In previsione delle importanti elezioni Europee che si terranno a Maggio 2014, gli ultimi mesi hanno visto crescere il dibattito sulla possibilità di un rafforzamento dell’integrazione europea e di un possibile passo verso una “Unione Politica”. I sostenitori del progetto additano la mancanza di una completa integrazione politica come uno dei fattori che hanno ostacolato la gestione e risoluzione della crisi. Gli scettici sostengono invece che sia sbagliato intraprendere il cammino verso l’unione politica dal momento che la fiducia dei cittadini Europei nell’Europa e nelle sue istituzioni sta svanendo. Da varie analisi, come quelle di Sonia Alonso o Lluís Orriols, emerge in effetti la fotografia poco rosea di un’Europa in cui esiste ormai un vero e proprio divario ideologico e politico tra Paesi del “Nord” e Paesi del “Sud”.
In quest’analisi si cerca di capire quanto spazio di manovra sia ancora disponibile per muoversi verso una maggiore integrazione politica a livello europeo. Il punto di partenza sono i dati dell’Eurobarometro, un sondaggio condotto dalla Commissione Europea in cui i cittadini europei sono chiamati ad esprimersi anche riguardo alla fiducia riposta nelle istituzioni europee e nazionali. L’analisi si concentra sui Paesi dell’Eurozona – dove la ratio per aprire una discussione seria sul tema dell’unione politica è particolarmente forte – con l’aggiunta del Regno Unito, Paese tradizionalmente molto scettico nei confronti dell’Europa e delle politiche Europee. I Paesi sono divisi in due gruppi: Nord (Austria, Finlandia, Germania a Paesi Bassi) e Sud (Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna). La Francia e il Regno Unito sono considerati separatamente. Alcuni Paesi dell’Eurozona sono stati esclusi dall’analisi per ragioni legate alla disponibilità dei dati.
Frattura tra Nord e Sud
L’esistenza di una frattura interna all’Eurozona tra Paesi del “Nord” e Paesi del “Sud” è evidente, come è evidente anche che e il divario si sta allargando. Dal 2008 ad oggi la fiducia riposta nelle istituzioni Europee è diminuita in tutti i Paesi Europei, ma più drasticamente del Sud, e più nettamente a partire dal 2010, anno in cui fu concluso l’accordo sul primo programma di aggiustamento macroeconomico con la Grecia. Prima della crisi, la fiducia nelle istituzioni Europee in Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna era molto alta – attorno al 75% (1). Nel maggio 2013 – ultimo dato disponibile – era crollata a un livello appena superiore al 30%.
FIGURA 1 – Fiducia nelle istituzioni Europee
Fonte: elaborazione dell’autore su dati dell’Eurobarometro
Ma c’è un’altra faccia della medaglia, per certi versi sorprendente e certamente più importante. La Figura 2 mette a confronto, per ciascun gruppo di Paesi, la fiducia dichiarata verso le istituzioni europee e quella dichiarata verso le istituzioni nazionali prima dell’inizio della crisi finanziaria e durante la crisi Europea del debito. I dati suggeriscono che benché la fiducia sia diminuita considerevolmente, le istituzioni europee continuano a sembrare più affidabili delle istituzioni nazionali agli occhi dei cittadini. Questo è particolarmente evidente proprio in quei Paesi che hanno conosciuto il volto più “severo” dell’Europa, ovvero i tre Paesi attualmente coinvolti in programmi di aggiustamento macroeconomico (Grecia, Irlanda e Portogallo) nonché Spagna e Italia. Prima della crisi, la fiducia nelle istituzioni europee nei Paesi del Sud era elevata, e il differenziale di fiducia tra istituzioni europee e nazionali era ampio a favore delle prime. Quattro (difficili) anni sono passati, ma i cittadini di questi Paesi continuano a fidarsi più delle istituzioni europee che di quelle nazionali. La fiducia nelle istituzioni nazionali è letteralmente crollata nel Sud Europa (2) , segnale di una crisi generalizzata della leadership, della fiducia nelle élite e nelle istituzioni politiche nazionali, piuttosto che di una semplice disillusione nei confronti all’Europa e delle sue istituzioni. I dati sulla fiducia nei partiti politici non sono considerati in quest’analisi ma, se lo