Se la Barilla diventa una Ong gay-friendly

Dopo la puntata de La Zanzara

Scusate, questo è un articolo malizioso, e – come vedrete tra breve – anche compiaciuto. Leggo che la Barilla ha assunto David Mixner, esponente di spicco del movimento Lgbt (ovvero Lesbo, gay bisessuale e Trasngender) per affidargli, insieme ad altri,  la neonata divisione “Diversity & Inclusion” della multinazionale alimentare. Ommamma. Leggo che la Barilla ha indetto un concorso per premiare i migliori video sulla diversità sessuale, che poi saranno presentati alla comunità web.  Ommamma. 

Leggo di questo doppio colpo e di questa plateale aspirazione al ravvedimento, e rimango di stucco per l’effetto-domino e il ribaltamento radicale prodotto dall’ormai notissima intervista del presidente del gruppo, Guido Barilla a  “La Zanzara”. Così come mi erano sembrate eccessivamente tradizionaliste e miopi le prime affermazioni di Barilla sui gay e sulla pubblicità

«Non farei un spot con una famiglia omosessuale perché non la penso come loro e perché la famiglia a cui ci rivolgiamo noi è la famiglia classica»

così mi stupisce la dimensione di questa penitenza. Così come mi aveva dato fastidio quella frase tendenzialmente discriminatoria nell’intervista a Giuseppe Cruciani e David Parenzo («Se ai gay piacciono la nostra pasta e la nostra comunicazione mangeranno la nostra pasta, altrimenti si rivolgeranno a qualcun altro»), così mi pare evidentemente troppo repentina la sua precipitosa conversione.

Eppure c’è una osservazione da fare: il ribaltone omofilo della Barilla non deve rattristarci, semmai il contrario: la conversione della Barilla non è frutto della pressione di qualche potere oscuro, ma il prodotto del migliore lobbing possibile, quello della democrazia. La Barilla ha cambiato rotta perché è stato il mercato che le ha dato uno scossone. Una opinione condivisa ha fatto il giro del momdo sul web ed è diventata un’arma

 https://www.youtube.com/embed/e4roUsVXzR4/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

Guido Barilla ha fatto ammenda – non c’è dubbio – perché è stato il crollo delle vendite a fargli capire che la società non era quella che lui immaginava. Ma ha scelto di cambiare rotta. Per questo non mi interessa l’argomento per cui qualcuno dice che la conversione della Barilla potrebbe essere “non sincera”. Se il ravvedimento non fosse sincero dal mio punto di vista sarebbe ancora meglio: questo vorrebbe dire che la fantomatica società civile ha ancora qualche potere. Incide, modifica le tendenze di consumo, aiuta il costume a modificare il suo lento procedere, giudica e corregge. A trasformare la Barilla in una sorta di Ong Gay-friendly siamo stati noi. Questo sì, mi fa piacere.

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