durata della traversata) per un biglietto andata e ritorno entro tre giorni ha registrato a metà del 2013 un aumento di prezzo rispetto al 2010 pari al 31%, passando da un costo di 32euro agli attuali 42. RFI invece per un biglietto dello stesso tipo ha aumentato il prezzo del biglietto del 53%, passando dai 30euro del 2009 ai 46 euro attuali.
Per quanto riguarda il trasporto pedonale, cioè i passeggeri senza auto al seguito, i prezzi attualmente praticati da C&T e RFI-Blueferries risultano identici. Dal momento dell’ingresso sul mercato di Metromare (controllata di RFI avvenuto nel 2010), con prezzi dei biglietti a 2,5euro, anche Caronte&Tourist, in data 1°luglio 2010, ha innalzato i prezzi da 1 euro a 2,5 euro con un incremento del 150%, pareggiando quindi il prezzo del concorrente diretto. Stesso discorso anche per gli abbonamenti in cui i prezzi dei due operatori si attestano sugli 80 euro mensili per un abbonamento ordinario e 60 per quelli agevolati, rilasciati a coloro i quali non possiedono un reddito inferiore ai 25mila euro annui.
Per quel che riguarda il trasporto merci il discorso si fa più articolato e le tariffe variano in relazione alla lunghezza dei mezzi e del materiale trasportato.
Su queste vicende si era anche espresso il neo sindaco di Messina Renato Accorinti, avanzando la proposta di realizzare una flotta di navi di proprietà del comune, in grado di abbattere i costi per i passeggeri e contrastare il duopolio C&T-RFI mettendo così in atto una concorrenza reale.
Twitter: @FabrizioMarino_