Il contrasto al femminicidio è legge. Il Senato ha detto sì alla conversione del decreto legge licenziato il 14 agosto scorso dal governo. Con una votazione a tempi record di 143 voti favorevoli e 3 contrari, che ha destato non pochi malumori sia nell’opposizione sia nella maggioranza. Le nuove norme sono ora pronte per essere promulgate dal presidente della Repubblica e pubblicate in Gazzetta ufficiale.
Ecco le principali novità:
Relazione affettiva. È il nuovo parametro su cui tarare aggravanti e misure di prevenzione. Sotto il profilo penale d’ora in poi la relazione tra due persone a prescindere da convivenza o vincolo matrimoniale (attuale o pregresso) diventa rilevante.
L’aggravante se la violenza è a danno di minorenni o donne in gravidanza. Il codice si arricchisce di una nuova aggravante comune applicabile al maltrattamento in famiglia e a tutti i reati di violenza fisica commessi in danno o in presenza di minorenni o in danno di donne incinte. Quanto all’aggravante allo stalking commesso dal coniuge, viene meno la condizione che vi sia separazione legale o divorzio. Aggravanti specifiche, inoltre, sono previste nel caso di violenza sessuale contro donne in gravidanza o commessa dal coniuge (anche separato o divorziato) o da chi sia o sia stato legato da relazione affettiva.
Querela revocabile e irrevocabile. Il dilemma revocabilità/irrevocabilità della querela nel reato di stalking è sciolto fissando una soglia di rischio: se si è in presenza di gravi minacce ripetute, ad esempio con armi, la querela diventa irrevocabile. Resta revocabile invece negli altri casi, ma la remissione può essere fatta solo in sede processuale davanti all’autorità giudiziaria, e ciò al fine di garantire (non certo di comprimere) la libera determinazione e consapevolezza della vittima.
Allontanamento da casa. La polizia giudiziaria se autorizzata dal pm e se ricorre la flagranza di gravi reati (tra cui lesioni gravi, minaccia aggravata e violenze) può applicare la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.
Braccialetto elettronico. Chi è allontanato dalla casa familiare potrà essere controllato attraverso il braccialetto elettronico o altri strumenti elettronici. Nel caso di atti persecutori, inoltre, sarà possibile ricorrere alle intercettazioni telefoniche.
Ammonimento. Il questore in presenza di percosse o lesioni può ammonire il responsabile aggiungendo anche la sospensione della patente da parte del prefetto. Non sono ammesse segnalazioni anonime, ma è garantita la segretezza delle generalità del segnalante. L’ammonito deve essere informato dal questore sui centri di recupero e servizi sociali disponibili sul territorio.
Arresto obbligatorio in caso di flagranza. In caso di flagranza, l’arresto sarà obbligatorio anche nei reati di maltrattamenti in famiglia e stalking.
Immigrate. Il permesso di soggiorno potrà essere rilasciato anche alle donne straniere che subiscono violenza, lesioni, percosse, maltrattamenti in ambito domestico. Sarà sempre però necessario un parere dell’autorità giudiziaria. I maltrattanti (anche in caso di condanna non definitiva) potranno essere espulsi.
Gratuito patrocinio. A prescindere dal reddito, le vittime di stalking, di violenza in famiglia o di mutilazioni genitali femminili potranno essere ammesse al gratuito patrocinio.
Processi veloci. Nella trattazione dei processi priorità assoluta ai reati di maltrattamenti in famiglia, stalking, violenza sessuale, atti sessuali con minori, corruzione di minori e violenza sessuale di gruppo. Le indagini preliminar non potranno mai superare la durata di un anno per i reati di stalking e maltrattamenti in famiglia.
Case rifugio. In arrivo finanziamenti per i centri antiviolenza e le case-rifugio. Nel 2013 10 milioni di euro, 7 nel 2014 e altri 10 all’anno a partire dal 2015.
Piano antiviolenza. Stanziati 10 milioni di euro per azioni di prevenzione, educazione e formazione. Il Piano dovrà promuovere anche il recupero dei maltrattanti e sensibilizzare i media ad adottare codici di autoregolamentazione per una informazione che rispetti le donne. Ogni anno sarà presentata una relazione in Parlamento.