Portineria MilanoL’11 settembre del governo Letta: Silvio all’attacco

Pd e Pdl si dividono in giunta

Il governo di Enrico Letta vede la crisi avvicinarsi più rapidamente di quanto si pensasse. E l’11 settembre – data che piacerà agli amanti dei numeri per la ricorrenza del crollo delle Torre Gemelle di New York – il leader del centrodestra Silvio Berlusconi potrebbe far saltare il banco dopo una riunione con i suoi deputati. Per quel giorno dovrebbe andare in onda pure il battagliero-videomessaggio che il Cavaliere ha tenuto fino adesso solo nel cassetto e che sta continuando a modificare per lanciare la prossima campagna elettorale.

È questo il finale della prima riunione della giunta al Senato che dovrà decidere sulla decadenza del Cavaliere. È una partita drammatica, dagli esiti ancora imprevedibili. Sul campo restano le accuse reciproche, tra Pdl e Pd, che si rinfacciano a vicenda di aver accelerato il crollo della maggioranza. C’è Renato Schifani che dice «se si voteranno domani le pregiudiziali addio maggioranza». Ci sono i falchi come Renato Brunetta e Daniela Santanchè che riferiscono di un Berlusconi sempre più belligerante da Arcore. 

Berlusconi è infatti sempre più «incontrollabile». Convinto che il Partito Democratico voglia farlo fuori, furente perché il tribunale di Milano ha anticipato al 19 ottobre il ricalcolo della pena e quindi ha accelerato l’esecuzione della condanna, il Cavaliere non ascolta più i consigli degli amici Fedele Confalonieri e Gianni Letta. Vuole raccontare agli italiani cosa sta succedendo. È pronto a tutto.

La crisi si materializza dopo quattro ore di discussione in giunta, dopo che il relatore Andrea Augello del Pdl ha iniziato a parlare delle pregiudiziali. Tre le questioni, oltre a quella costituzionale, una alla Corte di Lussemburgo per verificare se la legge Severino sull’incandidabilità dei condannati in terzo grado di giudizio violi la normativa comunitaria.

Il punto come al solito è «il tempo». Ma c’è chi ormai parla di semplice «lana caprina» perché l’esito della giunta, anche se dovesse dilazionarsi per più di due settimane, non potrà essere che uno: la decadenza di Berlusconi da senatore. In pratica il Pdl, chiedendo un voto sulle pregiudiziali e quindi sulla linea difensiva del Cavaliere, ha di fatto chiesto al Partito Democratico di scoprire le carte. Da regolamento, la Giunta dovrà votare prima le questioni e solo in seguito potrà procedere con il resto della relazione.

La giunta è riconvocata per martedì sera alle 20. Quindi, come spiega lo stesso Dario Stèfano, presidente della giunta in quota Sel, è probabile che si possa già andare al voto, ma c’è anche un spazio per mercoledì. E a quel punto potrebbe succedere di tutto. Schifani, capogruppo al Senato, minaccia di tenere fuori i senatori del Pdl dall’aula. Se poi le pregiudiziali dovessero essere bocciate Augello dovrebbe dimettersi e poi essere sostituito. In sostanza, un caos. Sia per il governo Letta sia per il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, strenuo sostenitore dell’esecutivo.

Con la bocciatura delle pregiudiziali e della relazione di Augello, Berlusconi avrebbe così in mano la pistola fumante per aprire la crisi di governo. Mercoledì appunto. 11 settembre. Quando si riuniranno i deputati pidiellini, quando forse partirà il videomessaggio, quando forse il Cavaliere parteciperà alla festa di Sanremo organizzata dal Giornale di Vittorio Feltri.

La notte sarà di diplomazia. Tra le colombe, MaurizioLupi e Gaetano Quagliariello, c’è comunque sicurezza sul fatto che ci siano ancora spazi di discussione. Ma la situazione appare sempre più drammatica. L’accelerazione da parte di Augello, il muro contro muro del Partito Democratico insieme con il Movimento Cinque Stelle non lasciano presagire nulla di buono. Di certo c’è che mercoledì 11 settembre, il Cavaliere potrebbe avere in mano le carte per aprire la crisi.

E forse anche una fetta del Pd, quella vicina al cosiddetto«partito della crisi» capitanato dalla corazzata Repubblica di De Benedetti, potrebbe essere d’accordo. Letta attende. E tutti si domandano cosa stia succedendo in queste ore al Quirinale. Cosa deciderà di fare Giorgio Napolitano?

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