La Mastaba, una scultura di Christo nel deserto arabo

Il progetto nato nel 1979 con la moglie

Si chiama Mastaba la prossima opera di Christo, ed è una scultura alta 150 metri, profonda 225, lunga 300, interamente composta di barili di petrolio. Christo e la moglie, Jeanne Claude (morta nel 2009), hanno iniziato a lavorarcici dal 1979. È in quell’anno che hanno compiuto il primo viaggio negli Emirati Arabi Uniti per scegliere il posto in cui costruirla, ed è da quell’anno che hanno iniziato a scegliere i singoli colori iridescenti con cui saranno dipinti i barili.

I progetti preparatori – schizzi, disegni, collage e mappe che sempre accompagnano le opere di Christo e Jeanne Claude – sono in mostra in questi giorni fino al 15 settembre in Belgio, nella galleria Guy Pieters di Knokke. La vendita servirà, come sempre, a finanziare la realizzazione dell’opera.

Christo e la moglie Jeanne-Claude durante uno dei primi viaggi negli Emirati Arabi, nel febbraio 1979 © 1979 Christo

La Mastaba – che sarà il primo progetto permanente su larga scala della coppia – prende ispirazione dalle panche in fango dell’epoca Mesopotamica, pensate per i viaggiatori del deserto. L’opera, ha spiegato Christo nel libro dedicato (The Mastaba, Project for Abu Dhabi, 2012), non ha nulla a che fare con le piramidi d’Egitto e non ha allusioni politiche o economiche al luogo in cui sorge, nonostante l’uso di barili come materiale di costruzione. Tanto che Christo cita le parole di Jeanne-Claude: «We only do works of joy and beauty», facciamo solo lavori di gioia e bellezza.
Del resto, non è la prima volta che Christo crea sculture permanenti usando i barili. Successe già per il Kröller-Müller Museum in Olanda o con il progetto per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, nel 1968.

Christo e la moglie Jeanne-Claude nel 2007, mentre cercano la location per il Mastaba © 2007 Christo

In un’intervista rilasciata all’Observer, Christo ha spiegato che ha voluto creare una scultura fortemente radicata nella grande tradizione dell’architettura islamica: «Al tempo in cui Luigi XIV stava costruendo il suo castello kitsch di Versailles, la più grande architettura del Medio Oriente era dotata di una incredibile semplicità… e giocava con i colori»

I primi esempi, ha spiegato Christo in una recente intervista al Messaggero, «risalgono a 8.000 anni fa quando in Mesopotamia, oggi chiamata Iraq, la prima civiltà umana costruì i primi spazi urbani in cui, di fronte alle abitazioni, venivano costruite delle panche per sedersi: due pareti verticali, un tetto piatto, e due pareti oblique. Queste panche si chiamavano Mastaba. Solo molto più tardi, gli Egizi si appropriarono di questa forma per le Piramidi».

Il progettoha avuto una gestazione lunga oltre trent’anni, durante i quali Christo ha visitato insieme alla moglie le zone desertiche degli Emirati Arabi Uniti per scovare il sito migliore.

La Mastaba confrontata con la Piramide di Giza al Cairo

Era il 2007 quando la coppia rinvenne l’area su cui sorgerà la Mastaba: un’area a 160 km da Abu Dhabi, nel deserto di Al Gharbia, presso l’oasi di Liwa. Sempre nel 2007 Jeanne-Claude commissionò a quattro ingegneri delle migliori università del mondo lo studio per verificare le migliori condizioni possibili per costruire il progetto. Al momento, la società di Stoccarda Schlaich Bergermann und Partner ne sta verificando la fattibilità.

La costruzione della Mastaba, riferisce il Guardian, richiederà 30 mesi e coinvolgerà centinaia di persone. A creare i colori per dipingeri i barili sarà la stessa azienda che produce le vernici per le auto Mercedes-Benz e Bmw. Vicino alla Mastaba sorgerà anche un campus con una mostra dedicata al progetto, un hotel e un ristorante. Secondo un report commissionato da Christo, saranno 2 milioni all’anno i visitatoiri del sito.

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