La forza della modestia: Selah Sue

A breve il nuovo disco

Selah Sue è una ragazza fiamminga che canta con forte accento jamaicano e fonde funk, soul, pop e raggamuffin. Proprio Raggamuffin è il titolo della sua canzone più famosa, che è stato anche il pezzo cantato da Valentina Tioli,  concorrente di X Factor 2013, qualche puntata fa. La sua esibizione ha suscitato reazioni intense da parte dei giudici. Cito sulla base del ricordo: «Non conoscevo la canzone, ma carino» (Elio);  «è stata Valentina a scegliere questo brano, non sapevo chi fosse Selah Sue» (Mika); «un’esibizione minimale» (Morgan); «non conoscevo la canzone, ma carino» (Simona). 

Eppure Selah Sue, che si chiama in realtà Sanne Putseys e viene da un paesino belga di nome Leefdaal, esce su major (Warner Bros), è bellissima e il suo disco omonimo piacque, spesso molto, alla critica. Com’è che non le è toccata in sorte la fama di Adele, Amy Winehouse o Lily Allen, a cui pure viene spesso paragonata? 

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Proprio così. La ragazza non è salita sul podio assieme a colleghe come Janelle Monae, nonostante anche Selah Sue abbia avuto il beneplacito del maestro Prince (le ha chiesto di aprire un suo concerto) e nonostante sia davvero, strepitosamente brava. Certo, alcuni tra noi la seguivano fin dai tempi di MySpace (quando i dinosauri dominavano la Terra) ma il successo che sembrava essere stato disposto da questa graziosa artista si è bloccato come un ingranaggio poco oliato. E allora eccoci qua, con una bella bomboletta di metaforico Svitol, a dire: recuperiamo tutto e facciamocela amica «questa Selah Sue». È il momento giusto, perché proprio in questi giorni la cantautrice è al lavoro (in Jamaica, a giudicare dalla sua pagina Facebook) sul nuovo disco e quando uscirà, o quando arriverà sui nostri palchi, saremo pronti ad amarla di più.

Possiamo pensare che il relativo anonimato-a-dispetto-di-tutto di Selah Sue si traduca nel mancato giro della ruota della fortuna, alla lontana da ogni possibile dietrologia. Eppure, pur volendo puntare tutte le fiche sulla casualità, basta ascoltare una o due tracce dal suo splendido (e unico) disco del 2011 per chiedersi cos’è che non ha funzionato. Possiamo essere gretti e parlare del suo aspetto fisico, poco confacente al genere: può una bionda nordica con gli occhi azzurri riprodurre il calore, la forza e la simbiosi tra forma e sostanza di Erykah Badu e Lauryn Hill? Può una bionda nordica con gli occhi azzurri cantare (e parlare!) con accento patois senza suonare seppur vagamente ridicola? La risposta è sì, naturalmente, ma rompere uno stereotipo consolidato è difficile, specie se non lo fa in maniera barocca, scenografica. Disfare lo stereotipo ha un prezzo. 

Chissà se Amy Winehouse sarebbe stata scolpita nel nostro immaginario senza il suo celeberrimo beehive e chissà se Lana del Rey avrebbe scalato le playlist radiofoniche senza le labbra a forma di canotto e lo sguardo vuoto da bambola gonfiabile. Se vi sembra un ragionamento disgustoso, sappiate che lo è. Il talento è talento e per chi ha orecchie tintinna sempre come l’oro, ma è impossibile non tenere in considerazione l’impatto commerciale dell’immagine in un ambito commerciale per vocazione, come quello delle grandi etichette discografiche. Selah Sue è deliziosa, poco appariscente, delicata e fedele a se stessa: una ragazza con la chitarra, un talento inconsueto per gli scioglilingua, uno chignon spettinato e un viso normale. La sua storia è altrettanto normale. Ha iniziato a scrivere a 13 anni assecondo il mito romantico della vocazione unica e solitaria a una certa arte, era piuttosto depressa, si è messa in gioco in piccoli club, ha postato i demo su Internet prima di essere scoperta dai pezzi grossi. Ecco, neanche sul versante biografico ha nulla di particolarmente notiziabile. 

È per questo che la sua musica è ottima due volte tanto. I suoi pezzi scintillano al primo ascolto e la sua modestia, unita alla capacità, conquisterebbe ironicamente i giudici e il pubblico di qualsiasi talent show. Così è capitato che – a distanza di due anni dal suo debutto – per ironia della sorte, sia stato proprio un talent show a farla conoscere a mezza Italia e, per chi la conosceva già, a ricordare che il suo ritorno è imminente. 

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