EpurazionePerché Kim Jong Un ha fatto fuori il suo cerchio magico

La gestione del potere in Corea del Nord

SHANGHAI – Ancora all’inizio dell’anno la stampa sudcoreana si interrogava su quanto stabile fosse la posizione di Jang Song Thaek, potente zio del giovane dittatore Kim Jong Un, all’interno del regime. Alcune foto lo ritraevano in posizioni rilassate, mentre assisteva a un discorso del nipote durante una riunione cui tutti gli altri funzionari e ufficiali partecipavano rigidi e impettiti. Considerato il personaggio che tesse le fila della politica nordcoreana e il numero due all’interno della nomenklatura, Jang, classe 1946, marito della sorella del defunto Kim Jong Il, Kim Kyong Hui, potrebbe ora essere stato rimosso da tutte le sue cariche. Che non sono poche: direttore del Dipartimento per l’amministrazione del Partito dei lavoratori, presidente della Commissione statale per lo sport e la cultura, vice presidente della Commissione per la difesa nazionale, vero centro del potere a Pyongyang.

Di solito, la stampa ufficiale riferisce l’allontanamento o il ritiro di esponenti o alti funzionari di questo organismo. Ma al momento tutto tace. A ipotizzare l’epurazione dell’eminenza grigia del regime è stata nei giorni scorsi l’agenzia d’intelligence sudcoreana, in una comunicazione ai parlamentari. Secondo quanto riferito dal deputato, Jung Cheong-rae, in base alle informazioni ricevute dai servizi, non soltanto Jang è stato estromesso dal potere, ma due suoi collaboratori, Ri Yong Hwa e Jang Su Gil, sono stati giustiziati pubblicamente a metà novembre. Il ministro sudcoreano per la Riunificazione ha parlato invece di un Jang ancora vivo e al sicuro, nonostante l’epurazione e l’esecuzione dei collaboratoriCome ricorda Chico Harlan, corrispondente da Seul del Washington Post, l’epurazione di Jang è una storia che va raccontata tenendo a mente che il protagonista potrebbe ritornare sulla scena già dal giorno successivo. I servizi sudcoreani oltre a essere di parte con le due Coree ancora tecnicamente in guerra, hanno già fatto errori in passato. Gli scettici non escludono neanche che la notizia sia un modo per sviare l’attenzione dagli scandali interni che hanno investito l’agenzia, accusata di aver orchestrato una campagna per screditare il candidato liberale alle elezioni presidenziali dello scorso dicembre per favorire la conservatrice Park Geun-hye, uscita vincitrice dal voto.

D’altra parte Jang è sparito da oltre un mese dal radar di quanti seguono le vicende politiche nordcoreane. L’ultima volta in cui è stato citato dalla stampa di regime risale al 6 novembre scorso, durante un incontro con una delegazione giapponese che comprendeva tra gli altri, l’ex campione di wrestling, oggi parlamentare, Antonio Inoki. Già nel 2003 tuttavia Jang era scomparso, per riemergere dall’epurazione due anni e mezzo dopoNel 2002 aveva partecipato al gruppo di studio incaricato di recarsi in Corea del Sud, nell’ambito delle politica di distensione tra i due Paesi. Della delegazione faceva parte Pak Pong Ju, oggi nuovamente primo ministro, allora titolare del dicastero per Chimica, a sua volta tornato al potere dopo esserne stato allontanato. Con loro anche Pak Nam Gi, che si ritiene sia stato giustiziato per la catastrofica riforma monetaria del 2009. Come ricorda lo studioso britannico Aidan Foster Carter, la vera personalità di peso della delegazione era Jang, cognato e braccio destro del Caro Leader. Tra le decisioni di peso che gli sono imputate, scrive Foster Carter, anche quella di spingere i diplomatici di Pyongyang ad attività illegali come traffico di droga e contrabbando, per procurarsi valuta straniera. I due anni e mezzo in cui fu allontanato sono forse dovuti all’essere diventato troppo potente.

In un ritratto del 2009 su Daily Nk, sito vicino agli esuli e ai disertori dal regime, Jang è descritto come “la cenerentola” nordcoreana. La relazione con Kim, compagna di classe al corso di politica economica non fu ben vista dal padre di lei, Kim Il Sung. Pesava sul giudizio del Padre della patria ed Eterno leader la storia familiare di Jang. Appianate le divergenze iniziò l’ascesa scandita a tappe: matrimonio; dalla metà degli anni Ottanta era tra i delegati di rilievo della Suprema assemblea del popolo, dal 1992 entrò nel centro di comando del PartitoIl ritorno dall’epurazione nel 2006 è stato segnato dall’accumularsi di cariche. Prima, ricordano gli studiosi Marcus Noland e Stephen Haggard, vice direttore del dipartimento per l’organizzazione, da cui dipendono tra gli altri due dei pilastri del contro sulla società: le lega giovanile e i sindacati. Con la nomina a direttore ha potuto inoltre mettere le mani sulle attività di diverse aziende di stato. Inoltre sotto la sua supervisione ricadeva anche lo sviluppo delle zone economiche speciali, in collaborazione con la Cina, quella di Rason e quella di Hwanggumphyong, quest’ultima tuttavia quasi ferma nonostante i proclami del 2010 e gli impegni riconfermati l’anno successivo .Nel periodo di transizione dopo la morte di Kim Jong Il, sia Jang, elevato a generale a quattro stelle, sia la moglie sono stati considerati i mentori e i tutori del giovane Kim Jong Un, appena trentenneL’eventuale conferma dell’epurazione, per avere la quale bisognerà anche vedere se ci saranno ripercussioni sulla carriera della moglie, sarebbe quindi la prova del consolidamento al comando di Kim Jong Un.

L’allontanamento dello zio sarebbe il più importante tra i cambi e le epurazioni nell’apparato decisi dal “Brillante leader”. Le letture che sono date sulla presunta caduta sono disparate. Un’ipotesi è la divergenza di vedute sulle riforme. Jang sarebbe favorevole a una trasformazione sul modello cinese, mentre meno propensa all’apertura è l’ala composta dallo stesso Kim Jong Un e da Choe Ryong Hae, capo dell’ufficio politico dell’esercito e considerato il principale beneficiario dell’esclusione dello “zio”. Potrebbe inoltre pesare lo stallo nelle relazioni con Pechino. Da quando è al potere, Kim Jong Un non è ancora stato ricevuto dalla dirigenza dell’alleato cinese, nonostante la visita dello stesso Jang all’allora presidente Hu Jintao ad agosto 2012. Forse una prova di quella che il New Focus International, altro sito legato agli esuli, chiama “diplomazia personale” e che, si dice sia stata rinfacciata allo zio.

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