L’architettura italiana, nel periodo del regime fascista, visse un periodo d’oro. L’architettura era uno strumento per tradurre in qualcosa di tangibile le idee e le grandi aspettative del regime e gli architetti erano, come diremmo oggi, archistar.
Ghitta Carell è una fotografa ungherese naturalizzata italiana che fotografò ritratti dei più grandi architetti di quell’epoca. I suoi ritratti univano uno stile unico e uno sguardo profondo sulla personalità del soggetto. E li rendevano protagonisti della vita sociale e mondana dell’epoca: un ritratto di un architetto realizzato da Ghitta Carrell era un certificato di successo. Una nuova mostra fotografica alla Fondazione Pietro Portaluppi a Milano raccoglie i migliori ritratti scattati da Ghitta Carrell e racconta con la fotografa il mondo dell’architettura tra le due grandi guerre.
Tra i grandi architetti ritratti da Ghitta ci sono stati Giuseppe Pagano (progettò la sede dell’università Bocconi), Adalberto Libera (progettò il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi dell’EUR di Roma), Mario Ridolfi (progettò il palazzo delle poste di Bologna), Giovanni Michelucci (insieme al Gruppo Toscano progettò la stazione di Firenze Santa Maria Novella) e molti altri. Qui sotto qualche immagine in anteprima (compresa una principessa).
La mostra Tra le due guerre: gli architetti di Ghitta Carell è aperta dal 7 novembre 2013 al 20 dicembre 2013 alla Fondazione Piero Portaluppi a Milano. L’ingresso è gratuito.
Marcello Piacentini, stampa vintage su carta ai sali d’argento, 18×24 cm, 1931 ca. (Collezione privata, Parigi)
Piero Portaluppi, stampa vintage su carta ai sali d’argento, 18×24 cm, 1938 ca. (Collezione privata, Roma)
Maria Josè di Savoia, stampa vintage su carta ai sali d’argento, 18×24 cm, 1935 (Collezione privata, Roma)