Mail e hard disk: archeologia tech

Mail e hard disk: archeologia tech

L’ Harvard Business Review ha pubblicato una sintesi grafica dello studio condotto nel 2012 sull’utilizzo della mail intitolato ”E-mail- Not dead, evolving”. La presentazione è basata su una serie di interviste condotte a quasi 3000 lavoratori e presenta una situazione in realtà piuttosto stabile. Con una media di quasi 12000 mail all’anno pro capite e il 50% del tempo lavorativo speso a leggere e rispondere,  la mail è tutt’ora uno degli strumenti lavorativi più utilizzati da chi passa le sue giornate davanti ad uno schermo. Pur essendo stimato in circa un terzo del traffico quello prodotto da spam e comunicazioni innecessarie, quasi il 60% si dice soddisfatto dello strumento, la quasi totalità delle comunicazioni collaborative passa ancora di li e circa il 60% delle letture viene fatto dallo schermo di un pc fisso. Sembrerebbe che il connubio tra postazione di lavoro tradizionale e mailing non sia ancora saltato.

In questo articolo apparso ieri su readwrite,  Sobota  (che ci svela l’esistenza del lavoro dell’ Harward Business Review) cerca di affrontare la questione da un angolatura personale. Racconta di aver creduto che la mail stesse per scomparire grazie al progressivo ingresso nella sua vita privata e professionale di innumerevoli sistemi di comunicazione alternativi. L’estrema frammentazione dei flussi comunicativi data dal variegato arcipelago di App e strumenti per la messaggistica, aveva fatto credere a Sobota che la vecchia mail stesse scomparendo.

Quando una realtà si nasconde ai nostri occhi sembra svanire del tutto.

Così non è stato per il desueto protocollo di comunicazione. Continuando a leggere la sua “biografia” si scopre che iniziando a lavorare con realtà molto più eterogenee per alfabetizzazione informatica, livello culturale ed età, tutti gli strumenti entrati nella sua routine quotidiana erano inutilizzabili. In breve tempo quello che fino a pochi anni fa era uno mezzo innovativo diventava davanti ai suoi occhi un tradizionale e rassicurante hub intergenerazionale ma non desueto. 

L’illusione del tramonto di una tecnologia in favore degli scintillanti lidi del progresso a volte ci porta a vedere come spacciate realtà ancora solide. Due esempi su tutti: la fine del pc desktop in favore di device per la connettività in mobilità e la scomparsa del data storage “domestico” in favore di soluzioni cloud based.

Qualche tempo fa in un altro articolo su readwrite ci si chiedeva se Dropbox (e così i suoi competitor) stesse uccidendo il mercato degli hard disk (mercato già in evoluzione verso le soluzioni solid state)

Il giornalista cita una dichiarazione di  Drew Houston (CEO di Dropbox )

Tom Cruise in Minority Report is not carrying around a thumb drive or logging into Gmail to pick up his attachment.

Non è evidentemente immaginabile un futuro (benchè immaginifico) in cui si usino ancora gli oggetti e le soluzioni divenute nel frattempo parte del quotidiano. Tom Cruise con una pendrive in mano strappa in effetti qualche sorriso.

Il giornalista passa però in rassegna tutti i problemi che un azienda che cerca di inserirsi in questo mercato deve affrontare e il referto non è dei migliori. Tempi di latenza, costi e sfiducia sono ancora questioni aperte che rendono lo switch verso  la nuvola ancora lontano. Le statistiche di vendita degli hard drive non saranno entusiasmanti ma non sembrano in picchiata. 

Un ultima osservazione dell’autore di readwrite da prendere in considerazione:  pur attraverso sistemi di cloud i nostri dati comunque in obsoleti HD vengono ancora stoccati.

Stesso polveroso destino sembra essere già stato assegnato anche ai pc desktop. Negli  ultimi anni l’impennata di vendite di dispositivi mobile e delle ore passate a “swipare” piuttosto che a cliccare sembrano aver prodotto l’illusione collettiva che le inestetiche pc-tower fossero sparite del tutto dalle nostre vite. Come per la mail è il comparto professionale che tiene in gioco la vecchia tecnologia e come per la mail un confronto con i dati ci riporta alla realtà. La vendita di tablet è in crescita e le previsioni dicono che la curva è stabile. La sorpresa è che i nuovi device non hanno sottratto quote di mercato ai fissi in modo proporzionale.

In relazione ad un aumento stimato per il 2017 del 200% delle vendite di tablet troviamo una riduzione di circa il 20% di quello dei fissi, che ancora nel 2017 dovrebbero essere venduti per almeno 123 milioni di pezzi.

Ovviamente la tendenza è chiara come la direzione che stanno prendendo i bisogni del pubblico e le opportunità di guadagno e di sviluppo.  Solo la nostalgia può farci credere che gli oggetti e gli strumenti a cui siamo abituati non cambieranno presto o non si estingueranno. I tempi sembrano però essere più ragionevoli della collettiva necessità di vivere solo e sempre un decennio più in là

Anche se la marea del mobile, del cloud e dell’immateriale continua a montare non ha ancora raggiunto il livello di guardia.  Ci sono ancora tower negli uffici e HD nei nostri  PC e a volte sembra ancora lontano il mondo in cui Tom Cruise  NON ha affatto bisogno di una pendrive.

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