Nella famosa favola del Re Nudo non ci si è mai soffermati sulle reazioni di ciambellani e cortigiani: qualcuno avrà tossito imbarazzato, qualcuno avrà finto stupore, qualcun altro indignazione. Così si stanno comportando gli Stati europei dopo l’emersione dello scandalo intercettazioni della Nsa.
La Germania in particolare,dopo la diffusione della notizia che il cellulare della cancelliera Merkel era forse spiato dagli Usa, sta mostrando la faccia cattiva. Il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle ha convocato l’ambasciatore americano per chiedere spiegazioni e illustrare la posizione del proprio Paese. L’organo parlamentare di controllo del Bundestag si è riunito in convocazione straordinaria per discutere il caso. La telefonata tra Obama e la Merkel insomma non è stata considerata sufficientemente chiarificatrice.
La Francia a livello istituzionale continua a vestire i panni della vittima e, a margine del Consiglio europeo del 24 ottobre, è previsto un incontro bilaterale con la Germania per parlare degli sviluppi del Datagate. Su Le Figaro è stata pubblicata, tuttavia, un’intervista all’ex capo dell’intelligence di Parigi, Bernard Squarcini, il quale dichiara che in passato anche la Francia ha spiato gli Stati Uniti – non un fulmine a ciel sereno – e che non c’è niente di scandaloso in quanto sta emergendo.
L’Italia, a differenza degli altri due grandi Stati fondatori della Ue, sta mantenendo una posizione più defilata. Durante l’incontro con il Segretario di Stato americano John Kerry il presidente del Consiglio Enrico Letta non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sul tema e Marco Minniti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti , durante l’audizione al Copasir ha dichiarato che «non c’è nessuna evidenza che il caso francese possa essere avvenuto anche in Italia».
In tutti i casi è palpabile l’imbarazzo con cui le classi dirigenti affrontano l’argomento. «Che i servizi segreti facciano i servizi segreti – spiega Claudio Neri, direttore dell’Istituto italiano di studi strategici Niccolò Machiavelli – non è esattamente una novità. Sono cose che i governi sanno perfettamente, anche se le opinioni pubbliche no (o comunque molto meno). Quando alcune notizie diventano di pubblico dominio è ovvio che si debba fare un gioco delle parti in cui un po’ ci si finge indignati e un po’ si nega. Ma l’attività di intelligence in questo consiste».
Nello spiare gli alleati?
Anche, certo. Lo spionaggio non è di per sé un’attività ostile. Sono due principalmente le funzioni dell’attività di intelligence: lo spionaggio economico-industriale e quello politico-militare. Il secondo in particolare serve per avere le giuste informazioni per esercitare un’influenza strategica su questo o quell’attore internazionale e per calibrare le proprie decisioni. L’antiterrorismo è di solito un’attività di secondo piano, anche se ogni Paese subisce minacce diverse dagli altri quindi ogni situazione è a se stante. Ma in Occidente le minacce sono molto simili ed è comune ai vari Stati il concentrarsi soprattutto sull’intelligence economica e politica. È un tipo di spionaggio che fanno tutti.
In questo senso si spiegano le intercettazioni della Merkel?
Io non so con certezza se la cancelliera tedesca sia stata intercettata o meno.
Di sicuro l’America ad oggi ha la possibilità di spiare chiunque e nel caso della Merkel ci sono anche valide ragioni per farlo.
Se io fossi il capo della Cia, considerato il ruolo di figura cardine nell’economia di un intero continente che ha la cancelliera, la considererei uno dei miei target principali.
Lo scandalo dei tedeschi allora è comprensibile…
Entro certi limiti. Ovviamente ora – e per un po’ di tempo – la Merkel deve rassicurare i propri cittadini ma io penso che, in generale, dal tipo di reazione a questo “scandalo” si potrà intuire qualcosa degli interessi strategici dei vari Paesi coinvolti. Ad esempio se la Germania dovesse insistere, più del necessario, su questa questione secondo me sarebbe un segnale che l’alleanza con gli Stati Uniti a Berlino viene considerata meno importante. Nel Paese c’è dibattito se convenga collocarsi geopoliticamente più vicini alla Russia o se rimanere fortemente ancorati all’America. Un’insistenza immotivata sulla questione Nsa potrebbe essere rivelatrice.
Se la Francia sembra muoversi sulla falsariga tedesca, il governo italiano ha adottato un atteggiamento più cauto per ora.
Secondo me il modo in cui il presidente Letta e i servizi italiani stanno gestendo la vicenda è il migliore.
Esistono cose segrete che non è il caso di discutere in pubblico.
Fare il teatrino come i francesi e i tedeschi è ipocrita e non serve. Al contrario ribadire l’appoggio agli Stati Uniti e affermare che non siamo stati traditi dai nostri alleati è la cosa giusta da fare.
“Teatrino” è un’espressione forte
È sempre il solito gioco: tutti spiano tutti. Quando qualcuno viene scoperto a spiare gli altri, nega qualunque responsabilità. Quando qualcuno scopre di essere spiato, apriti cielo.
Twitter: @TommasoCanetta