fossero, i risultati in termini di fiducia nelle istituzioni nazionali sarebbero ancora più inquietanti. Nel Nord Europa, invece, i dati rivelano che prima della crisi i cittadini erano soliti fidarsi delle istituzioni europee e di quelle nazionali pressoché nella stessa misura, con una leggera preferenza per le istituzioni europee, andata perduta con l’intensificarsi della crisi nel 2011-12. L’aspetto interessante nel caso dei Paesi del Nord è che la fiducia nelle istituzioni europee – pur rimanendo relativamente alta – è ora di poco inferiore alla fiducia nelle istituzioni nazionali. Essenzialmente, i cittadini del Nord Europa sembrano sentirsi ben protetti dai modelli economici e politici domestici; le istituzioni nazionali stanno di conseguenza guadagnando punti in termini di fiducia. Questa dinamica è potenzialmente molto importante per determinare quale sia all’attrattività di un progetto d’integrazione più rafforzata per i cittadini del Nord dell’Eurozona.
FIGURA 2 – Fiducia nelle istituzioni Europee e nazionali
Fonte: elaborazione dell’autore su dati dell’ Eurobarometro
Regno Unito e Italia
Regno Unito e Italia sono due casi interessanti. Il Regno Unito è il Paese in cui la fiducia nell’Unione Europea è più bassa, perfino inferiore a quella registrata nei Paesi coinvolti nei programmi di aggiustamento macroeconomico. Al tempo stesso, anche la fiducia nel governo nazionale è straordinariamente bassa. Questo suggerisce l’esistenza di un problema più radicato che sembra andare oltre l’insoddisfazione nei confronti dell’Ue, di una sfiducia profonda e di disincanto generalizzato nei confronti della politica.
In Italia, la caratteristica rimarchevole è che il gap di fiducia positivo tra istituzioni Europee e nazionali è rimasto più ampio che altrove, anche dopo lo scoppio della crisi. L’Italia potrebbe perciò essere il Paese più disponibile a discutere sui prossimi passi necessari per muoversi verso un’unione politica. Tale sembra essere, in effetti, la strategia del Governo italiano, per cui questo tema riveste dichiaratamente un ruolo importante. Tuttavia, l’apertura un dibattito vero sull’unione politica resta condizionato dalla possibilità di assicurare un livello sufficiente di stabilità politica interna. Questo è il punto su cui la profonda sfiducia nelle istituzioni politiche nazionali e l’instabilità politica potrebbero giocare un ruolo negativo, limitando i margini di manovra del Governo italiano nonché la sua capacità d’influenzare l’agenda europea (Figura 3).
FIGURA 3 – Fiducia nelle istituzioni – Italia
Fonte: elaborazione dell’autore su dati dell’Eurobarometro
Parlamento Europeo contro Parlamenti Nazionali?
Un altro fatto interessante, evidente nei dati, riguarda Parlamento Europeo e Parlamenti nazionali. Se è vero che pare esserci un chiaro e generalizzato declino nella fiducia riposta dai cittadini Europei nelle istituzioni Europee, è altresì vero che tale declino non è omogeneo tra le diverse istituzioni né tra i vari Paesi. Il Parlamento Europeo rimane, perlopiù in tutti i Paesi, l’organo in cui i cittadini ripongono più fiducia tra tutte le istituzioni europee. In particolare, i cittadini dei Paesi del Sud sembrano fidarsi significativamente di più del Parlamento Europeo che dei propri parlamenti nazionali, mentre nel Nord la fiducia risposta nelle due istituzioni è più o meno equivalente. Ciò è vero anche in Germania, Paese che si fregia di una tradizione parlamentaristica molto forte. Questo è un elemento molto importante, non privo di implicazioni per la discussione riguardo alla necessità di colmare il deficit democratico, effettivo o percepito, delle istituzioni Europee. Una corrente di pensiero abbastanza popolare di questi tempi è quella secondo cui i parlamenti nazionali dovrebbero essere più coinvolti nel processo decisionale per garantire un livello di legittimità maggiore alle politiche europee. Alla luce dei dati, l’idea non si concilia particolarmente bene con il fatto che i cittadini europei non sembrano riporre più fiducia nei parlamenti nazionali che nel Parlamento Europeo. In realtà, piuttosto il contrario.
