In Italia ci sono 27 milioni di smartphone, quasi un’italiano su due ne ha uno. Un settore che, sorprendentemente, non solo resiste alla crisi economica ma ci prospera.
Ce lo dicono i dati del report Istat per Coop: in un periodo in cui le spese per gli elettrodomestici e prodotti ad alto costo si riducono (30 miliardi di euro nel 2013, con un calo del 18% rispetto al 2007), le vendite di smartphone continuano ad aumentare, trascinandosi dietro tutto il settore: accessori, servizi e applicazioni.
Un mercato che sa solo crescere
Basta guardare le analisi Temax gfk per capirlo. Pubblicati ogni quadrimestre, i dati sono un autorevole analisi dei consumi del settore tecnologico, per scoprire quali prodotti crescono e quali calano. Nel primo trimestre 2013 la crescita delle vendite deglismartphone era del +34,6% rispetto al 2012, nel secondo del +31,5% e nel terzo del +25,1%. Negli ultimi 9 mesi, insomma, il settore non ha fatto che crescere e crescere ancora. E il fenomeno non riguarda soltanto il 2013. Secondo uno studio Confcommercio dedicato ai consumi delle famiglie italiane negli ultimi vent’anni, dall’inizio della crisi nel 2007, le spese per Telefonia e accessori sono solo andate in positivo, con una crescita del 77%.
Il merito è sicuramente delle continue innovazioni del settore e delle capacità degli smartphone di sostituire e combinare altri prodotti (gli smartphone crescono ma fotocamere, navigatori satellitari e cellulari tradizionali sono tutti in calo). Ma anche di una certa ossessione italiana per i telefonini. Secondo i dati di Our mobile planet di Google, l’Italia è passata dal 21% di penetrazione degli smartphone nel 2011 al 41% nel 2013.
118 milioni di euro spesi in app
I risultati del mercato degli smartphone lancia anche il nascente settore delle applicazioni mobile. I dati della School of Management del Politecnico di Milano fanno un quadro molto chiaro di cosa c’è negli smartphone degli italiani: in media su ognuno ci sono 27 applicazioni, di cui però solo la metà viene usata almeno una volta al mese e soltanto 5 tutti i giorni. Ma, si sa, le medie ingannano: c’è una grande differenza tra le tre piattaforme principali di smartphone. Sui dispositivi iOS ci sono 48 app a testa, su Android 25 e su Windows Mobile solo 18.
Secondo le analisi della società Flurry, poi, il 90% delle applicazioni disponibili sul mercato è gratuita (completamente o sostenuta da pubblicità), abbassando così il prezzo medio delle applicazioni a cifre irrisorie. Su Android, in media, un’applicazione costa soltanto 0.06 centesimi di dollaro, su iPhone 0,19 centesimi e su iPad 0,50 centesimi. E nonostante questo, il mercato è gigantesco.
Nel 2012 gli italiani hanno scaricato 800mila app, contro le 500mila del 2011. In totale nel 2012 abbiamo speso nei vari application store più di 118 milioni di euro, +76% rispetto al 2011. E si prevede che nel 2013 questo numero raddoppierà ancora. Le app che si prendono la fetta più grossa del mercato sono i giochi, che hanno il 60% dei ricavi. Il resto è utility, mappe, infotainment, education e contenuti social, con l’applicazione di messaggi WathsApp a farla da padrone. Naturalmente, il mercato è in realtà in mano a chi possiede gli application store e si prende una fetta dei guadagni per ogni applicazione venduta. Apple gestisce da sola quasi l’80% dei ricavi, con Google Play in forte crescita grazie al continuo aumento di device su cui è installato Android.