FIGURA 4 – Fiducia nel Parlamento Europeo e nei Parlamenti Nazionali
Fonte: elaborazione dell’autore su dati dell’ Eurobarometro
Fiducia nella Banca Centrale Europea
È abbastanza sorprendente scoprire che la Banca Centrale Europea (Bce) è ritenuta l’istituzione Europea più affidabile nel Nord dell’Eurozona, mentre in Francia e nei Paesi del Sud vale l’esatto contrario. A dispetto della grande agitazione nei Paesi del Nord riguardo alle politiche della Bce – con toni anche molto accesi sul piano politico e mediatico – sembra che i cittadini di questi stessi Paesi continuino a riporre nella Bce un livello di fiducia alto, superiore a tutte le altre istituzioni europee. Nel Sud la situazione è rovesciata, e la fiducia nella Bce è crollata dal 70% prima della crisi a circa il 25% percento nel 2013 (Figura 5).
FIGURA 5 – Fiducia in alcune istituzioni Europee – Nord, Sud e Francia
Fonte: elaborazione dell’autore su dati dell’ Eurobarometro
La Germania è il Paese in cui il “problema Bce” è forse più sentito, come evidente dall’ampio spazio dedicato al dibattito – spesso acceso – sulla legittimità di alcune scelte di politica monetaria. Ciononostante, i dati suggeriscono che in Germania la fiducia riposta dai cittadini tedeschi nella Bce era superiore – fino al 2011 – alla fiducia riposta nella Bundesbank – la banca centrale tedesca (Figura 6). Dal 2011 in poi, la Bundesbank sembra aver guadagnato punti rispetto alla Bce, ma la fiducia riposta nella Banca Centrale tedesca sembra essere diminuita recentemente e sarà interessante monitorare l’evoluzione nei prossimi mesi. Ora come ora, nulla sembra suggerire una completa sconfitta e delegittimazione della Bce rispetto alla Bundesbank agli occhi del pubblico tedesco.
FIGURA 6 – Differenza nella fiducia riposta dai cittadini tedeschi in ECB e Bundesbank
Fonte: elaborazione dell’autore su dati tratti da German Longitudinal Election Studies
Un motore Franco-Tedesco?
In Francia, nonostante aperte divergenze con la Commissione Europea su alcuni temi specifici, la fiducia nelle istituzioni Europee in generale (e nella Commissione Europea in particolare) resta più elevata che in Germania. I dati mostrano una flessione nella fiducia a partire dal 2011, ma si tratta di un calo chiaramente meno drammatico che nel resto d’Europa. La situazione sembra migliorare dalla fine del 2012, mentre la fiducia nelle istituzioni nazionali – più volatile – è in forte diminuzione (figura 7, sinistra).
FIGURA 7 –Fiducia nelle istituzioni – Germania e Francia
Fonte: elaborazione dell’autore su dati dell’ Eurobarometro
In Germania la fiducia nelle istituzioni europee è relativamente bassa ma stabile, mentre la fiducia nel governo federale, in aumento da fine 2011, ha superato nel 2013 la fiducia riposta nelle istituzioni europee e nella Commissione Europea in particolare. Il “sorpasso” è potenzialmente una valida spiegazione per il dibattito sulla necessità di rimpatriare alcuni dei poteri delegati all’Unione Europea e rafforzare la cooperazione diretta tra gli Stati Membri.
Nel complesso, tra una Francia non sfiduciata verso l’Europa ma chiaramente con una fiducia nelle proprie istituzioni politiche in calo e una Germania che sta diventando via via più introversa, sembra esserci poca speranza che il tradizionale “motore Franco-Tedesco” possa guidare l’Europa verso l’unione politica.
Conclusioni
- A quattro anni dall’inizio della crisi, i cittadini Europei dimostrano ancora fiducia nell’Europa e nelle istituzioni Europee, più che nelle istituzioni nazionali. Il differenziale di fiducia a favore delle istituzioni Europee è particolarmente pronunciato nei cosiddetti Paesi del “Sud” – il che suggerisce l’esistenza di una profonda sfiducia e disillusione nei confronti della politica, della leadership e delle élites nazionali. Il differenziale è meno ampio nel “Nord”, dove la fiducia nelle istituzioni Europee è scesa al di sotto della fiducia riposta nelle istituzioni nazionali.
- Una proiezione di questo trend, se la fiducia nelle istituzioni europee andasse irrimediabilmente perduta, nei mesi a venire una discussione sull’integrazione politica nei Paesi del Nord potrebbe essere molto difficile. Nel Sud, il problema sarebbe di natura diversa. Probabilmente esiste un punto di non ritorno, superato il quale la sfiducia nelle istituzioni nazionali impedirebbe anche qualsiasi forma di discussione sul rafforzamento dell’integrazione politica Europea. Lo spazio di manovra per una discussione sul tema dell’unione politica è perciò limitato e potrebbe svanire del tutto in tempi brevi.
- Francia e Germania non sembrano nella posizione di accelerare e dirigere un vero dibattito Europeo su se e come realizzare il progetto di unione politica. La Francia, perché avviluppata nei dubbi sulle proprie istituzioni nazionali, e la Germania, perché sempre più fiduciosa del proprio governo federale.
- Altri, come Regno Unito e Italia, potrebbero per ragioni differenti riuscire ad imporre questo dibattito. Per l’Italia, ciò consentirebbe di promuovere un’agenda chiaramente federalista per l’Eurozona, riconoscendo al tempo stesso che i Paesi extra-euro potrebbero non prendere mai parte a questo insieme politicamente più integrato. Per il Regno Unito, consentirebbe di evitare una negoziazione puramente bilaterale sulla repatriazione di competenze delegate a livello Europeo (che ha poche chances di successo) e assicurerebbe la partecipazione del Regno Unito a un’Unione Europea centrata attorno al mercato unico, ma senza richiederne l’adesione a un’unione politica rafforzata.
Note:
(1) Si tratta del 75% di coloro che hanno espresso un’opinione, sia di fiducia sia di sfiducia, e non del 75% di tutti gli interrogati, dato che gli indecisi sono esclusi dal calcolo.
(2) La misura aggregata di fiducia nelle istituzioni Europee è la media delle variabili « fiducia nel Parlamento Europeo », « fiducia nella Commissione Europea » e « Fiducia nel Consiglio ». Non si considera la Bce perché (i) non c’è un’istituzione a livello nazionale con cui confrontarla (ii) la Bce non dovrebbe essere un’istituzione politica. La misura aggregata di fiducia nelle istituzioni nazionali è costruita come la media di « fiducia nel Parlamento nazionale» e « fiducia nel Governo nazionale ». L’Euro-barometro include anche una domanda riguardo alla « fiducia nei partiti politici » ma qui non è inclusa perché si vuole limitare l’analisi al contesto istituzionale e perché la fiducia nei partiti politici sembra essere sistematicamente molto bassa, e perciò l’inclusione di questa variabile potrebbe distorcere i risultati
L’articolo originale è disponibile sul sito del Think-Tank Bruegel
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